La forza della fiducia da La mia casa di E.Molasch

La macchina nera era passata di nuovo. Quando Nela si svegliò,
ricordò subito quel dettaglio. Era ora di farla finita e di chiamare
la polizia. Si alzò, cercò suo marito e non lo trovò. Disperata,
corse a cercare il figlio che era sparito a sua volta. Urlò. Fece tutta
la sua 'sceneggiata tragica', come la chiamava lei, ma non riuscì a
capire dove fossero finiti. Uscì da casa e, proprio in quel
momento, la macchina nera comparve di nuovo. Lei urlò, cercò di
scappare, ma qualcosa le fece perdere i sensi. Aveva annusato
cloroformio? Non se ne rese conto.
Quando Nela si svegliò, si trovò in un letto che non era il suo. La
luce che entrava nella stanza era diversa da quella che vedeva
solitamente in camera sua. Si alzò di scatto, nonostante avesse
ancora il volto bagnato di lacrime, e la testa intontita. “Liver!”
gridò. Solo in quel momento, si rese conto che l'atmosfera intorno
a lei era tesa e ostile. Non era a casa sua e non c'era né suo marito
né suo figlio. Ricordò la macchina nera. No, non era stato un
sogno. Guardò verso la zona della stanza da cui sentiva provenire l'astio. Vide due persone che non riconobbe. Loro, però,
conoscevano lei. Si guardavano dubbiosi. Non sapevano che fare.
“Oliver Dogs, suppongo. È lui che stai cercando” affermò la
donna.
“Sì. Come lo sai? Dove lo avete messo? E mio figlio? Cosa gli
avete fatto? Perché siamo qui?”
“Qui ci sei solo tu. Ti hanno scaricata da una macchina scura in
corsa. Ha fatto un gran chiasso quell'auto. Ha svegliato tutti”
spiegò la donna. “Sicura che non sia stato Oliver a buttarti fuori
dall'auto?”
“Come ti permetti!” urlò Nela, iniziando a gesticolare e urlare
all'italiana. Era nel suo sangue, non poteva farci niente e, quel
fuoco, era ciò che le dava vita. “Mio marito non farebbe mai una
cosa del genere. Tu sei qui con me, quindi mi hai rapita tu e vuoi
dargli la colpa. Non ti permetto di parlare in questo modo di lui.
Dove hai portato Liver? E Oli?”
“Tipico di lui, come poteva chiamare suo figlio?” disse la donna.
L'uomo accanto a lei sorrise come se quella avesse fatto una
battuta.
“Ho scelto io di chiamarlo così. Lui non lo sapeva neanche” disse
Nela. Raccontò tutto, come era solita fare quando doveva
difendere sé o qualcuno dei suoi.
“Tipico di Oliver” disse la donna, quando arrivò al punto della
storia in cui Nela aveva creduto che lui non sarebbe tornato.
L'uomo accanto a lei annuì di nuovo.
“E invece no” fece soddisfatta Nela e raccontò il resto
“O menti o ti ha raggirata per bene. Le persone non cambiano
tanto. Lui non può essere così mutato” protestò la donna.
“Ma tu chi sei, cosa vuoi, cosa sai della mia vita e di come io
cambio le persone!” gridò Nela. Lo fece appositamente, voleva far capire a quella persona che lei stava affermando e non
domandando. Era più di una domanda retorica, per lei significava:
tu non sei nessuno e non puoi giudicare. Non sai quante persone
ho aiutato e cercato di sostenere. Non sai che, a volte, io ci riesco
e cambio la gente.
“Sono Muriel” disse lei.
Nela capì al volo. Non ne conosceva altre. Non importava sapere
il cognome, bastava il nome. Ora sì che c'era astio. Lei non aveva
ancora perdonato Vitoria per non aver inteso lo sforzo di Oliver.
“Sei a Benchol” disse l'uomo. “Io sono Liam.”
“Lo so” disse rapidamente Nela, spostando lo sguardo da uno
all'altro. Prima di fare la sua 'scena madre', voleva usare
l'educazione e rispondere all'uomo. Guardò Muriel ed iniziò.
“Tu! Prima dici che hai amato una persona, che credi di
conoscerla, che non puoi vivere senza di lei, e poi, dopo una
lettera, cambi idea. Era stato chiaro. Ti aveva detto che non
poteva essere come volevi tu, ma eri la persona che aveva amato
di più. Ti ha coinvolta in qualcosa che non si può concedere a tutti.
