La nave
Penetrando dense nebbie in una notte d'ottobre la nave, senza nocchiero né timone navigava in mare aperto...era sacro il suo cammino?! Una calma fluida l'accompagnava e le onde piatte, solcate di prua, si stagliavano innanzi a lei mentre lo stridulo lamento d'un grande e giovane albatros la seguiva alle spalle. D'un tratto, di traverso alla nave apparve tra le nebbie una stella colorata di rosso: sembrava un vecchio fantasma ma non era la stella che tutti attendevano, quella...polare.
‐L'appuntamento non è lontano! ‐ gridò un marinaio all'equipaggio. La nave, intanto, continuava a navigare ‐ seppur lentamente ‐ e le nebbie, nel frattempo, cominciarono via via a diradarsi. La ancestrale meta era sempre più vicina. Ad un tratto alcune macchie di luce squarciarono la notte ed il suo cielo e le nebbie, così, sparirono del tutto: era quello il "punto"! La nave cominciò ad inabissarsi in un vorticoso gigantesco gorgo: un attimo soltanto e scomparve...l'espiazione a quel modo s'era compiuta, quella dell'equipaggio e quella d'ogni uomo sulla terra. Dopo tutto ciò un'arcobaleno, colorato solo di rosso e nero apparve in cielo tagliandolo in due: preciso lo recise, come un chirurgo; mentre dal suo riverbero sul mare, proprio nel punto in cui la nave era scomparsa, uscì una bellissima sirena bianca: ella agitava due fuochi di Sant'Elmo tra le mani ed andò intonando uno strano canto di morte. I resti di quella nave dormirono per sempre negli abissi profondi del mare ma una bottiglia vuota tornò a galla: trentatré giorni dopo, su una solitaria spiaggia fu ritrovata da un vecchio pescatore con una gamba di legno...misteriosamente conteneva un foglio bianco senza nulla di scritto sopra. Il pescatore così lo estrasse dalla bottiglia, poi lo accartociò e lo lasciò sulla sabbia; dopo di che tornò alla sua capanna con la bottiglia vuota. La notte seguente il pescatore morì ma nessuno mai trovò una bottiglia nella sua capanna.
(da un quadro di J. W. M. Turner: "La nave negriera").