La pietra

Stamane, di buon ora, all’angolo tra via Foria e Via Cirillo, un insolito movimento di vigili, che, a quell’ora si attardano, d’abitudine, al primo caffè, lasciando adito a ogni malvagità degli automobilisti contro i frettolosi pedoni, perennemente indifesi. Un lampeggiante carro dei pompieri sottolineava, già in lontananza, che la cosa doveva essere seria. Venivo avanti col passo del mattino, quello dell’anziano, che si sente rinvigorito dal riposo della notte. Il sapore dell’ultimo caffè, prima di uscire, il sole, prepotente e chiaro, mi davano un’euforia insolita.  Improvvisamente l’ho scorta. Una precaria recensione con un nastro rosso e bianco, ne delimitava il suo territorio. Uno spruzzo di mille frammenti le facevano da cornice. Lei era distesa su di un fianco e mi guardava.
‐“ Ciao, Lucio, in ritardo, stamane?”‐ Sarà stato un quintale di peso, nera, sporca, rozza, possente, tanto da non frantumarsi in quel volo, dopo che si era staccata dall’alto cornicione.
‐“ Sì, in leggero, ma quanto mai, proficuo ritardo, se questo doveva essere il nostro incontro.”‐