Le Adolescenti
Filippo Alessi era rimasto profondamente turbato nell’apprendere dal telegiornale l’uccisione da parte del padre di due figlie gemelle, avvenimento avvenuto in fase di separazione legale dalla moglie. Si era immedesimato nella situazione, anche lui aveva due figlie gemelle chiamate Grazia e Graziella. Solita storia, le nonne sia paterna che materna si chiamavano, aimè loro Aletto e Tisifone, erano molto agiate ed abituate che il loro desideri venissero sempre esauditi. Durante la gravidanza della moglie Maria Confalonieri, Filippo fu testimone, solo testimone senza facoltà di intervento della lite fra le due ave che, per una inveterata abitudine italica pretendevano che la futura nipote portasse il loro nome. Maria era contraria, non le piacevano proprio quei nomi fuori del comune; dopo una ecografia che portò alla luce una gravidanza gemellare decise motu proprio di chiamarle Grazia e Graziella sicura che le ricchezze delle due ‘megere’alla loro morte, per una clausola del codice civile sarebbero andate, almeno in parte a lei ed a suo marito. Presa di posizione postuma di Filippo a cose fatte: niente nome delle nonne, andavano bene quelle scelte dalla consorte. Coi tempi tristi che corrono questa diatriba sembra ed è una disputa futile ma il signor Alessi volle dimostrare che la sigla C.F. che risultava sul suo stato di famiglia non volesse significare solo ‘Capo Famiglia ai soli fini anagrafici!’ Anche Grazia e Graziella avevano appreso alla televisione dell’uccisione delle due ragazze da parte del padre, andarono nel soggiorno ed abbracciarono Filippo che si commosse. In coro: “Tu sarai sempre il nostro papino adorato!” C’era qualcosa di vero in quell’affermazione in quanto Filippo, al contrario di tanti padri non era mai stato geloso delle sue figlie nemmeno ora che a sedici anni stavano provando le loro prime esperienze sessuali. La mamma era stata esclusa in quanto, allorché le figlie avevano provato a farle delle confidenze in quel campo erano state liquidate con: “Mi ci mancava pure di avere due figlie puttane!” Conclusione: chiusura totale verso la madre puritana. Era stato papà Filippo allorché alle ragazze venne il primo flusso mestruale ad informarle su come avvenissero i rapporti fra uomo e donna anche nei particolari più particolari. Grazia e Graziella stavano imparando in teoria, senza falsi pudori i segreti del sesso ma la loro curiosità non aveva mai fine. “Papà abbiamo saputo dalla televisione che nei paesi nordici il sesso viene insegnato a scuola, ci vien da ridere, la nostra professoressa di materie letterarie oltre ad essere zitella e brutta è anche puritana, forse è lei che avrebbe bisogno di qualche insegnamento!” ”Siete bellissime, per
fortuna avete ereditato le caratteristiche della mia razza, capelli biondi, occhi grigio verde ed il fisico longilineo,avete anche il senso dello humour, parlate come i nipoti i Paperino una frase a testa!” “Papà non ci sposeremo mai, siamo innamorate tutte e due di te.” ”La bigamia è permessa solo nei paesi mussulmani, scherzi a parte, un po’ tutte le figlie da giovani sono infatuate del padre, col tempo troverete qualche vostro coetaneo che sarà di vostro gusto.” “Per ora non se ne parla, un branco di infantili, a scuola vanno in bagno a fumare e talvolta si toccano il pisello fra di loro me l’ha detto la bidella che li ha visti ed ha riferito la situazione al preside.” “Anche per i maschietti è un’età di passaggio, l’adolescenza è quel periodo lungo, complesso di transizione dall’infanzia all’età adulta caratterizzata da importanti cambiamenti a causa di ormoni impazziti e di assenza di maturità.” “E qui devi intervenire tu, noi vorremmo sapere tutto per quanto riguarda il sesso maschile vorremmo anche…” “’L’anche’ i maschi non ce l’anno!” cercò di celiare Filippo. “Vorremmo vederne un organo maschile dal vero ma non dei nostri coetanei che ne dici di farci vedere il tuo, solo vedere senza toccarlo!” “Mi mettete in crisi, sono si anticonformista ma a tutto c’è un limite!” “Abbiamo appreso da un giornale che in alcuni paesi occidentali è permesso sposarsi fra fratelli e sorelle…” “Ne sono venuto a conoscenza anch’io ma c’è un problema importante, potrebbero nascere dei figli malati…ma questo non vi interessa, di maschi in casa ci sono