La Supposta E Il Razzo
Cosa accade nel cervello di una persona, nel caso il mio, svegliarsi la mattina e, ancora insonnolito, ripetere stancamente col pensiero un mantra tipo: ‘che differenza c’è tra una supposta ed un razzo?’ Che non sono una persona normale ed io a questo punto tale non mi ritengo ammesso che al tempo d’oggi tale parola abbia un significato, con quello che si vede e si sente in giro…In ogni caso non vi tedierò col raccontarvi la barzelletta, che tra l’altro non è nemmeno tanto spiritosa ma anche un po’ volgare. Mi giro nel letto e m’inebrio del profilo della mia consorte, inondato da un bel sole messinese. La cotale un po’ più giovane di me, diciamo molto più giovane che ha voluto sposarmi ad ogni costo ventiquattro anni addietro quando ancora non ero ancora disastrato come ora per aver compiuto il…simo anno di età (sono coetaneo della mia suocera) e bisognevole talvolta di una aiutino, si quello che avete immaginato, oggi, per fortuna, la farmacopea dà una mano ai non più giovani. Talvolta non ne avrei bisogno come questa mattina ma mai svegliare la dolcissima nel pieno del sonno, mal me ne incoglierebbe; mi limito a bearmi del suo profilo dolcissimo perchè quando si incazza… (è un leone ascendente leone!) Mi ficco sotto la doccia ma il rumore dell’acqua sveglia la non più dolce Anna che: “Non potevi aspettare… manco la domenica…” Per farmi perdonare vado in cucina e preparo una sostanziosa colazione con la quale spero di addolcire Keeta (leggi Cita, non ditele che la chiamo così, era la scimmia di Tarzan). Suo stiramento degli arti superiori ed inferiori, stropiccio degli occhi per riprendere la realtà: “Talvolta sei meno… del solito” Ho volutamente tralasciato l’aggettivo che, detto da lei, considero normale non offensivo. “Quante belle cose madama Dorè, o hai qualcosa da farti perdonare o vorresti…hai presente il colore bianco, è quello in cui andrai incontro per avermi svegliato.” La miglior risposta è il silenzio, non so chi l’abbia detto ma faceva al caso mio, cercai di cavarmela con una battuta: “Allora mi vesto a vado a Messa.” “Ma se ti hanno buttato fuori dal collegio dei preti per le vignette e le battute anticlericali che hanno trovato nel tuo diario, non ci credo nemmeno se ci fosse una giovane monaca arrapata, dì piuttosto che vai al circolo ufficiali a farti una partita a carte!” Io Alberto M. sono un ex colonnello dell’Artiglieria ma l’appartenenza a quest’arma non era a mio favore. “Come artigliere sei un po’, dico un po’ per aiutarti, fuori allenamento…” Era tutta una sceneggiata, Anna M. mi voleva un bene da pazzi ed era anche gelosa; quando durante una festa danzante al Circolo Ufficiali qualche vecchia signora si strofinava troppo con lo scrivente, la fulminava con lo sguardo e riprendeva possesso della mia persona! Ma non finiva lì: per mortificarmi agganciava qualche giovane Tenente e faceva finta di divertirsi un sacco alle battute, magari insulse del bamboccio, pensava di vendicarsi e farmi ingelosire ma io, da vecchio anticonformista non me la prendevo proprio a mi recavo al bar a parlare col barista giovane romano dè Roma come me. “A’ Romolè so quasi tutte nonne incartapecorite, esclusa ovviamente mia moglie ma tu…” “Quarcuna c’ià provato con me, magari se sganciano qualche migliaia di Euro…” “A lì mortè te metti a fa er macrò…” “Non so si ce la farei, con tutta quella pellancica che c’ianno, bah!” Un giorno una novità: mia cugina Silvana va in palestra che ne dici se ci vado anch’io?” Non c’era nessuna scusa per negare il consenso anche se istintivamente…”D’accordo fai come vuoi.” L’istinto non aveva sbagliato: dopo circa dieci giorni qualcosa era cambiato nel comportamento di Anna: non era più allegra come prima, parlava e sorrideva poco, talvolta la trovavo a letto, quando mai la mattina restava in casa, andava sempre in giro negozio negozio ma ora… e poi anche sessualmente…Pensai che non era il caso di fare domande dirette dato che aveva poca voglia di parlare e per non metterla a disagio ma fu Silvana che scoprì l’arcano. “Alberto sai quanto voglio bene a te e ad Anna ma ti devo dire che tua moglie..non te la prendere con me che l’ho portata in palestra ma…”Ho capito con chi se la fa?” “Col coach, è un giovane fusto affascinante che piace un po’ a tutte le ragazze.” Dopo mangiato, pipa in bocca: “Che ne dici se mettiamo in atto quello che abbiamo sempre sostenuto, rapporti di sincerità fra di noi, mi puoi dire la verità, non sono il tipo che crea casini.” Dopo un lungo silenzio:”Hai parlato con Silvana? Penso proprio di si, è difficile spiegarti l situazione, tu mi sei molto caro…” “Lascia perdere lo zucchero e vieni al dunque.” “Ho avuto rapporti con Massimo il mio istruttore, non pensavo mai che sarebbe accaduto una cosa del genere ma…è accaduto, qualsiasi decisione prenderai per me va bene.” “Non ho alcuna intenzione di perderti, cerchiamo