La poesia della prima volta
Ti amerà, ti amerà lui, quando ti avrà tra le braccia e stringerà forte, oppure sarai soltanto l'oggetto della sua passione, o per dirla in maniera più cruda ‐ e, ahimè, più realistica ‐ dei suoi bassi istinti carnali?
Ti guarderà negli occhi, in quel momento? Forse sì, probabile, anzi sicuramente ti guarderà, ma per quale motivo? Per sentirsi ancora più maschio, ancora più virile, nel vederti totalmente abbandonata a lui?
E poi? Si addormenterà come un porco, neanche dieci minuti dopo, ti sognerà almeno? Credo di no.
Si chiederà come ti senti, come puoi sentirti maledettamente sola, nella fredda notte che avanza? No, starà lì a russare, voltato dall'altra parte perché tu non esisti più, adesso che lo scopo è raggiunto, l'oggetto usa e getta ha espletato la sua mansione, è diventato un ammasso di carne inutile e corrotta.
Inutile piangere, nella grande notte apparentemente serena, tutti dormono, nelle case attorno, nessuno baderà a te, al tuo cuscino bagnato di lacrime, alle tue braccia che cingono i seni nel tentativo di scaldarti, alle tue gambe abbandonate che non hanno più alcun prezioso tesoro da custodire, il soffitto è sempre quello, bianco, con qualche macchia d'umido, sarà bene farlo rinfrescare.