solo io!” Gli eventi in casa Alessi si stavano evolvendo, Maria, la mamma si ‘rintanava’ spesso nella vicina chiesa, diceva di insegnare il catechismo ai ragazzi ed alle ragazze del quartiere ma c’era qualcosa che non andava, niente più rapporti sessuali col marito, addirittura suo trasferimento nella camera degli ospiti. A Filippo la situazione non interessava gran che, era figlio di genitori ignoti, era vissuto in una casa famiglia a Capena vicino Roma, aveva trovato accoglimento ed anche affetto da parte di Luisa Monforti dirigente di una casa famiglia, vedova cui erano morti figlio e marito in un incidente stradale. Filippo aveva conseguito il diploma di maestro, aveva anche vinto un concorso, per riconoscenza aveva scelto la sede di Capena con gran gioia di Luisa. Proprietaria di terreni in quella località era Maria Confalonieri che si innamorò di lui, rimase incinta e lo sposò contro il parere dei genitori che avrebbero voluto un genero più importante dal punto di vista sociale. Maria era stata allevata fra agi e vizi, ogni suo desiderio veniva accondisceso ma presto si stancava dei suoi ‘giocattoli’ e così accadde con Filippo che fu invitato dalla moglie a lasciare il suo lavoro di insegnante per tenere la contabilità dei numerosi terreni a Capena e dei fabbricati a Roma compreso il palazzo di via Quattro Santi dove abitavano, anche quello era di proprietà di Maria. A scuola, in seconda liceale Grazia e Graziella erano benvolute soprattutto dagli insegnanti maschi, avevano la fortuna di essere belle, intelligenti e dalla memoria eccellente qualità non spesso abbinate in natura. Era luglio, Filippo con fuoristrada Jeep era costretto ad andare nelle campagne di proprietà della consorte per controllare la trebbiatura del grano ed altri lavori di campagna. Stavolta Grazia e Graziella vollero seguire il padre, Maria non si oppose anzi: “Divertitevi in campagna, la buona aria vi farà bene!” Quando mai Maria era stata tanto accondiscendente! Filippo non ci fece caso ma durante il tragitto le due gemelle: “Vedi papino tu non conosci la differenza fra uomini e donne non parliamo in campo sessuale, non hai capito che ‘gatta ci cova’, se nostra madre era così entusiasta della nostra partenza vuol dire solo una cosa: s’è trovato un amante e tu papino hai le corna!” Filippo comprese che quelle due figlie di…forse avevano indovinato mah! I tre furono accolti con gioia dai contadini che per riguardo per la notte concessero il loro letto matrimoniale alle due ragazze, nella stessa stanza, in un lettino al capo famiglia. La sera prima di andare a dormire festa sull’aia con canti e balli da parte dei villici i cui ‘puledri’ ballando con Grazia e Graziella, avrebbero voluto…ottennero solo delle gran risate da parte delle ragazze. Filippo si addormentò subito nel suo lettino anche se il materasso, riempito Di foglie di granturco non era particolarmente comodo. Sonno breve che fu interrotto da un corpo femminile che si posizionò vicino a lui. Al buio non riconobbe chi delle due sciagurate aveva osato non solo svegliarlo ma anche aprirgli il pigiama e mettere una mano sul suo pisello, era rimasto basito ma anche piacevolmente eccitato tanto da eiaculare su un tovagliolino prudentemente portato con sé da…boh. Come era giunto, il fantasma rientrò nel suo letto. Filippo rimandò le spiegazioni alla mattina dopo ma chi poteva incolpare? Le due mignotte (forse aveva ragione la loro madre) al mattino fecero le gnorri come se nulla fosse successo. Filippo le seguì su quella linea, era in dubbio come comportarsi. La mattina stessa partenza dei tre in Jeep per raggiungere un altro appezzamento di terreno dove ci sarebbe stata un’altra trebbiatura di grano. Durante il viaggio: “Avete fatto bene a sedervi di dietro altrimenti il vostro di dietro poteva venir “sculacciato!” Graziella:”Papino sei diventato un sadico, se vuoi ci togliamo gli slip ma niente sculacciate solo carezze anche al fiorellino che ha tanti interrogativi da porti.” Filippo riprese il suo spirito: “Ora avete anche la fica parlante!” “Niente volgarità per ora è solo un fiorellino vergine, quando ti deciderai diventerà una fica come la chiami tu.” Sconfitta di Filippo su tutti i fronti, ormai aveva smesso di fare il duro o meglio non voleva pensare a nulla, la cosa