La clochard Sara

DIPINGERE UNA STORIA E' COME GUARDARE DAL BUCO DELLA SERRATURA OCCUPATOSara Alessandra è una donna sulla quarantina forse ha trentadue o trentacinque anni ‐ al massimo ‐ ma ne dimostra senz'altro di più. E' cliente assidua della strada in città e ti capita di incontrarla ovunque: a buon diritto quindi può essere annoverata tra i cosiddetti "senza fissa dimora" ossia gli abitudinari di marciapiedi ed affini che a tutti sono oramai noti col termine francesizzato di clochard BARBONI BORBONI BARBONE BOURBON UN MIO AMICO BEVVE DUE BARBON ALLA MENTA PIPERITA LE SUE ORECCHIE SEMBRAVANO CORDE DI VIOLINO FUMANTI E SCARICHEA dire il vero tuttavia ci sono anche quelli (maniaci forse di esterofilia o di termini anglofoni o inglesizzati) che chiamano homeless i soggetti come Sara EGGS WITH BACON WOOOWMa queste sono quisquiglie o puttanate semantico‐grammaticali in fondo. In qualsiasi modo si chiamino o qualsiasi lingua si usi per definirli i tipi come Sara sono comunque unici: abitanti della strada. Sara dicevo, mostra più anni di quanti non ne abbia (possieda) e ciò ‐ in fondo ‐ è cosa normale alquanto per una come lei perchè la strada non rende più giovane né ti fa bella, pronta cioè a sfilare su una passerella di alta moda indossando firmatissimi capi o andare a ballare in discoteca col tuo ragazzo. In definitiva però penso che lei stia bene così com'è NATURE o meglio si senta bene con sé stessa essendo così e vivendo nel modo in cui vive[PER ALCUNI CONTRONATURE PER LEI NO]Andare contro natura chi lo stabilisce dove e quando?Non lo stabilisce nessuno a mio modo di vedere nè tanto meno una logica o una morale un dogma o una dottrina, non può stabilirlo nessuno perchè andare contro natura significherebbe vivere "contro" sé stessi ossia nel modo che non piace o facendo cose che non ci piacciono: in questo modo quindi snaturando la nostra vita a prescindere da quello che religione filosofia scienza arte letteratura antropologia politica società costume medicina e cultura stabiliscono. Tutto si collega anche ‐ e non solo in parte ‐ all'uso del proprio corpo alla propria sessualità e identità di genere perchè ognuno ha diritto a farne uso che crede di viverla come meglio crede e di essere ciocché li piace essere SCAMPOLI DI DALIE APPASSITE VELEGGIANO NELLE NOTTI DESTATE DONANDO LUCE A VECCHIE TALPE A POIS Ho vissuto contro natura tre quarti della mia vita magari avrei desiderato ardentemente di diventare un tre quarti‐ala del XV All Blacks del Sud Africa o della Francia e giocare un mondiale o un torneo importante ma per certe cose occorre averci le fisic du rolle o un fisico bestiale (meglio lasciar perdere quindi certe voglie all'indietro!) e chi mi ha amato e voluto bene ‐ in fondo ‐ lo sapeva lo ha sempre saputo...loro sapevano capivano e piangevano in silenzio cogli occhi negli sguardi tristi (lo erano per me!) con cui mi osservavano MAL COMUNE MEZZO GAUDIO O CHI LA FA LASPETTI che sarebbe: chi vuol metterlo nel culo alla vita alla fine la vita te lo mette nel culo ET VOILAAAA Conobbi Sara nella estate tarda del 2021 quasi casualmente (tutte le cose della vita del resto avvengono per caso in ogni caso a caso a causa del caso!). All'epoca rientravo dalla spesa in uno dei due centri commerciali cittadini (altra mera e pura casualità visto che in quel luogo oramai ci vado col cazz...cannocchiale!), quello situato sulla strada per San Giorgio Jonico (o via Lecce che dir si voglia) e la incontrai sul cammino che mi avrebbe portato di lì a poco a casa. L'avevo già intravista allora poco prima di infilarmi sull'autobus che mi condusse sul luogo di cui sopra e lei camminava, con le sue ciabatte infradito ‐ e con andatura pochino traballante da ubriaca o andanseuse come usano i grimpeur ossia i ciclisti che vanno forte in salita quando si alzano sopra i pedali della bici per alzare il ritmo della pedalata mentre scalano una vetta ‐ sul viale che costeggia la fermata dell'autobus ed in cui si trova anche la mia abitazione. In mano portava una grossa bottiglia di coca cola ‐ semivuota ‐ ed indossava una camicia bianca quasi tutta aperta, portata semplicemente senza reggiseno e a coprire le sue mutandine. La rividi poi al ritorno, come detto, e mi fermai davanti a lei rivolgendole poche parole e circostanziali.