Tu... tu non hai capito. Hai lasciato che lui”, indicò Liam, “si
lamentasse per il risarcimento che Liver ti aveva dato. Non ti sei
resa conto che, per una volta, si era preso le sue responsabilità?
Aveva pensato a te e al modo di farti tornare a casa senza spendere
un centesimo. Hai voluto restare qui, insieme al già ricco e potente
uomo di casa? Ok, ma poi non dire che è lui che ti ha presa in giro
due volte. Se una donna vuole un uomo lo dimostra. ” concluse.
“Perché, cosa avresti fatto tu?” chiese Muriel, offesa da quella
filippica. “Anche tu non sai niente di me e...”
“Io so!” la interruppe Nela.
“Quello che ti ha detto Oliver."
“Quello che hai scritto tu stessa nella sua biografia. Ops... che
peccato, ti sei tradita da sola. Il gruppo di Benchol ha fatto uscire
quel bel libro. Non so come faccia Karl a sopportarvi. Lui è amico
di Liver.”
“È mio zio.” disse Liam.
Nela passò da soddisfatta a delusa e sbuffò. Non aveva considerato
questo nel suo discorso. Era sempre così, dimenticava qualcosa.
“Ma che vuol dire, se lui lo rispetta ancora, se è lui che lo ha
incoraggiato a sposarsi.”
“Ah, ecco, altrimenti non lo avrebbe fatto” fece Muriel,
soddisfatta.
“Aveva solo paura. Il suo agente aveva...”
“L'amore dovrebbe cambiare le persone, se basta un agente...”
“Non è bastato, infatti. Ha ragionato e deciso da sé” urlò Nela. “Se
volete scusarmi, vado a cercare Liver, deve essere qui da qualche
parte. Voi siete i suoi nemici.”
Con una rapidità sorprendente persino per se stessa, Nela saltò giù
dal letto, raggiunse la porta e se ne andò.
“Forse abbiamo esagerato? Ma sembra tutto incredibile. E poi, chi
ci dice che possiamo fidarci di lei?” fece Muriel, quando la porta
si chiuse.
“Forse sì, ma basterebbe cercare informazioni su di lei” rispose
Liam. “Qualcuno che le ha c'è e non è così lontano.”
“Zio Karl!” dissero entrambi.
Nela corse giù per le scale chiamando il nome del marito, ma
nessuno le rispose. Gli occhi erano pieni di lacrime, vedeva a
stento e non ricordava a memoria la descrizione della 'casa'. I fatti
avvenuti lì erano ampiamente narrati nella biografia, ma lei non
ricordava tutte le descrizioni. Era più interessata a quello che faceva Oliver. Sbatté contro qualcuno o qualcosa perché inciampò
in un essere altrettanto indefinito.
“Oh, oh, attenzione!” esclamò divertito qualcuno, sorreggendola.
“Beth è vecchia, potrebbe farsi male.”
“Veramente mi sono fatta male io” borbottò Nela, poi capì.
Guardò in basso e sorrise. “Che bella!” Non aveva mai saputo
resistere al fascino dei cani. “Come si fa accarezzare! Scusa,
bella, non volevo farti male. Non ti ho vista.”
“Lo credo bene, hai gli occhi pieni di lacrime.” Il vecchio di fronte
a lei estrasse un fazzoletto da una tasca dei vestiti. “Prendi,
asciugati. Poi dimmi come mai sei qui.”
Nela cercò di ragionare. Il tipo ben vestito non poteva essere Karl,
allora chi era? Ci arrivò: durante i giorni trascorsi lì, secondo la
biografia, nessuno aveva incontrato lo zio John. Ecco, poteva
essere lui.
“John di Benchol” disse lui.
Nela si asciugò gli occhi e poi, come presa da un incantesimo,
ricominciò ad accarezzare Beth.
“È così bella” sorrise, alzò lo sguardo e si presentò: "Nela Silva
Dogs."
Strinse la mano dell'uomo anziano e sorrise. “Io so chi è. Nella
biografia hanno parlato anche di lei, non era qui, quando
accaddero i fatti, ma essendo lei il più importante uomo del
posto..."