migliore. Consueta accoglienza da parte di un altro contadino e della sua famiglia ivi compresa la cena con sottofondo di canzoni villiche e danze. Filippo si sdraiò nel lettino ma non prese sonno in attesa…infatti poco dopo apparve un fantasma che glielo fece diventare duro con una mano per poi prenderlo in bocca, questa si che era una novità anche per l’interessata che, avuta riempita la bocca di sperma vomitò pure l’anima nel tovagliolino portato con sé previdentemente. Filippo poco dopo prese sonno, ormai si era abituato all’idea delle due ‘puttanelle’ che lo facevano sollazzare. I tre la mattina presto salutarono i villici e presero subito la via del ritorno a Roma. Un voce maligna dentro di sé convinse Filippo a posteggiare l’auto in garage e: “Facciamo una sorpresa a mammina!” Aperta la porta d’ingresso i tre non fecero alcun rumore nemmeno aprendo l’uscio della camera matrimoniale… uno spettacolo da kamasutra, Maria ‘cavalcava’ un non meglio conosciuto giovane che se la godeva alla grande. Filippo notò con stupore che sulla panchetta ai piedi del letto c’erano una tonaca nera ed un cappello da prete…Gli venne in mente una battuta fuori luogo: “Sia lodato Gesù Cristo!” non aspettandosi di ricevere in risposta ‘sempre sia lodato’, l’amante di sua moglie era un ‘bacarozzo’ come si dice a Roma. Il cotale schizzò via dal letto e si rifugiò in bagno, cosa inutile perché c’era solo una porta di entrata e di uscita dalla camera da letto. Maria frastornata, nuda, prese i vestiti del prete e glieli portò in bagno. Il prelato rivestitosi con una mano in viso uscì di corsa e imboccò le scale, la fifa gli aveva consigliato di non aspettare l’ascensore. “Cara, era un pó che non ti vedevo nuda, sei ancora niente male, una sera verrò a farti visita. In coro le due sorelle: “Niente visita a mammina, vecchio porco, contentati di…”Filippo era al settimo cielo, aveva tutti gli assi in mano, insieme alle gemelle fece un dietro front alla militare. In fondo sua moglie gli fece pena, sputtanata dinanzi alle figlie e poi, in caso di separazione legale il giudice sicuramente avrebbe pronunziato una sentenza a suo favore con tanto di assegnazione della casa coniugale e di un sostanzioso vitalizio. Dopo cena, Filippo chiese alle figlie di lasciarlo parlare con la moglie, bussò e poi entrò nella camera matrimoniale. Maria era distesa su letto completamente vestita. “Cara non voglio approfittare della scabrosa situazione, viviamo tutti la nostra vita come più ci piace, chi sono io per condannarti? (Filippo aveva copiato una frase del Papa). “Sai com’è successo…” “Non lo voglio sapere, seguita ad andare in Chiesa a fare il catechismo ai giovani, seguita anche la liaison col prete, la vita è breve… “L’ultima frase non era gran che originale, da vincitore Fil. non voleva infierire sulla consorte. Le due gemelle ripresero il discorso col padre: “Prima di conoscere da vicino qualche nostro coetaneo vogliamo che tu sia il primo a fare conoscenza col nostro fiorellino, sarà il nostro omaggio ad un padre favoloso.” “Mi avete messo in crisi, non so che dirvi, cambiando argomento vorrei solo che voi prima di impegnarvi con qualche ragazzo me lo faceste conoscere di persona, oggi ci sono in giro tanti giovani ‘particolari’ che potrebbero rovinarvi l’esistenza, d’accordo?” “Ti riferisci ai tanti iscritti alla LGBTQ, ne abbiamo sentito parlare, siamo d’accordo con te.” Domanda a se stesso di Filippo, ‘dove cavolo avevano appreso quelle notizie le due sorelle?’ Mah. Il primo ad essere presentato al futuro ‘suocero’ fu un certo Ciccio Pochetti che faceva onore al suo nome, era magrissimo ed alto. “Signore ho il piacere i conoscere il padre della mia prossima fidanzata, sono un artista, un pittore, talvolta espongo i miei quadri a via Margutta.” “Che genere di quadri?” “Molto moderni.” “Riesci a venderli?” “Ad un artista non si può parlare del vile denaro!” “Senza il vile denaro come fai a campare?” “Questo non dovrebbe essere un problema, Grazia mi ha detto che voi siete ricchi.” “A coso va a fare er magnaccia artrove e tu, piccola mignotta vergognati per aver voluto prendere per il culo il tuo adorato padre! ‘A via Margutta, fatte ‘na passeggiata artrove!” Filippo aveva usato il romanesco per essere più incisivo e credibile. Le due gemelle ridevano a crepapelle: “State scherzando col fuoco, tra poco assaggerete nel vostro delizioso popò l’ira funesta che…” “Papino non sei convincente, prima del popò dai uno sguardo al fiorellino, vale quanto detto in precedenza, sarai esclusivamente il primo.” La mamma era sparita dalla circolazione, la cameriera Rosa veniva a servizio solo la mattina, i tre si trovarono ad assaggiare una libertà assoluta non prevista. Le due sorelle avevano preso l’abitudine di girare per casa nude, una sera spinsero il papino sul letto matrimoniale ed al grido: ‘nudo, nudo.’ Lo spogliarono e presero a baciargli ‘ciccio’ che si inalberò di brutto. Filippo ebbe un attimo di lucidità a: “Ragazze non scherziamo col sesso, è piuttosto facile che ci scappi di mezzo una gravidanza, oggi stesso andrò ad acquistare delle pillole anticoncezionali adatte a voi giovani.” Filippo non si recò nella farmacia in cui recava di solito, né trovò una in via Merulana: cartellone sopra l’ingresso: ‘Farmacia Cannavò’ e sotto un fico d’india. Filippo al computer si era informato sui contraccettivi adatti alle giovani donne. Dinanzi al bancone c’erano due dottori uno anziano ed uno più giovane, si rivolse a quest’ultimo: “Dottore mi occorrono quattro confezioni di ‘Klaira’. L’interpellato: “Signore io la conosco, abitiamo nello stesso palazzo, io sono Pippo Cannavò, questo è mio padre Calogero. Le do un altro contraccettivo tenuto conto dell’età di sua moglie, eccole il ‘Mercicon’, mi permetta un omaggio.” Filippo ringraziò a denti stretti, maledetto impiccione. Dovette arrivare quasi alla Stazione Termini per trovare un’altra farmacia, qui ottenne le quattro confezioni di ‘Klaira’. A casa: “Bimbe belle, ogni sera prendete una di queste pillole senza dimenticarvene nessuna, mi raccomando.” “Nel frattempo cosa facciamo?” “Quello che avete fatto in campagna, seghe e pompini, a proposito che di voi due me l’ha preso in bocca?” “Non lo saprai mai vecchio zozzone!” Frase seguita da baci a non finire. Una celebre canzone recitava: ‘Il tempo passa e va, e va e va, e va portando via con sé l’amor…” Il tempo passava molto lentamente, le due gemelle avevano ripresero a frequentare la scuola conoscendo sempre nuovi giovani non presentati mai all’adorato papà, erano troppo scalcagnati. Arrivate e finite le mestruazioni:” “Caro Filippo è giunto il tempo ma non quello delle mele, scegli tu chi vuoi avere per prima di noi due.” Un conto è la teoria diversa è la pratica: “Non so se riuscirò a far alzare il mio pisello, è un passo importante soprattutto per voi, sono in crisi!” “Fatti passare la crisi e scegli. ”Voglio per prima Graziella, ho capito che è stata lei quella del pompino.” “Sei finalmente riuscito a sapere quello che volevi ad ogni modo saremo ambedue presenti al momento fatidico, io Grazia ti bacerò in bocca, Graziella…” Filippo pensò bene ad un cunnilingus che portasse sua figlia ad avere un orgasmo con relativa vagina umida. La ragazza fu stoica, sopportò bene l’immisio penis di Filippo che fu molto delicato, anche lo spruzzo sul collo dell’utero fu di gradimento di Graziella, Il solito tovagliolino accolse le poche gocce di sangue. Filippo rimase a lungo dentro la fica di sua figlia sino a che ‘ciccio non si ritirò in buon ordine. La sera una cena leggera, a Graziella naturalmente faceva un po’ male la cosina ma roba sopportabile, si sentiva una signora. Grazia nei giorni successivi non si era fatta avanti, il padre non le chiese nulla, forse era in crisi per motivi personali, forse aveva un po’ di paura…Una notte Filippo dormiva nel lettone, dormiva tanto profondamente che ci volle del tempo prima che si accorgesse di un fiorellino dinanzi a lui. Si svegliò di colpo, e prese in bocca il clitoride di Grazia che reagì prontamente dopo un delicato immissio penis con un orgasmo prolungato anche perché in seguito l’uccellone paterno aveva sollecitato il suo punto G tanto da non farle praticamente sentire il dolore. Quando si ripresero Grazia aveva le lacrime agli occhi. “Dì a papà ti sei pentita, mi fai sentire colpevole!” “Assolutamente no, stavo pensando che difficilmente io e mia sorella potremo trovare coetaneo di nostro gradimento che sessualmente sia al tuo livello, papà sei un grande” “Si, del cazzo!” la risposta poco elegante dell’interessato!