‐ Ciao, ‐ dissi, ‐ come ti chiami?
‐ Sara Alessandra! ‐ rispose lei e quando lo fece mi accorsi da subito che fosse una ragazza strana e gli incontri successivi con lei hanno avvalorato la mia sensazione.
‐ Sei italiana? ‐ chiesi ancora.
‐ No, sono rumena! ‐ mi disse.
‐ Vivi per strada? Domandai ma di fronte a queste parole però si mostrò titubante nel darmi risposta quasi a voler nascondere le sue vere origini, la sua condizione oppure ‐ chissà ‐ poteva essere una mia recondita ed alquanto isitintiva sensazione dell'attimo e quindi tutto fa parte ‐ in definitiva ‐ del suo intimo nonché viscerale modo si essere. Comunque mi rispose alla fine. La sua risposta tuttavia non fu quella che mi sarei aspettato benché si intendesse lontano settemila miglia che non alloggi nella presidential suite del miglior hotel di Abu Dhabi, capoluogo degli Emirati Arabi.
‐ No! ‐ rispose infatti.
SARA MAI VA COGLIENDO (L') ATTIMO [LEI] COGLIE ATTIMI DI SOPRAVVIVENZA E LI METTE IN BANCA PER QUANDO FUORI PIOVE E'l'istinto animale questo quello di cui parla Bruce Chatwyn citando Fedor Dostoevskij nel suo Le vie dei canti. Avevano ragione entrambi perché è l'istinto che ci tiene a galla è l' istintualità secondo vari marker di comportamento: coprirsi quando fa freddo oppure mangiare se abbiamo fame e dormire quando siamo stanchi. Nel mondo animale si distingue anche una modalità di comportamento definita imprinting secondo cui un genitore (solitamente la madre) trasmette al cucciolo determinati gesti e comportamenti che esso memorizza e dovrà seguire quando sarà solo e adulto pena la morte, per poi trasmetterli ai suoi figli: non è questa comunque sempre una sorta di catena istintiva?
‐ Conosci Aurora? ‐ Domandai sorvolando sulla autenticità della pregressa risposta. Aurora è una donna rumena infatti ben carrozzata (simpatica e con belle tettone al seguito) che avevo conosciuto ‐ altrettanto casualmente ‐ in centro città a Taranto, un paio di settimane innanzi nei pressi di un ufficio dove mi ero recato per sbrigare alcune faccende di natura pratica legate alle mie utenze domestiche (bollette di energia elettrica e gas per intenderci). Ha cinquantina d'anni più o meno, bruna ed abbronzata. Più che rumena qualcuno potrebbe prenderla per colombiana o magari brasiliana. Quel giorno vendeva accendini (quelli mignon s'intende, i quali a volte durano pochi giorni e rompono i coglioni quando accendi il gas della cucina ovvero ti bruci le dita ogni qualvolta cerchi di accendere!), non ne comprai alcuno ma li diedi ugualmente un paio di euro. Mi ringraziò ed entrammo così in sintonia LA DICIOTTESIMA DI BEETHOVEN O LA 42 DI STRAVINSKIJ Li toccai i capelli scuri sul lato destro del viso e glieli infilai intorno all'orecchio. E' una cosa che mi piace fare quando sono vicino a una donna (poco importa che sia matura oppure una signorinella) e che mi eccita non poco pure. Non l'ho mai fatto neanche tante volte quel gesto così come fu sorpresa allo stato brado quello che accadde subito dopo: chiesi infatti se conoscesse una ragazza più giovane in modo da poter organizzare un incontro sessuale a tre, threesome come vanno defindendolo i soliti anglosassoni (quelli di cui sopra) ed il sostantivo ‐ il quale deriva etimologicamente dal golf ‐ significa letteralmente "partita a tre" appunto! Che strani tipi soprattutto gli inglesi, essi hanno uno humour davvero sottilissimo e tagliente e come darli