"Oh, il più importante. Sono il vecchio del posto. Mi occupo degli
animali. È montagna, questa. La vita è dura.”
“Una tenuta in montagna? Mi sono sempre chiesta a quale scopo.
Non vi rende lustro. Di solito, la gente si cerca delle tenute in
montagna come seconda casa e ci fa lavorare gli altri.”
“Da quale assurdo mondo vieni? No, non si fa così, a meno che tu
non tenga più ai soldi che al luogo. Noi siamo nobili qui e questa è la nostra casa. Non ci importa di averne mille. A me, poi, è sempre
piaciuto di più stare in mezzo alla natura. È un posto sconosciuto
per di più. Se Karl non fosse diventato famoso per quei suoi
romanzi rosa, credo che saremmo nobili solo per la gente di qui.
Sai, questo è uno di quei posti che non è segnato su tutte le carte e
gli atlanti.”
Nela rise: ne conosceva un altro di posto così. “Come Uta”
sussurrò.
"Vuoi dirmi che è successo, Nela Silva Dogs?"
L'uomo sembrava essere la persona migliore di tutta la tenuta. Ne
parlavano bene e, per tutti, era un peccato che non fosse stato lì ai
tempi, secondo quanto diceva la biografia. Decise di fidarsi e di
raccontargli tutto.
“Tu sai, visto che hai letto tutto il libro, quanto sia stato difficile
per Muriel, no? Cerca di capirla. È come se un tuo ex avesse un
problema e portasse la moglie a casa tua. Tu sai che con te e con le
altre è stato un mascalzone ma, con questa nuova ragazza, invece,
sembra essere diventato un eroe. Non ti darebbe fastidio?”
“Io non ho avuto ex del genere. Mi sono sempre fermata in
tempo.”
“Ma scommetto che qualcuno ti ha fatta soffrire, giusto?” chiese
John.
Nela annui, colpevole.
“Bene, se ti ritrovassi ad avere in casa la moglie devota di quel
tipo che ti ha fatto soffrire, cosa faresti? Credo che tu debba dare a
Muriel un po' di tempo per abituarsi alle novità. Se ci pensi bene,
tu stai parlando di un uomo che qui è visto sotto tale veste solo da
Karl.”
Nela avrebbe voluto porre due domande che le esplodevano in
testa allo stesso tempo. Doveva scegliere, ma quale era la più
importante? E se avesse dimenticato quella più importante? Poteva
perdersi nel discorso di lui, porre nuove domande e... Insomma,
non cavarsela più.
“Perché, per lei non lo è? E ci sarà un motivo, se Karl vede Liver
come lo conosco io, quindi dov'è il problema?”
“Ragazza mia, io non lo conosco, so chi è grazie a ciò che ho
sentito, ma non posso dire di conoscerlo. So chi sono le persone
che me ne hanno parlato e le reputo affidabili, ma non credo
proprio di conoscerlo.” inizio John.
“Anche Muriel?” avrebbe voluto chiedere Nela, ma si trattenne.
Quello era un signore raffinato e lei doveva frenare le sue ire. Lei
non ce l'aveva con lui. Forse il lord riteneva Muriel affidabile
perché era diventata una parente, ormai.
Ma lei, perché nessuno voleva credere a lei? Era sempre stato così,
solo Oliver le aveva creduto e viceversa. Si ricordò dei suoi
abbracci e riprese a piangere.
“Su, su, non volevo dire che non è vero quel che dici. Non lo
conosco e non voglio schierarmi, tra l'altro, non è che se lui non
mi dovesse piacere non vorrei più conoscere te. Tu sei un'altra
persona.”
“E il 'chi si assomiglia di piglia'?” chiese Nela.
“E 'gli opposti si attraggono'? Così è stato per Muriel e tuo
marito, potrebbe essere così anche per te. Per quel che riguarda
Karl, lui dice che si rivede in Oliver e che lo ammira. Non so
perché, ma è così. Trova mille punti in comune.
“Anche lui, però, è affidabile, no?”
“A lui interessa la cultura e come usi le tue capacità intellettive. Ci
sono altri modi per usarle, ma a lui non piacciono.”
“Tipo?”
“Occuparsi della tenuta curando il giardino, gli animali... È anche
per questo che ne ho io il controllo.”
