La notte di San Silvestro
L’anno sta per finire. Mancano solo poche ore e lo champagne è pronto per essere stappato. Michele, ultimogenito di una delle poche famiglie abitanti di quella via desolata, non si sente felice come gli altri. Una paura dentro, una prossima evenienza. Alle 23 i suoi genitori vanno a dare gli auguri ai vicini di casa. Suo fratello è a casa della fidanzata, lì festeggerà la mezzanotte. Michele dunque, è solo in casa. Ha un leggero mal di testa, pensa ai tanti sogni che ha fatto nelle notti precedenti, pensa a quella voce strana e misteriosa che gli ha augurato solo un felicissimo anno nuovo ed è finita con una risata ironica. E' così che finisce, ogni volta, il sogno, e Michele si sveglia impaurito.
“Devo calmarmi” pensa Michele. Si alza di scatto e va nello studio di suo fratello e prende il primo libro che gli capita… Il corvo di Poe… vuole distrarsi, desidera immergersi nella lettura per non pensare a quel sogno…
"Una volta, in una fosca mezzanotte, mentre, debole e stanco, meditavo sopra alcuni bizzarri e strani volumi d'una scienza dimenticata, mentre chinavo la testa, quasi sonnecchiando, d'un tratto sentii un colpo leggero, come di qualcuno che leggermente picchiasse, picchiasse alla porta della mia camera".
Michele comincia a sudare, ripete nella sua mente quelle parole… quelle struggenti consonanti, quelle lettere forti e violente creano ancora più ansia nella sua mente. Ad un tratto, sente un rumore, la porta si apre, ma la colpa è del vento che passa dalla finestra aperta del bagno. Michele si alza per andare a chiudere. Sente alle sue spalle una presenza e non vede nessuno… Tornato nello studio si concentra sul libro che pare grondare sangue da ogni pagina. Gli gira testa, la vista si annebbia poi sente il passo lento di piedi scalzi, delle voci cupe…
Sono i suoi genitori. Sua madre si accorge che è pallido.
‐ Miche', che ti è successo?
‐ Non è successo niente.
‐ Perché ci sono le luci accese dappertutto?
‐ Ho dimenticato di spegnerle.
Il padre gli fa uno sguardo strano, forse ha capito che Michele nasconde qualcosa.
‐ Vai a prendere lo champagne – gli dice – mancano venti minuti.
‐ Papà, ma i bicchieri nuovi dove sono?
‐ Ho dimenticato il cofanetto in macchina, aspetta, ora ti do le chiavi così li vai a prendere…
Michele va a prendere il cofanetto con i bicchieri di vetro. Mentre sta salendo le scale, quella voce gli dice:
‐ Miche', buon anno nuovo!‐ e ride.
Lui inciampa per le scale e cade. Si rialza, incredibilmente i bicchieri non si sono rotti, torna di sopra e appoggia il cofanetto sul tavolo. Poi va in bagno a lavarsi le mani.
Si guarda nello specchio e vede una faccia strana, misteriosa, sembra quella di un essere mostruoso che però scompare presto, tra uno sbuffo di fumo. Ritorna in cucina e non dice niente a nessuno.
Meno cinque, quattro, tre, due, uno… AUGURI! comincia un anno nuovo.
‐ Cosa c’è Michele?
‐ Mi fa male la pancia, mi fa tanto male…
‐ Forse è meglio se vai a letto.
Michele si infila sotto le lenzuola. E’ stanco, non ha voglia di pensare, vuole solo dormire. Ed ecco la porta si apre, un'ombra che non ha un inizio né una fine, non ha altezza né larghezza, è sulla soglia
‐ Ciao Miche'‐ sussurra‐ sono venuto a farti gli auguri…