torto del resto visto che un incontro di sesso tra tre persone (non potendo definirsi un orgia in termini puramente matematici) è essenzialmente una piccola partita magari come quella degli scacchi in cui ognuno muove la sua pedina o le sue pedine per fottere l'avversario [FOTTERE QUELLI DELLA SCACCHIERA DARE A QUELLI SCACCO MATTO] mentre nell'altro caso lo si farebbe per procurarsi piacere o per darne a volta propria. Fatto sta che...diedi pertanto il mio numero ad Aurora senza tanti giri di valzer ma non mi ha mai chiamato né ‐ in veritas ‐ la rividi più da allora. Vi è da dire anche che il mio numero mobile fosse quello di un'altro gestore il quale raramente uso (o addirittura che potesse essere il vecchio numero del gestore con cui mi connetto ed uso per traffico telefonico usualmente). Non feci gabella a me stesso né mi fustigai a ritroso ma pensandoci dopo del tempo dall'evento debbo affermare che provai maraviglia di me stesso; quella era la seconda no la terza volta ch'ero stato così intraprendente con una donna in vita mia. Mi domandai dentro cosa fosse potuto realmente accadere, quale sconquasso termodinamico ed ultraterreno aveva potuto provocare ciò: lo avevo fatto forse per allinearmi all'intercalare "non c'è due senza tre" o magari perché in maniera recondita ed ultra inconscia m'era balenata nella testa quella tale storiella rompicazzo del numero perfetto ‐ il tre appunto ‐ che sin da ragazzino ebbi modo di leggere da qualche parte oppure che gli adulti ci propinavano ‐ credendoci automi già a quella età ‐ per darci idea che esiste per assonanza un mondo perfetto così talmente perfetto da rasentare la perfezione, anzi, di oltrepassarla e che si deve essere sempre perfetti altrimenti kaputt si è fuori (si resta fuori) dal mondo stesso? Macché nulla di tutto ciò...lo avevo fatto perchè era evidentemente scattata dentro di me ‐ d'istinto, appunto ‐ una molla supernova (tal quale alle note specie di stelle che vagano nell'universo intragalattico) quella fatidica molla che in tanti van chiamando "ticccck", la quale nella fattispecie propedeutica sta per [alias] "ogni tanto na bottarella de vita ce vole pure perché ce renne la vita meno amara e toglie pure er medico de torno" (meglio della mela in fondo!). Ogni tanto appunto, magari all'alba di un nuovo secolo anche se il fatidico duemila è cominciato da quasi cinque lustri!!!HO SEMPRE SCELTO IN DEFINITIVA ‐ TRASCORSA L'EDULCORATA & FANTASTIQUE ADOLESCENZA O ETÀ DELLO SVILUPPO CHE VOGLIA DIRSI E TRANNE QUALCHE BRRRREVE SCAMPOLO VISSUTO DA TRANSFUGA NEL MONDO DEI VERY NORMAL PEOPLE ‐ DI VIVERE NEL MIO MONDO OVVERO DI STARE AL MONDO SALDAMENTE ANCORATO AL MIO RINCHIUSO IN ESSO CON CHIAVI A QUINTUPLA MANDATAAA

AURORA SI SCOPÒ TRAMONTO ALLA CIECA QUASI ALLA RINFUSA (SENZA PRESERVATIVO AHI HAI!) DI SOPPIATTO IN UN SOL PIA...BOTTO TRAMONTO RINGRAZIO' DOPO IL FATTO [AVER FATTO] AURORA PER NON AVERLI PRESENTATO (IL) CONTO ["SCOPARE A GRATIS È SEMPRE BUONA COSA" DISSE NONNO ALFREDO AL NIPOTINO GIOVANNI UNA VOLTA MENTRE LI RACCONTAVA IL FAVOLELLO DI CAPPUCCETTO ROSSO E DEL LUPO CATTIVO]

...nello specchio guardatevi: vigliacchi
che scansate la pena della verità,
avversi ad imparare e che il pensiero
ai lupi rimettete
l'anello al naso è il vostro gioiello più caro,
nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna
consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto
troppo blando è per voi.
