La cornetta del telefono
Ciao, sono la cornetta .... La cornetta del telefono! .... si, il telefono: questo grosso oggetto nero su cui sto sdraiata. Siamo inseparabili, per via di quel lungo ricciolo nero, che se anche mi allontanassi non andrei molto lontano!
Un tempo ero nera e lucida come il pianoforte in fondo al salone: quel bel mobile maestoso che incute rispetto e ammirazione, specie quando mostra la sua lunga fila di denti bianco avorio. Sempre pronto, sempre impeccabile ... veramente splendido!
Così ero io un tempo, nera e lucida! ... non come ora che mi vedi coperta di polvere in quest'angolo poco illuminato. È un bene che tu non conosca la polvere: roba leggera e impalpabile sempre in agguato, corpuscoli infinitesimali che ti si incollano addosso piano piano, lenti e implacabili ti cambiano l'aspetto coprendo un po' alla volta il tuo antico colore, desiderosi di nasconderti.
C'è stato un tempo in cui la mia vita era molto diversa. Le fonti di calore che chiamano “persone” spesso si interessavano a me: mi prendevano e, tenendomi con forza, mi riscaldavano con i loro suoni, a volte per ore, assumendo strane posizioni mentre distrattamente giocavano con questo dannato ricciolo che mi tiene legata.
È colpa sua se oggi le “persone” mi ignorano, è colpa sua se rimango ancorata al telefono a morire di freddo.
Le fonti di calore sono cambiate: sempre in movimento, portano con loro cornette libere da legami che hanno sostituito la sobria eleganza del nero con colori di gusto orrendo. Le senti mentre chiedono attenzione con i loro suoni fastidiosi, le vedi libere godersi il calore delle persone che tanto mi mancano.
Cosa darei per provare ancora le vibrazioni dei suoni, la forte stretta che mi faceva sentire viva ...
aspetto che qualcuno si ricordi di me per una telefonata, che è questa la mia ragione di vita!