La lettera ritrovata
Sarnano, 25 aprile 2022
Finalmente sono da sola con me stessa, beh non proprio da sola…
Eccomi qui dove posso ritrovare un po’ di pace, tranquillità e serenità.
Nei giorni scorsi, ho oltrepassato il monte Sibilla, che mi hanno detto essere la dimora di una fata buona.
Avrei tanta voglia di esprimere un desiderio.
Me ne sono andata dall’omonimo parco nazionale e sono arrivata ai margini sud della provincia di Macerata.
Non so se è realtà o leggenda, ma mi hanno raccontato che i vecchi cacciatori, grazie a un referendum, hanno preferito il loro sport all’entrare in un'area naturale protetta.
Tracciare una croce su un pezzo di carta è il pegno d’amore più semplice a cui io abbia mai considerato.
Non comprendo come questa scelta non si sia concepita come un’opportunità per migliorare. Essendo straniera meglio non farlo sapere troppo in giro.
Non è stato facile raggiungere questo luogo.
Non esiste una stazione ferroviaria funzionante.
Non arriva una corriera dalla capitale, anche se mi hanno detto che in passato esisteva. Purtroppo i tempi cambiano…
Per non parlare dell’inesistenza del porto. Il mare qui, neanche il miglior candidato sindaco lo potrebbe promettere in campagna elettorale!
Quanto mi mancano le distese d’acqua della mia terra.
Ho pianto davanti alla bellezza delle varie piccole cascate che sono qui intorno.
In questo periodo, devo trovare sempre un buon samaritano per ogni necessità.
Io senza patente mi sento ai margini di questa società basata sulle macchine. Santo autostop che dalla cittadina più vicina mi ha permesso di arrivare da queste parti.
Non avendo progetti, con il mio zaino in spalla, sono arrivata fin qui e quasi sicuramente da qui me ne andrò. Non c’è nulla che mi può trattenere.
Io, in questo periodo della mia vita sto cercando di non sentirmi un’emarginata.
Ho saputo che qui nel 1944 si fece la Storia con un pallone da calcio.
Un sergente nazista per risollevare il morale delle truppe, volle organizzare una partita.
Chi si fosse presentato per giocare, gli sarebbe stata risparmiata la deportazione.
La partita finì 1 a 1 con gli undici partigiani che corsero via verso i monti, guadagnandosi un po' di libertà.
Questo evento viene ricordato nel vecchio stadio comunale intitolato all’arbitro di quella partita, Mario Maurelli, che poi divenne anche internazionale, arbitrando due partite della Coppa dei Campioni.
Oggi la banda del paese suona in ricordo della festa della liberazione, quanto mi manca ballare e cantare la mia musica.
In questo paese l’acqua sgorga dalle fontanelle ininterrottamente, che bello sarebbe poterlo fare anche nel mio paese d’origine.
Mi hanno detto che ci sono anche delle terme con acqua sulfurea e che i cittadini non hanno voluto aggiungere al nome del paese la parola “terme”, non ho capito ancora bene cosa significa di preciso…
Forse alcuni pensano che in una grande città si viva meglio, con più possibilità, ma non sempre è così.
Sono le persone che, se si mettono in gioco, cercano di migliorare la propria esistenza, e, forse, un giorno ci riusciranno.
Mia nonna diceva sempre che non ci si rende conto su che miniera d’oro si è seduti fino a quando non è troppo tardi...
Infine, un piccolo consiglio sorridete un po’ di più anche agli sconosciuti, perché non sapete che tipo di guerra ognuno di noi sta combattendo.
Io spero di tornare un giorno qui con la mia famiglia in vacanza, quando la guerra nel mio paese si sarà conclusa.
Una mamma in dolce attesa scappata da un paese in conflitto.
La protagonista non ha nazionalità perché i conflitti nel mondo oggi sono numerosi.
In ordine puramente alfabetico, si potrebbe scegliere uno di questi: Siria, Israele, Myanmar (ex Birmania), Nigeria, Palestina, Russia, Ucraina, Yemen, perché tutti gli Stati sopra citati hanno distese d’acqua, musica e ricordi...
Riproduzione di una lettera ritrovata incastrata nel fondo di un cassetto.
Per non dimenticare!