La gita scolastica
A giugno di ogni anno nelle scuole di grado superiore vengono organizzate le gite scolastiche col tempo ribattezzate eufemisticamente di istruzione, didattiche o culturali ma di culturale non avevano proprio nulla, era un modo acchè ragazze e ragazzi, professori compresi si concedessero una vacanza dopo le ‘fatiche’ di un anno scolastico. Predica del preside prima della partenza: “Mi raccomando niente casini, mi rivolgo soprattutto alle ragazze, tenete a bada gli ‘zozzoni’ di turno, buon viaggio.” La meta preferita dagli istituti scolastici di tutta Italia nella maggior parte dei casi è la città di Roma con tutti ‘i fori e gli scavi’, nel nostro caso gli studenti erano romani e quindi gioco forza dovettero scegliere un’altra località. Un sabato mattino alla fine delle lezioni fu indetto un referendum dove recarsi in gita: le femmine votarono per Venezia, per loro città romantica, i maschietti Aosta, vinsero questi ultimi la ragazze masticarono amaro “volete andare fra i crucchi e le baitane, peggio per voi con noi avete chiuso.” Appuntamento dinanzi all’edificio dell’Istituto del liceo classico ‘Lucrezio Caro’, Giorgio Busalacchi l’insegnante di lettere responsabile della gita era stato preciso, partenza ore nove. Con lui la moglie Patrizia Angeli ed i figli Leonardo e Ginevra. Il buon Giorgio vecchio marpione (non tanto vecchio era quarantenne) trovò l’autista seduto al posto di guida, si aspettava il solito omone corpulento che guidava per molti chilometri senza stancarsi invece gli si presentò un giovane magro un po’ particolare, lunghi capelli castani con una fiezza bionda, lineamenti non proprio mascolini, giacca color giallo, pantaloni rossi, maglietta nera, scarpe basculanti (quelle degli atleti). Il cotale si presentò: “Sono Amelio Perasso, avrò il piacere di condurvi ad Aosta, città che adoro!” Amelio si era svelato, era dell’altra sponda ma ai tempi attuali anche gli omo sono se non rispettati sono almeno tollerati. “Caro Amelio con tutti stí colori addosso o sei della Roma o del Milan.” “Spiacente caro sono della Lazio.” (Per i non appassionati del calcio fra i tifosi della Roma e della Lazio c’è un profondo astio.) “Allora ce li hai proprio tutti i difetti!” Giorgio era quello della battuta facile, vide l’autista arrossire, per scusarsi: “Ti offro un caffè al bar.” Pace fatta, erano scoccate le nove: “Ci siamo tutti?” Patrizia: “Indovina chi manca? La solita ritardataria la contessina Lisa Buonarroti… sta arrivando una Lancia Flaminia, ci scommetti che dentro c’è lei?” Previsione azzeccata, Lisa aspettò che l’autista, toltosi il berretto le aprisse la portiera posteriore, lo stesso autista gli sistemò la valigia nel bagagliaio del torpedone. Sedutasi su un posto vuoto la ragazza salutò tutti con un cenno di mano, si sistemò una cuffietta alle orecchie per ascoltare la musica preferita. All’inizio del viaggio solo strade statali sino ad Arezzo poi l’Autostrada del Sole. Superato lo svincolo di Modena Giorgio: “Autista fermati a quell’autogrill, debbo cambiare l’acqua alle olive.” Battuta di dubbio gusto di cui solo i maschietti compresero il significato. Tutti studenti e professori scesero dal pullman, dopo circa una mezzora tutti di nuovo a bordo, mancava solo l’autista. “Dove cacchio s’è infilato quel frocione (pensiero di Giorgio), all’interno dell’autogrill nessuna traccia di Amelio, Giorgio malignò e ci azzeccò: l’autiere doveva essere nella toilette degli uomini, una sola porta era chiusa dall’interno, Giorgio bussò violentemente: “Vieni fuori maledizione stiamo aspettando solo te!” Ci volle qualche minuto prima che il signor Perasso venisse fuori, rosso in viso a vestito alla meno peggio. Giorgio comprese la situazione, sicuramente aveva trovato una gradita compagnia maschile. “Dammi il