Pecore, a voi sorelle
son le cornacchie, se a voi le confronto
voi vi accecate a vicenda.
Regna invece tra i lupi
fraternità. Vanno essi
in branchi.
Siano lodati i banditi. Alla violenza
voi li invitate, vi buttate sopra
il pigro letto
dell'ubbidienza. Tra i guaiti ancora
mentite. Sbranati
volete essere. Voi
non lo mutate il mondo.
[Hans‐Magnus Enzensberger, un pezzo di Difesa dei lupi contro le pecore, da: Poesie per chi non legge poesie, 1957]

‐ Siiiii, ‐ rispose Sara, ‐ facendolo a mezza via tra il divertito (e sarcastico) e l'accondiscendente (mezzo incazzato direi!), la conosco, lavora con i cinesi! Sarà magari anche vero, cara Sara (ripetetti tra me e me in una sorta di gioco di parole anch'esso casuale direi) ma chi può dirlo? Forse gli accendini che Aurora vendeva il giorno in cui la incontrai erano davvero di provenienza cinese come sosteneva Sara, oppure provenivano da Forcella noto quartiere napoletano fermo restando che oggigiorno anche loro ‐ i partenopei ‐ si riforniscano dai cinesi di ogni cosa pensabile persino le mutande da uomo usate griffate Pierre Cardin! Nessuno può confermarlo né smentirlo (mi ripeto ma repetita iuvant si sa) visto che la risposta non sta scritta da nessunissima parte e nessuno va facendo i conti in tasca in questi casi (oppure la rivista come accadeva da bambino quando rubavo le caramelle dalla credenza in cucina oppure qualche spiccioletto dalle tasche della giacca di mio padre) proprio a chicchessia. Il grande Bob ‐ che di cognome fa DYLAN ‐ tanti anni orsono (quando io ero ancora poco più che un puttino) scrisse una canzone che calza a pennello all'uopo visto che la frase cardine è "vedi, caro amico, la risposta sta scritta nel vento..." (vi è da augurarsi che non si tratti di una bora tuttavia altrimenti...), ma le risposte talvolta non stanno scritte da nessuna parte forse perchè non ci sono risposte a ogni domanda: ma la cosa notevole, come sostengono vari filosofi, ed altamente importante nonché univoca tuttavia starebbe proprio nel porsele quelle domande pur se non vi si potranno mai dare precise risposte e circostanziate ‐ magari scritte pure ad inchiostro su carta pergamenata con tanto di timbro della Sacra Rota e marca da bollo appresso! Allora l'importante è porsele poi magari si vedrà...chi sopravvive vedrà. Meglio non divagare ulteriormente però, altrimenti qualcuno che legge potrebbe volersene a male e ‐ qualora fosse possibile ‐ userebbe il verbo "scantonare" o meglio l'espressione "stai scantonando" per farmelo capire. Dopo le ultime sue parole Sara mi liquidò con fare altamente frettoloso, quasi nevrotico, come è solita agire. Questa è una cosa abbastanza sicura anzi lo è molto di più essendo incontrovertibile (o incontrovertibilmente autentica) lo si intuisce senza farsi domande né cercare di darsi risposte di sorta!
‐ Ciaaaoooo! ‐ disse.
Sara è una ragazza strana dicevo ma no di quell'essere strani che si avvicina a essere anche un po' stronzi: quelli sono stronzi e basta lei invece è strana per davvero mica L'UOMO E' IL MARE DI ERNEST HEMINGWAY!

