l'artista

  Si chiamava Antonello Granchio aveva 25 anni e di passi avanti nella vita ne aveva fatti molti. Era per gli altri una persona cosiddetta normale ma recava in sé un qualcosa che lo rendeva speciale. Lui sapeva leggere la vita, le persone anche gli animali. Svolgeva un lavoro normale, era insegnante, un lavoro tutto di parola, tutto di conoscenza, tutto di sensibilità. Piaceva ad Antonello Granchio aiutare gli altri e questo lo faceva attraverso la sua parola che sapeva sempre trovare giusta per tutti in cerca però di quella giusta che avrebbero un giorno detto a lui.
Una mattina come sempre si svegliò per recarsi al lavoro ma che cosa era successo durante il sonno?
Vide che dalle sue mani uscivano fili bianchi, sì come panna ma tutto ciò non era un fenomeno e basta tutto ciò portava dolore fisico ad Antonello Granchio. Sempre più stupito e dolorante osservò meglio quello che gli stava accadendo. I fili prendevano la forma del suo pensiero, insomma si erano sostituiti alla sua parola. Antonello Granchio era diventato muto. Non poteva più lavorare e così decise di andare in giro per le strade, sì come fa un artista per vedere cosa succede agli altri quando si trovano di fronte a qualcosa d’incomprensibile. Lui voleva lostesso comunicare e lo avrebbe fatto attraverso il suo dolore, i suoi fili.
Si fermò più volte in piazze, angoli, la sua bella città ne offriva tanti e subito la gente fece ressa intorno a lui perché mai cosa così si era vista. Lui pensava e i fili prendevano la forma del suo pensiero, una scena , una poesia, una piccola novella ed ecco che i fili rappresentavano tutto ciò che era in lui.
Il dolore era sempre presente nessuno lo vedeva, ma lui decise che doveva vincerlo non sapeva ancora come ma certamente passando attraverso un dolore più grande.
Si rivolse a un famoso teatro pensando di essere accolto con stupore ma con suo stupore non fu accolto perché definito inquietante. Riprese la sua vita per strada e lì alla gente che non sapeva, esprimeva il suo dolore. Un giorno mentre osservava il mare sentì dentro di sé affiorare un ricordo, all’improvviso e poi un dolore ancora più improvviso e poi un grido ancora più improvviso gli attraversò l’anima e fortemente, fortemente quanto più poté Antonello Granchio buttò fuori quel grido, il mare si arricciò fino a diventare schiuma e Antonello Granchio tremante di dolore, di stupore sentì che non ne poteva più di aspettare la parola giusta che se giusta sempre lo avrebbe aiutato.
Gridò all’egoismo, all’insensibilità, alla distrazione, alla superficialità, a tutte le offese ricevute, cioè al NON AMORE. A tutto ciò gridò basta e in quel momento i fili presero la via del mare per non tornare più e Antonello Granchio decise di voler andare in cerca solo di amore.