L'immenso e Erin
Erin pensò a quanto avesse ricercato l'immenso . C'è sempre stato il mare , disse. In ogni compartimento della vita ,in ogni fessura emotiva , in ogni totalità c'era quella distesa così netta di
Illimitato.
Una sorta di spettro di certezza , un pezzo d’anima dell’universo che , coerente , si incastrava alla perfezione con la sua .
Lo zaino era sporco , così come le scarpe di telo di juta .
Si avvicinò sempre di più al corso d’acqua , immaginando di guardarsi di spalle mentre correva a raggiungere quel pezzo mancante . Così entrò in quel giardino di conoscenze .
Il cielo divenne un tutt’uno con l’oceano . Lei era ferma . I demoni dello spirito smisero di nutrirsi di passato . Cominciarano anch’essi ad acquietarsi , smisero il tormento e la lasciarono libera davanti alla bellezza terribile e sconvolgente dell’infinito .
Si precipitò dentro quello spazio bianco , una lente di ingrandimento che vinceva l’horror vacui della caduta .
Occhi contemplativi uniti a radiosità d’anima . Si trasformò in immenso gioco cosmico , tenendo per mano i demoni , ma fluttuando come conchiglia nel mare‐cielo . Erin pensava a quanto avesse ricercato l'immenso . C'è sempre stato il mare , dice. In ogni compartimento della vita ,in ogni fessura emotiva , in ogni totalità c'era quella distesa così netta di illimitato .