La Stella di Natale
C’era una volta, tanto tempo fa, un re.
Il suo regno era sotto l’influenza di un terribile sortilegio: tutti avevano dimenticato cosa fosse il Natale e festeggiavano il 25 Dicembre come un giorno qualsiasi, un giorno nel quale si lavorava e si stava lontani dalla famiglia.
Una sera d’inverno il re, mentre osservava il cielo, notò una stella, più vicina e più luminosa delle altre. Chiamò a sé tutti i saggi del suo regno che annunciarono al re che quella stella avrebbe raggiunto la sua luminosità molto presto, proprio il 25 Dicembre.
Tra il popolo si sparse la voce che quella stella, presto o tardi, sarebbe caduta e avrebbe distrutto tutto e tutti. Spaventati, allora, cominciarono a prepararsi alla fine imminente.
Da lontano, dal suo castello di cristallo, una perfida strega osservava tutta la scena e se la rideva a crepapelle. Solo lei conosceva la dolce verità: quella stella, ogni anno, puntualmente appariva in cielo, ma nessuno la notava perché era troppo indaffarata a fare altro.
Il re non poteva lasciare che il suo popolo soffrisse e fosse spaventato: era un re giusto, buono e generoso. Decise di convocare a sé tutto il popolo:
‐Popolo mio, non temere! – disse il re.
‐Mio Signore, cosa dobbiamo fare? – disse una popolana.
‐I saggi mi hanno rivelato che la stella brillerà di più tra due giorni. Propongo a voi una bellissima cosa: Venite nel mio palazzo e mettete il vestito più bello. Smettiamo di lavorare il 25 Dicembre e, come una sola famiglia, festeggiamo questo giorno come il “Giorno della Stella”‐ proseguì il re.
Il popolo acconsentì alla richiesta del re e tutti lo applaudirono.
All’improvviso apparve una terribile nube verde dalla quale uscì fuori proprio la perfida strega.
‐Pensavo di avervi sistemato una volta per tutte! A quanto pare, proprio tu, hai la testa più dura del marmo! – disse la strega al re.
‐Sì, proprio tu! Maledetto! Non ti lascerò riportare la Festa qui. Dovete restare sotto il mio incantesimo!
Il re osservò la strega e, d’improvviso, ricordò di averla già incontrata.
‐Io ti conosco – disse il re alla strega.
‐Tu c’hai fatto qualcosa! Perché? – disse ancora.
‐Voi non meritavate di festeggiare questa festa. Io voglio la vostra rovina e non permetterò che Lui venga di nuovo in questo mondo, nei vostri cuori. Eravate troppo felici – proseguì la strega.
Il popolo gridò a gran voce: “Lui chi?”
‐Non lo saprete mai!!! Tra due giorni tornerò e oscurerò di nuovo il vostro cuore con un altro potente incantesimo‐ disse la strega e, con una terribile risata, scomparve nel nulla.
Il re e il suo amato popolo non potevano permettere che quella strega l’avesse vinta.
Così, riuniti i suoi consiglieri, il re cercò di trovare il modo per fermare la strega. Non poteva permettere che quella strega cancellasse, ancora una volta, questa festa dal loro cuore.
All’alba del giorno dopo, si presentò al palazzo, una fanciulla dolce e graziosa. Chiese di parlare col re perché aveva qualcosa d’importante da dirgli. Il re l’accolse volentieri.
La fanciulla esordì:
“Carissimo re, tu sei l’unica persona che può distruggere quella strega! Tempo fa l’hai sconfitta, ma lei, con un trucco, riuscì ad ingannarti e a lanciare il suo potente maleficio”.
Il re guardò, meravigliato, la fanciulla.
“Ragazza, come fai a ricordare questo?” – disse il re.
“Io non sono di questo regno. Vengo da un posto che oggi per voi è molto lontano. Sono qui proprio per aiutarti a sconfiggere quella strega” – disse la fanciulla.
“Domani, giorno più luminoso della stella, riunisci il tuo popolo. Chiedi a tutti di stringere la mano della persona che gli sta accanto in modo da formare una grande catena. Anche i bambini devono partecipare a questo gesto, anzi soprattutto loro perché le loro mani sono le più innocenti e più limpide di tutte. Poi verrà il tuo momento…”‐ proseguì la fanciulla.
Il re accolse, entusiasta, il consiglio della ragazza e fece preparare tutto il suo popolo a questo grande evento.
“Posso sapere il tuo nome” – chiese il re alla fanciulla.
“Abbi fede, mio re. Domani ti rivelerò il mio nome!”
Il giorno seguente, la strega apparve di nuovo in mezzo al popolo e oscurò il cielo in modo che nessuno potesse vedere la stella brillare.
Il popolo, però, non temette il gesto della strega e tutti cominciarono a stringersi la mano. La strega, dalla sua scopa, vide cosa stava facendo il popolo e continuò a ridersela a crepapelle.
“L’ultimo gesto disperato!” – esultò trionfante.
Poi, improvvisamente, il re gridò:
“Oh Luce, brezza che accarezza l’anima leggermente
riscalda il nostro cuore, col tuo Fuoco d’Amore, infinitamente.”
Tutti cominciarono a brillare formando così una grande luce che dissolse le nubi create dalla strega. La stella, in cielo, brillava ancora più intensamente e con la sua potente luce, unita a quella di tutto il regno, creò un bagliore così grande che la strega si disciolse all’istante.
Il re, così, ricordò: la stella era il segno di una festa speciale, che loro chiamavano “Natale”. In quel dì, tutti si fermavano per celebrare la nascita di un Bambino che avrebbe salvato il mondo e l’avrebbe condotto verso un mondo di pace. Anche il popolo cominciò a ricordarsi di tutto. Per molti anni non avevano festeggiato il Natale e non avevano più creduto in quel Bambino. Tutti esultarono di gioia, cominciarono a danzare, cantare.
Il re sorrise:
‐Forza, popolo mio! Dobbiamo festeggiare! Dio viene qui tra noi per salvarci‐ esclamò a gran voce.
La dolce fanciulla, intanto, si presentò nuovamente al re e disse:
“Eccomi, mio re. Ora finalmente posso tornare da dove vengo!” – esclamò al ragazza.
“Dolce fanciulla, da dove vieni e chi sei?” – continuò il re.
“Io sono la Speranza e sono nell’angolo più luminoso del vostro cuore. Col sortilegio della strega, vi eravate dimenticati di me e il vostro cuore era diventato sempre più buio. Il Buon Dio ha voluto mettere fine alle angherie di quella strega, che diventava ogni giorno sempre più forte, grazie alla vostra indifferenza, al vostro egoismo, alla vostra brama di potere. Per tanti anni quella stella era lì, che aspettava di essere guardata da almeno uno di voi”.
“Quella sera avevo una strana fitta al cuore. Ogni anno, lo stesso giorno, mi succedeva ma non davo molta importanza a questa cosa. Decisi allora di prendere un po’ d’aria, osservando il cielo, sapevo che tutto sarebbe passato” – proseguì il re.
‐Adesso tutto tornerà come prima. Ma ricordate: Non perdete mai la speranza, abbiate sempre fede nel buon Dio che vi ama e non vi lascerà mai da soli!” – gridò la Speranza, per poi sparire in un grande bagliore di luce.
Tutto il regno, allora, fece festa e da quel giorno, ogni 25 Dicembre, allestirono una piccola scenetta in cui ricordavano la nascita di quel Bambino che, col suo dolce sorriso, ancora oggi viene nel cuore di ognuno di noi per farci il dono più grande: l’Amore.