L'insostenibile leggerezza.
Svegliarti, pensare, sorridere.
Ed ogni giorno continuare nello stesso ordine, cambiare tutto della propria vita eccetto quello.
Svegliarti, pensare e sorridere. A lui.
E fare tue le sue abitudini, trasmettergli ogni istante un po’ di te, guardarlo dormire, sacrificarti, occupare meno spazio possibile nel vostro letto, coprirlo meglio d’inverno perché non senta quanto freddo c’è fuori, stringerlo, guardarlo con la bocca dischiusa e gli occhi serrati, accarezzargli i capelli, sentirlo respirare. Nel buio.
E non importa quanto ti farà soffrire perderlo, ci penserai dopo.
Dopo averlo amato.
Quante banalità, mi viene da pensare.
Lui si distese nel letto e prese la mia mano
<< fammi vedere>>
<<cosa?>> gli chiesi
<<quanto vivremo assieme…>>
L’insofferenza si stava facendo sentire? Dunque era quello il principio del declino?
Non era nulla di tutto ciò, solo una piccola parte di quella insostenibile leggerezza dell’essere, che si faceva strada tra il nostro amore e la nostra vita.
Le scelte sono insignificanti, lo sai amore mio?
Io non ti ho scelto, né tu hai scelto me. La nostra vita è senza senso.
Ci siamo incontrati casualmente, una sera, ed io avevo sofferto, come avevi sofferto tu.
Appartenevo ad un altro, prima e prima di lui ad un altro ancora. E così pure tu: tante donne prima di me ti avevano chiamato per nome e quel nome era stato anche il loro.
Io non ho scelto di amarti, non ho scelto di starti accanto… è successo.
Ma tu, dimmi cosa hai scelto di vedere in questa “piccola donna”, sciocca e sognatrice, che ti scrive parole senza senso e desidera cose che solo tu puoi darle.
Non esistono le scelte, mi risponderai a tua volta.
Perché l’amore è imprevedibile e violento, è fatto di paure ed inquietudine, di scontri e di sconfitte, di dolore e sofferenza.
L’amore è ciò che non esiste ma si prova, è un inganno, una facezia, lo spettro del piacere e dell’affetto, l’egoismo e la libidine, la necessità e l’abitudine, un istinto primitivo: riconoscersi dall’odore.
A pelle.
Pure e semplici reazioni chimiche.
Io non posso crederci… perché lo sento quando ti sto accanto.
Perchè sei tu che mi completi, che perdi le tue fattezze pur di assumere le mie.
Sei tu che fermi il mondo per una mia lacrima e lo sollevi per un mio sorriso; tu che lo attraversi con me per mano.
E allora mi chiedo: se non siamo stati noi a scegliere tutto questo, quale miracolo è avvenuto perché io potessi averti accanto?
<< La voglio fare io una domanda a te>>
<< falla pure, sono qui…>>
<<cos’è per te l’amore, Tereza>>
E’ uno specchio in cui rimirarsi, incontrarsi e conoscersi.
E’ un muro col quale scontrarsi.
E’ la gioia di aversi.
Il dolore di perdersi.
La rabbia, questo sì, nel dividersi.
Il rancore che si prova nell’essere costretti.
E se mi lascerai, Tomas, non sarà una scelta mia ed io ti odierò in ogni istante della mia vita.
<<L’amore è non perdonarsi mai.>>