PARAGONI [TANTINELLO TAM TAM QUAM] IRRIVEREN...DEL CAZZO: UN AMANUENSE DELLA SLAVONIA E' COME UN SOLDATO COL FUCILE SCARICO ENTRAMBI SCRIVONO LA STORIA CON LA ACCA MAIUSCOLA E A LUCI SPENTE

Te ne accorgi quasi subito della sua stranezza estranea (o strana estraneità): lei vive in un suo personalissimo mondo fatto di stranezze ed estraneità appunto. Ma a me personalmente la cosa non scuote per nulla e non mi provoca nessuno scombussolamento cerebrale di sorta visto che anche io ho bazzicato quei quartieri della psiche e della mente insoliti i quali non sono per nulla scicccosi nè puoi paragonarli ai cosiddetti "piani alti" della 5^ strada a New York i Parioli a Roma Chelsea a Londra o Ville Lumiere a Paris, tutt'altro ti rendono davanti agli altri una rarità (UN VERME RARO DEL TIPO TENIA LUBRENSIS) e ti fanno sentire sbagliato SGARG! Psichiatri e stregoni della mente vanno usando per definirli la parola borderline, piuttosto che aggettivi come "maniacale" o "delirante", ultra tecnica e altisonante, da par mio invece ‐ che non sono da meno questa volta in quanto ad esterofilia liofilizzata (ma tant'EEEE visto che la branchia della medicina è una di quelle che più delle altre usa un vocabolario arcobaleno ossia del genere torre di babele con pinguedini e contaminazioni linguistico‐lessicali davvero multirazziali e prese a macchia di leopardo da ogni angolo di mondo) ‐ sovente adopero il termine "no fly zone" per catalogarli e distinguerli (differenziarli) da quelli post‐moderni o ultra funzionali (signorili e di lusso per alcuni) ovvero da chi si ritiene essere immune dal cadervici dentro ‐ magari soltanto per sbaglio piuttosto che per partito preso ‐ ritenendosi per questo soggetto modello dal punto di vista mentale o addirittura abbia una fottuta paura che gli strizza il culo solamente a sentirne parlare (ma la perfezione non esiste quando si parla del pianeta mente!). Faccio un esempio. Non di rado una donna (mi sembra si chiami Carmen) va bazzicando in città diverse strade del quartiere Tre Carrare‐Battisti ‐ fatta esclusione per il periodo covid è ovvio nel quale nessuno bazzicava in nessun luogo e da nessuna parte ‐ è un po' più avanti negli anni rispetto a Sara ma rappresenta l'exemplum vivendi di quel che ho appena scritto: quando era più giovane, poco più d'una venticinquina d'anni fa, credo fosse assolutamente normale ora invece vive in un mondo tutto suo (proprio come fa Sara) e quando cammina va parlando da sola in maniera che definire logorroica non è neppure mezzo quarto di eufemismo spicciolo e...la cosa insolitaa tuttaviaa non sta proprio nel fatto che ho scittto ma in quello che la donna proferisce parole senza senso rappezzate l'una con l'altra alla maniera in cui i secondi di un pugile che sanguina dall'arcata del sopracciglio d'un occhio qualunque cercano di tamponare il sanguinamento (alias alla bene e meglio) per evitare rischio di emorragie e che l'arbitro sospenda il match per ferita pericolosa QUARK ALLE RADICI DEL TIKK QUI'CASCA L'ASINO GUISHHH LUPUS IBN FABULA (ECCE HOMO) COME VOLEVASI DIMOSTRARE IL SACRO GRAAL NON ESISTE NESSUNO E'IMMUNE DA NULLA
C'è anche chi sostiene che le cosiddette turbe psichiche gli stati psicosomatici alterati la sofferenza psichica e addirittura la malattia mentale siano solamente dei bluff ma ciò è assurdo visto che la malattia mentale e la semplice sofferenza della psiche non sono chimere lontanissime ma esistono eccome invece, anzi hanno ben donde d'esistere anche loro a tutti i sacrosanti (e benedetti) effetti e con ogni santissimo crisma anche ‐ e soprattutto ‐ a dispetto di coloro che van pensando che essi guastino la bellezza del decoro urbano o stonino con essa. Ma va bene così in fondo e a ognuno il suo! Purchè non si tocchi l'opposto fenomeno della cosiddetta suggestione collettiva come è accaduto in epoche passate: non si può infatti qualificare per pazzi degli