L'Amore, La Passione, Il Sesso
“Zio sei mai stato geloso in vita tua?” La domanda era stata rivolta a Norberto dal nipote Gianluca. Lo zio spaparazzato su una comoda poltrona grigio azzurro, ultimo acquisto tramite Internet, avrebbe preferito seguitare a leggere un romanzo di Camilleri acquistato con tanti altri in una libreria di Messina. La libreria stava chiudendo i battenti causa la crisi del Corona Virus. “Caro Gianluca innanzi tutto occorre distinguere tra amore e passione, non starò adesso a fare il Solone, ti renderai conto della differenza con un episodio della mia vita che voglio raccontarti. Ero già separato da mia moglie quando ad un supermercato mi sono imbattuto anzi scontrato con una signora che stava uscendo, Prodotti sparsi tutti a terra. Ovvie scuse da parte mia, recupero della merce, sguardo sulla dama che di viso non era niente male ma quello che più mi colpì fu il suo fisico atletico. Quale maresciallo delle Fiamme Gialle senza finta modestia in divisa facevo la mia ‘porca’ figura (anche in borghese), la dama mi guardò e mi ‘fotografò’, ero piaciuto. Ci scambiammo una stretta di mano. “Sono Sofia, ho la macchina qui fuori, una Mini color verde, grazie per la sua gentilezza, abito in via Santa Cecilia, sono professoressa di Educazione Fisica presso la scuola La Farina, mio marito è ingegnere e si trova su una piattaforma petrolifera dell’Eni.” Perché Sofia aveva voluto darmi tante informazioni, era facile comprenderla, voleva stringere una ‘amicizia affettuosa’ con me. “Io abito vicino a lei in via Luciano Manara, sono divorziato, la mia professione la può desumere dalla divisa, potremo incontraci quando e se lei lo desidera, questo è un mio biglietto da visita con riportato il numero del mio telefono e del telefonino, può chiamarmi quando vuole.” Sofia era partita sgommando, io ritornai alla mia Jaguar senza entrare nel supermercato. Il pomeriggio una sorpresa: “Indovini chi sono?” Avrei voluto sfoggiare una volgare battuta romana, me ne astenni: “Spero una gentile dama che mi invita a casa sua.” “Azzeccato, venga dopo le venti quando la strada è buia, sa i soliti vicini..” Sofia si era fatta trovare in vestaglia con sopra un grembiule stava cucinando, io non avevo cenato e così feci onore alle pietanze da lei preparate, era stata brava. Dopo cena: “Vorrei invitarla nel mio appartamento, io non ho vicini pettegoli…” “Per ora godiamoci casa mia ho un letto morbido e invitante.” Invitante era Sofia che, toltasi la vestaglia mostrò il suo magnifico corpo, ‘ciccio’ sentì odore di topa e si alzò al cielo, Sofia fece tutto lei, in campo sessuale era una maestra, niente inibizioni, come prima volta… Alle ventitré ero di ritorno a casa mia, dormii profondamente anche perché spompato, domani ero al lavoro. Da quel momento casa mia fu casa di Sofia, suo marito la chiamava ad ore disparate, talvolta capitava mentre mi stava sollazzando e lei in piena goderecciata: “oh che bello…sentirti caro”. Sofia se ne era fatte tante da rimanere senza forze, doveva recuperare la lunga astinenza. Sembrava sempre in arretrato, talvolta qualche lacrimuccia: “Caro mi sto innamorano di te.” Da parte mia c’era solo passione, una passione forte mai provata ma niente amore. Il nipote:“Bene zio ho capito che sei un mandrillo zozzone, stà storia com’è finita?” “Direi tragicamente, un pomeriggio giunse una telefonata del cocu: “Dopodomani arrivo in aereo a Catania, alle quindici circa, vienimi a prendere.” In seguito Sofia riuscì a telefonarmi piangendo: ‘Giovanni è stato il solito porco, voleva scopare prima di cena, ho fatto in modo di avere le mestruazioni il giorno del suo arrivo, voleva usare il popò, non concesso come d’altronde in passato, il pompino non l’ho potuto evitare ma dopo sono andata in bagno, ho vomitato pure l’anima, mi manchi da morire!” Nel frattempo era giunta la zia Aurora: “Non credere alle chiacchiere del Casanova qui presente, tutte balle!” Uscita di scena la zia: “Seguito il racconto peraltro veritiero, un finale spiacevole, Sofia si è curata per qualche mese per un tumore ad una mammella poi è morta. Cambiamo discorso, ho pensato di acquistare solo questa