numero del telefonino del tuo datore di lavoro, non credo che tu sia in grado di guidare, come si chiama?” ”Romolo Troiani.” Amelio comunicò a Giorgio anche il numero del suo telefonino. “Signor Trioiani sono un insegnante che partecipa ad una gita scolastica, lei ci ha affittato un autobus, purtroppo il suo autista non si sente bene e non è più in grado di guidare.” “Che è successo a quel maledetto frocio?” “Niente di grave, posso prendere io il suo posto, sono in possesso della patente D), gliene mando una copia col Whats App, naturalmente se lei ha un’altra soluzione…” “Dove lo prendo un altro autista, i miei sono tutti in servizio.” “Allora resta confermato che guiderò io il pullman, penso che lei non avrà problemi a dare a me il compenso dell’autista oltre le spese d’accordo? “ Va bene, mi raccomando l’autobus è nuovo!” Amelio: “Che ci faccio qui, non conosco nessuno e come riesco a tornare a Roma…” L’autista aveva cominciato a piangere, spettacolo pietoso, Giorgio era in crisi che fare? Spinto dalla ‘pietas latina’ degli ascendenti romani prese una decisione: “Vieni con noi ma mi raccomando comportati bene soprattutto con i maschi.” Amelio, si sistemò nel sedile vicino alla contessina. Un’altra situazione colpì Giorgio: sua moglie era al penultimo posto vicino ad Efisio Cadeddu insegnante di Educazione Fisica, se la ridevano bellamente, il cotale forse non era una fonte di intelligenza (aveva la fronte bassa) ma quanto a fisico …. Giorgio pensò che stavolta era la volta sua a dover soffrire di mal di testa, d’altronde non poteva lamentarsi, gli capitava di avere qualche incontro ravvicinato con Anne Moreau insegnante di lingue, pari e patta! Ormai si era formata un’altra coppia Lisa e Amelio che la contessina guardava con ammirazione mah! Alle porte di Milano un autogrill molto bene attrezzato, c’era pure una sala di coiffeur ed uno negozio di vestiti e di scarpe per uomini e per donne. Lisa a Giorgio: “Il mio amico (Lisa era già arrivata all’amicizia) ha bisogno di una sistemazione migliore, fra circa mezz’ora potremo ripartire.” La mezz’ora divenne un’ora, molto malumore fra i componenti della gita ma all’apparizione di Amelio un coro di oh oh, il giovane era vestito elegantemente con i capelli a spazzola, sparita la ‘fiezza’ aveva un aspetto più mascolino. Giorgio: “Si riparte e stavolta niente più fermate.” Ad Aosta l’hotel ‘Belvedere’ mostrava di meritare il suo nome, all’orizzonte monti ancora innevati e un sottobosco di castagni. Riunione di tutti in sala mensa, i meno freddolosi fuori sul terrazzo dell’albergo. Cena con piatti tipici valdostani ‘innaffiati’ da un Barolo d’annata che portò all’allegria i commensali. Un grande salone, in fondo troneggiava un giradischi con dei CD indiavolati. Alla spicciolata tutti i componenti della gita pian piano si ritirarono nelle varie stanze senza tener conto delle raccomandazioni del preside, maschi e femmine misti. Seguì un silenzio generale, Giorgio in camera insieme alla moglie, dopo un attimo di imbarazzo i due presero a ridere, si abbracciarono affettuosamente, ci fu un wife swapping con Efisio e con Anne con ovvie conseguenze sessuali. Al primo raggio di sole in viso Giorgio decise di alzarsi, dopo una doccia e la colazione al bar passeggiata nel bosco, un refrigerio per i polmoni. Proseguendo nel girovagare il professore si imbatté in un capriolo femmina il cui piccolo cercava invano di attaccarsi ad una tetta materna, cattivo esempio di affettuosità animale. Dopo qualche metro Giorgio si imbatté in un grosso cespuglio che sbarrava la stradicciola, da dietro provenivano delle risate da parte di giovani, scostate delle frasche apparve la scena di Leonardo e di Ginevra che erano in affettuosità con i figli di Rosalinda proprietaria dell’albergo solo che….cazzo i due maschi