“Beh, se lei avesse visto mio figlio o mio marito me lo direbbe,
vero? Non li ha mai incontrati e sarebbero due estranei in casa sua.
Si accorgerebbe di loro, no?” tentò Nela.
“Non ho visto nessuno di sconosciuto, a parte te. Vorrei portarti in
un posto. Mi scuserai, ma da queste parti è spesso buio perché c'è il cielo grigio. Piove spesso. Vorrei portarti lì lo stesso. Posso? È
un posto che mi dona pace.”
Lei annuì. Entrambi furono colti dalla stessa illuminazione: “Beh,
meglio non andarci in pigiama.”
Una volta indossato dei vestiti presi in prestito dagli armadi della
tenuta, la coppia di amanti della montagna si avviò a fare un giro.
Nela si mise a raccontare di quando, da bambina, avrebbe voluto
avere come animale domestico una pecora. Aveva visto un gregge
bloccare la macchina dei suoi e si era innamorata delle pecore. Il
problema era che loro abitavano in città e in un condominio.
Quelle pecore erano animali del luogo che stavano visitando. Non
era sempre stata malata, almeno non ai livelli che l'avevano
rinchiusa al buio. Aveva visto cose e persone, aveva fatto di tutto
ma, alla fine, era rimasta sola.
“Lo so, la gente scappa” disse John. “Ha mille scuse. Hanno
emarginato anche me. Forse, ora, stanno imparando a conoscermi,
ma mi sono sentito solo a lungo. Tu sei una delle poche persone
che apprezza parlare della natura e degli animali.”
“È che sono andata in vacanza in montagna, non qui, ma in altri
posti e quindi un po' mi interessa. Mi dava pace. A volte, non
volevo più tornare a casa. Volevo trasferirmi là e vivere nella mia
casetta in mezzo alle montagne. Lì mi sentivo al sicuro” raccontò
Nela.
“Se restassi a Benchol? Potresti avere una camera permanente
dedicata solo a te.”
Nela capì che l'uomo si sentiva davvero solo e incompreso. Come
avrebbe potuto proporre una cosa del genere a una sconosciuta?
“Cavolo, ma non ti aiuta nessuno con queste cose? A Liam e
Muriel non importa della tenuta? Karl è anziano, ma se fosse più
in forma, lo farebbe di certo, lo so. A che serve chiedere aiuto ai
giovani, se poi non collaborano?” Era dispiaciuta per quel
vecchietto simpatico. A lei piacevano gli anziani.
“Tu lo faresti con costanza?” chiese lui.
“No, ma credevo che loro, essendo parenti e vivendo qui... Non è
il mio lavoro, ma se fossi al loro posto, qualcosa farei. Dovrei
essere più in salute, ma farei.”
“Beh, stai già facendo” rise John. “Mentre parli, mi fai compagnia
e il lavoro sarà meno pesante con qualcuno accanto”.
Nela aiutò John e, poi, lo seguì in un meraviglioso spazio aperto
sopraelevato che le ricordava Saint ‐ Nicolas, luogo che aveva
visitato.
“Vedi, anche qui, nonostante tutto, sento pace.”
Il viso era sempre stravolto, ma l'uomo era riuscito a farla stare
meglio. Si può soffrire ma avere qualcosa che ti consola.
“Se sei in pace, possiamo riprendere il discorso di prima.
Dai un po' di tempo a Muriel e Liam per conoscerti. Non sono
cattivi. Li conquisterai.”
“Perché dovrei, se loro non ne hanno dato a me? Io non ho più
molto tempo da buttare perché sono malata. Una situazione come
questa potrebbe farmi regredire e...”
Il vecchio la abbracciò: “Perché non glielo spieghi? Prova a dire
loro di conoscerti meglio perché non hai tempo per soffrire. Vuoi
solo vivere, dopo che sei stata già male. Hai raccontato la tua vita
a me mentre arrivavamo fin quassù, perché non farlo con loro?
Mio nipote è sensibile. Anche lui ha parlato male di Oliver, ma
perché non voleva vedere Muriel soffrire. Si è sfogato così. Se lui
vede una persona fragile, la difende. Lo so. Fatti conoscere. E
sono certo che ti aiuteranno a capire cosa sia successo alla tua
famiglia.”
Nela sorrise e accettò, seppure un po' preoccupata. Non era sicura
del risultato che avrebbe ottenuto.