individui solamente se essi si comportano in modo diverso dalle convenzioni che reggono i normali rapporti sociali, politici, economici. La pazzia è stata sovente vista come un incubo secolare e nel Medioevo ad esempio il folle altri non era se no un invasato dal demonio da esorcizzare e, all'uopo, torturare o, comunque, escludere in toto dalla società. Ci fu una vera e propria caccia al folle tal quale di quella all'eretico col precipuo scopo di isolamento in contrasto con le naturali tendenze dell'uomo che nasce come animale sociale. Così facendo ancora (o nuovamente) la società attuale tornerebbe indietro di oltre cinque secoli in una sorta di "grande balzo" a ritroso in buona sostanza. Alla luce di tutto in definitiva mi sento di dire anzi ribadire che tanto Sara, quanto Carmen vivono nel loro mondo alla loro maniera e stanno bene così: quel mondo è ciò che li resta toglierle da quel mondo equivale un po' a tarpare le ali agli uccelli (che fine farebbe un gabbiano se li tagliassimo le ali? Oppure un falco pellegrino o un aquila reale? La risposta non necessita di esser data credo!). A proposito di depressione mi viene in mente che anni orsono una nota rock star britannica abbia detto: "la depressione è come una brutta influenza che non va mai via!". Sono d'accordo in parte ma la cosa più importante è saperci convivere o meglio esser consapevoli di dover conviverci. Rammento che più d'una volta ho frequentato in vita mia uno studio psichiatrico (lo chiamo in tal modo perché non mi viene altro in cui farlo) una di quelle volte all'incirca prima iniziare la mia seduta incontrai un cliente dello studio mentre usciva dallo stesso; li domandai allora il perchè stesse andando via e così lui mi rispose che il medico era entrato anche lui in analisi a causa di un esaurimento nervoso! Ridacchiai in maniera alquanto cinica dopo aver ascoltato tali parole e dentro di me pensai al famoso detto "Mors tua vita mea". Sono cose che capitano in fondo. C'è chi sostiene che malattie e stati mentali come ansia e depressione sono direttissime figlie del consumismo POST POST POST INDUSTRIALE: non so se sono da definirsi tali o possono essere considerate malattie post moderne o capital‐consumistiche, quello che so è invece che in epoche vissute dai nostri genitori o dai loro genitori la gente aveva ben altro di cui preoccuparsi e probabilmente meno fisime giravano intorno al cervello di ognuno, neuroni a parte evidentemente. Come a dire ad esempio: "non si può essere depressi se si ha lo stomaco vuoto!". Il discorso non è così semplice in effetti e non me la sento di colpevolizzare nessuno questa volta e poi so che non potrei farlo neppure volendolo perchè mi sentirei un rinnegato che va sputando nel piatto in cui ha mangiato più volte in fondo!Da allora comunque non ho più frequentato strregoni della mente ed affini non avendone voglia e seppur l'avessi avuta ‐ tuttavia ‐ non avrei potuto farlo perchè mi mancò il tempo materiale visto che fui occupato da incombenze di non lieve entità nel corso degli anni successivi, e sono andato avanti sempre e comunque ‐ alla mia maniera ‐ tenendomi i miei alti e bassi e tutto quanto potessi portarmi appresso (lo stesso Genet afferma che "l'uomo deve portarsi dietro tutto il suo carico di dolore, carne, sangue, merda!") servendomi del mio muscolo principale e della mia testa e prendendo la vita di petto ossia di viscere di getto di testicoli. Sara in veritas sembra essere sempre ubriaca (o in un perenne stato di allibita trance e sonnacchiosa seppur controllata e sebbene essa sia sveglia) anche quando ‐ forse o sicuramente chi lo sa? non lo è affatto: il bello tuttavia è che non sai mai se sia o meno ubriaca (oppure sobria). Non è facile però (ed è probabile che la cosa accada proprio per i motivi di cui ho detto) dialogare a lungo con lei: la prima volta che l'ho incontrata quindi sono stato alquanto fortunato!