una soluzione anticonformista, niente pannicelli caldi come dicono i politici, invita il tuo…amico a casa nostra, lo sorprenderai, digli che ho spiccato il senso dello humor, anche se ho qualche dubbio in questo caso e che non sono un tipo violento. Evidentemente Anna aveva molto faticato a convincere l’amante a venire a casa mia dato che erano passati quindici giorni dal nostro ultimo colloquio. “Che ne dici se domenica faccio venire Massimiliano, vorrei mangiare a casa nostra e non al ristorante, potrebbero esserci delle chiacchiere, che ne dici?” “La fatica sarà tutta tua perché dovrai cucinare e non ordinare cibi già pronti.” Almeno volevo risparmiare sulla spesa ed infatti la baby, dopo essersi recata in giro ad acquistare cibare da cucinare per il pranzo, la domenica mattina si alzò molto presto e si mise ai fornelli. In verità fece una bella figura ma di questo ve ne parlerò dopo. Il giovan signore si presentò tutto azzimato a mezzogiorno, posteggiò la sua Mini verde classica, auto inglese anche nel colore e bussò alla porta di casa mia. “Per favore vai tu, sto cucinando.” Una scusa per vedere come si metteva la situazione tra i due maschietti. Il cotale era vestito in modo sportivo, all’ultima moda e qui, pensò Alberto, lo stipendio della palestra doveva essere consistente, a meno che il giovane non avesse un altro genere di entrate…“Signor Alberto buon giorno, io sono Massimiliano…” “La conosco di fama, si accomodi in salotto Anna sta cucinando e la cucina è off limits. Caro Max io da buon romano sono per l’empatia, possiamo darci del tu, dimmi come sei giunto a Messina dato il tuo accento bolognese, mi sbaglio?” “No son proprio di Bologna, a Messina è stato trasferito a suo tempo mio padre impiegato di banca e ci sono rimasto.” Poco dopo apparve la mia consorte reggendo una cofana fumante (non sapete cos’è una cofana? gnurants) con dentro delle lasagne al sugo forse in onore del suo amico(è un piatto tipico di Bologna). Riempì i nostri piatti del succulento cibo e, sorpresa sorpresa, toltosi il grembiule di cucina apparve vestita con corta minigonna in rosso con una scollatura abissale , capelli a chignon, un colpo d’occhio al quale il bolognese rimase per un attimo come imbambolato. “Cara se ti presenti così invece di mangiare ci fai pensare al altre piacevoli cose, che ne dici Max?” “Sua moglie è affascinante, non so che altro dire.” Meglio così pensai brutto maiale che ti trombi la qui presente consorte, come se non l’avessi mai vista nuda! Seguirono portate di gamberi arrosto, alici marinate, sgombri già spinati, insalata di vari colori e, dulcis in fundo cannoli alla siciliana che penso che baby abbia acquistato in pasticceria. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi del mio amico Giorgio Brunori non poteva mancare e, insieme, con i dolci, lo spumante veneto Merlot. “Mes amies dopo pranzo sono abituato a fumare la pipa, siccome Anna non sopporta il fumo me ne vado in strada, con permesso.” I due amanti sicuramente erano rimasti sorpresi di tanta, come dire, generosità da parte mia, ma faceva parte della strategia, volevo metterli in difficoltà nel constatare tanta benevolenza da parte di un marito cocu. Portai fuori Pucci, a proposito non vi avevo detto di possedere un cane pastore tedesco e tornai dopo circa un’ora facendo entrare in casa prima il mio cagnolone per avvisare i due del mio ritorno. Li trovai un po’ rossi in viso mentre ballavano al suono di una musica brasiliana. “Vedo che avete i miei stessi gusti, per me il Brasile e soprattutto le sue femminucce mi fanno impazzire, anche a voi?” Massimiliano decise di averne avuto abbastanza e, con una scusa, si levò dalle balle. Anna si sedette sul divano, apparvero le sue mutandine rosse come il vestito. “Cara ma non siamo a Natale che ci si veste di rosso ad ogni modo stai molto bene e soprattutto sei molto sexy.” Anna andò in cucina ed apparve dopo circa mezz’ora. “Non ho capito cosa volevi concludere con questa sceneggiata, Max era molto sorpreso ed anch’io.” “Non ricordo chi disse ‘semper satisfare uxorem tuam’, ho messo in atto il detto latino…” Anna scappò in camera da letto e quando la raggiunsi la trovai piena di lacrime. “Ho fatto il classico ed ho capito il tuo messaggio ed ho pensato che…era il tuo amore che ti spingeva a comportarti in modo almeno inusuale per un marito tradito, io ti voglio ancora molto bene e ormai ritengo che la mia sia stata solo una sbandata sessuale che deve finire qui, sempre che tu lo voglia.” “Amore mio questa volta te lo dico in italiano: talvolta le corna servono per migliorare un legame affettivo, penso che sia così o mi sbaglio?” Un lungo bacio, la storia di Anna e Massimiliano era finita, l’amore aveva trionfato, forse la frase è troppo pomposa ma rispondeva alla realtà. A proposito del razzo e della supposta: il primo va in cielo mentre la seconda…ciao a tutti.