poltrona plurifunzioni me ne sono arrivate a casa due, la seconda in omaggio, domanda a tua madre se la vuole.” “Zio conosco il tuo debole verso mia madre, il problema è che mio padre è gelosissimo.” “Conosco quel fringuello, ho scritto sulla gelosia un brano pubblicato sul sito ‘Aphorism’, se tu ci mettessi una parola buona…” Gianluca ce la mise la parola buona ma senza successo. Seguito del racconto: “Altro episodio della mia vita: frequentavo la quinta ginnasiale al liceo Cavour, Andrea il professore di lettere era giunto da Torino, persona affabile, preparato professionalmente, sempre vicino agli alunni. Un giorno finite le lezioni, col professore Andrea in testa uscimmo dall’istituto, ci venne incontro una signora molto elegante e sorridente oltre che piuttosto bella, “Cari alunni questa è mia moglie Arlette, lei è francese, qualora aveste bisogno di ripetizioni in quella lingua potrete venire a casa nostra in via dei Fori Imperiali 29,non più di due per volta, mi darete i nominativi alla fine delle lezioni. buona giornata a tutti.” Quella signora francese era rimasta nella mente di noi alunni abituati a fare i falegnami… L’affitto della abitazione dei due Torinesi doveva costare un mucchio di quattrini non era quel problema ad interessare era la dama che faceva gola a noi pischelli. Il giorno successivo io d il mio amico Massimo ci prenotammo per le ripetizioni, ci eravamo guardati in faccia ridendo: “Tu che ripetizioni chiedi?” Massimo:” Mi va bene il francese anche se conosco perfettamente quella lingua, l’ho appresa alle elementari da una insegnante belga.” Al citofono: “Professore siamo Norberto e Massimo, che piano?” “Attico.” Casa arredata con mobili antichi, dalla terrazza si poteva godere il panorama di tutta Roma. A me ed a Massimo il panorama interessava poco, eravamo più presi da un altro genere di panorama, madame Arlette si era presentata in vestaglia di seta rossa che lasciava intravedere un ‘ben di Dio’. “Oggi è una giornata particolarmente afosa, mettetevi anche voi a vostro agio, mio marito non è geloso anzi…Quell’anzi anticipò l’entrata in scena del professore in vestaglia gialla molto appariscente, un po’ di imbarazzo da parte nostra che svanì quando: ”Ragazzi mettete da parte la timidezza, mia moglie da buona transalpina è disponibile sessualmente.”Arlette prese a baciare me ed il mio amico, si ritrovò fra le mani ed in bocca due uccelli già pronti all’uso, di corsa ci spogliammo nudi preceduti da un professore anch’egli ignudo ed arrapato. Tutti sul terrazzo dell’attico: “Non vi preoccupate, siamo in alto e nessuno ci può vedere. Madame motu proprio si appoggiò ad una sedia piagandosi in avanti, io in bocca e Massimo nella vogliosa gatta, conclusione madame ingoiò un bel po’ di sperma ed altrettanto ne ricevette nel suo fiorellino poi andò in bagno per rassettarsi, ritornò in terrazza più vogliosa di prima, rivolta a me: “Ti piacerebbe entrarmi nel popò, è già lubrificato. Entrai nel popò, cercai di non eiaculare subito, Arlette stava avendo orgasmi a ripetizione, si impossessò del marruggio di Massimo, con la bocca ci sapeva fare. Nel frattempo il professore si masturbava alla grande, un cuckold avrebbe detto un inglese! Dopo circa mezz’ora io e Massimo eravamo stremati, a quel punto il professore ritenne di far uso anche lui del popò della consorte, fine della sceneggiata. Pian piano tutta la scolaresca maschile ebbe modo di usufruire delle grazie di madame Arlette ma nessuno ne parlava, la cuccagna in seguito ad un pettegolezzo poteva finire ed anche mettere nei guai professore e consorte. All’ultimo giorno di scuola anche madame Arlette era presente alla cerimonia di addio, i due coniugi stavano ritornando a Torino definitivamente dopo essersi sollazzati con le prestazioni sessuali dei ragazzi romani tutti promossi, erano stati molto bravi in …materia erotica! In seguito venni a conoscenza che i due coniugi si erano fatti trasferire a Catania, evidentemente avevano degli importanti appoggi al Ministero della P.I. Probabilmente madame voleva assaggiare qualche ‘min…ia’ isolana i cui abitanti godevano di ottima fama in fatto di sesso!”