La Danza Della Vita
Perle di brama e meraviglia
‐il VII Canto‐ "La Danza Della Vita"
Tratto dal III Canto
" Les petites taches de rousseur "
Nel cuore delle foreste di Ambazac, dove il sole filtra tra le foglie d’autunno e dipinge la chioma degli alberi con sfumature dorate, viveva una musa dalla pelle bianca come la neve. Sul suo viso, piccole lentiggini, “les petites taches de rousseur”, brillavano come stelle, raccontando storie di meraviglia e innocenza.
Ogni notte, quando la luna piena illuminava il cielo, farfalle e folletti si radunavano per una danza magica. Era una danza dell’anima, un movimento che risiedeva in Venere stessa, e che faceva il solletico alla musa, facendola sorridere. Le sue lentiggini sembravano risplendere ancora di più sotto la luce lunare, come se fossero perle incastonate nella sua pelle.
Le foreste di Ambazac offrivano la loro mistica calma alla musa, avvolgendola in un abbraccio di serenità. Ogni foglia che cadeva sembrava sussurrare segreti antichi, e il vento portava con sé melodie di tempi passati. La musa sentiva il richiamo della vita, una vita che danzava, che moriva stremata in dissolvenza, ma che sempre trovava la forza di risorgere.
Era il ciclo eterno della natura, il volteggiare della vita che seminava speranze e sogni, facendoli dormire fino al prossimo risveglio. E così, ogni notte, la musa si univa alla danza, sentendo il solletico delle sue lentiggini, mentre farfalle e folletti invocavano alla luna.
Un giorno, la musa si destò dal rito notturno, ritrovandosi ancora una volta nella foresta incantata. Le sue lentiggini, questa volta, brillavano sotto il sole del mattino.
Capì immediatamente che la sua danza, da lì in poi, non si sarebbe più interrotta; sempre pronta a risorgere con nuova forza e meraviglia.