L'oscena sensazione
Forse non potete immaginare l’oscena sensazione del medico, che, dopo complesse analisi e meditazioni, ha la certezza del vostro male. Non sempre le cose, in medicina, si svolgono con la linearità degli schemi che si rinvengono nei trattati. Il male è sempre, il più delle volte, oscuro e gioca una partita astuta e disperata di propria sopravvivenza con il medico. Io mi trovo spesso, di fronte al malato, come a cercare una soluzione di un romanzo giallo, dove l’assassino è la malattia. Il male sa nascondersi, mutare volto. Se lo stai per afferrare, a volte, una prova, analisi o sintomo, ti svia e ti ritrovi a vagare per un labirinto. Il paziente ti osserva, attende, valuta il tuo agire. Vuole la risposta, la esige. Se tu, medico, stai tardando, spesso non hai il coraggio di guardarlo negli occhi. Ed ecco che un giorno, improvvisamente, il male ti compare davanti, chiaro, nudo. Finalmente lo hai braccato, gli dai un nome, valuti le sue possibilità distruttive. –“Cazzo, ti ho preso, dove ti eri cacciato?”‐ Si scatena, allora una sensazione endorfinica di scoperta, di vittoria, di trionfo della tua perspicacia diagnostica. Sei attraversato da un brivido di onnipotenza. Hai in mano il male, quel che siano le sue future possibilità. Sensazione oscena, avevo detto? Spesso il tuo intimo, serpiginoso piacere non è lo stesso del tuo paziente, anzi…