si baciavano fra di loro come pure le femmine! Giorgio si avviò sulla strada del ritorno. Sconvolto e bianco in viso, incontrò Patrizia, la condusse nel salone e le rivelò quanto aveva visto. Dopo un attimo di esitazione: “Caro, i tempi sono cambiati, gli omo sono accettati dalla società, la loro natura non si può cambiare, l’ha detto anche il Papa, io sosterrò sempre i nostri figli come spero farai anche tu.” Pura teoria, a Giorgio era rimasto un dolore in cuore, proprio a lui vecchio ‘tomber de femme’ doveva capitare questa disgrazia. A pranzo la famiglia Busalacchi seduta allo stesso tavolo: Ginevra: “Sei il miglior papà del mondo, non ne desidererei averne un altro ma…” Un abbraccio affettuoso, i due fratelli erano stati accettati anche dal ‘pater familias’. Si sa che le cose belle finiscono presto, dopo una settimana, sistemate le valige nel porta bagagli del bus viaggio di ritorno per Roma, alla partenza per i quattro omo solo baci sulle guance con la promessa di tenersi in contatto. Alla guida del pullman si avvicendò anche Amelio con accanto la fidanzata, arrivo verso le venti sul piazzale dinanzi alla scuola. L’autista di famiglia con la Lancia Flaminia era in attesta della contessina; solita levata di berretto, appena una alzata di ciglio nel vedere che un maschietto, a lui sconosciuto entrare in auto con la ‘padrona’, rientro alla villa ai Parioli. Lisa ed il nuovo venuto vennero festeggiati dalla contessa madre avvisata dalla figlia via telefonino della novità. Per Giorgio e famiglia su una vecchia Fiat Tipo che aveva bisogno di ‘andare in pensione’, in via Magna Grecia la loro abitazione. I quattro ragazzi avevano telefonicamente deciso del loro futuro, Andrea ed Ortensia si iscrissero ad un corso di infermieri presso l’Ospedale Parini di Aosta, Leonardo e Ginevra, conseguita la licenza liceale, superato il concorso a circuito chiuso, si iscrissero alla facoltà di medicina e si specializzarono rispettivamente in andrologia ed in ostetricia, ognuno di loro aveva un buon motivo per quella scelta! Il tempo passò in fretta, Leonardo e Ginevra accettarono la proposta di Andrea e di Ortensia di trasferirsi ad Aosta per esercitare la loro professione nel nosocomio di quella città. Due novità piacevoli, in seguito ad inseminazione di Ginevra e di Ortensia nacquero Greta ed Edoardo due puponi bellissimi, occasione di un viaggio ad Aosta per Amelio e per Lisa per rivedere gli amici e per far da padrini ai neonati. Amelio non se la sentiva più di vivere alle spalle della fidanzata, dietro consiglio di quest’ultima decise di metter su una sua casa di moda al pian terreno della villa appositamente ristrutturato dal nome significativo ‘LES DIFFÉRENTES’. Inaugurazione in pompa magna con invitati tutti gli amici di cui alcuni omo. Considerata la poca conoscenza della professione da parte di Amelio, la contessa madre ricorse ai servigi di un couturier di cui era cliente, Amelio doveva imparare da lui la professione. Una mattina si presentò in villa Giorgio Impolloni: “Contessa lei mi ha fatto un piacere immenso, il titolare della ditta in cui lavoravo mi trattava malissimo dinanzi a tutti, frocione o Giorgina erano gli epiteti usuali, spero gli arrivino tutti gli accidenti che gli ho mandato!” La contessa Buonarroti stava invecchiando, espresse il desiderio a figlia e genero di diventare nonna. Inseminazione artificiale, a Lisa dopo due mesi cominciò ad aumentare il pancino, felicità da parte di tutti. Dopo i fatidici nove mesi le voilà: Lisa ‘sfornò’ Patrizio che aveva una caratteristica particolare: l’apparato sessuale molto sviluppato. “Tutto suo nonno il commento della contessa Buonarroti che ricordava ancora le prestazioni della buonanima. Giorgio ripensò a tutta la vicenda, quanti avvenimenti dovuti ad una gita scolastica!