Le Rondini
Ma poi il vento dispettoso decise di corrompere le rondini e regalò a loro le mie carte, le carte con cui stavo giocando a un gioco vincente. Ogni rondine ne strinse una nel becco e se la portò a spasso durante i suoi voli pazzi e veloci nel cielo terso, così terso e limpido che io potevo vederle bene. Rimasi così, col naso per aria sul mio balconcino a guardare, col fiato sospeso, in attesa, e sofferente. Ma le rondini non sono dispettose come il vento, e quando mi videro volarono verso di me e, una alla volta, depositarono sul tavolo della cucina le carte che il vento mi aveva rubato, riprendendo poi subito la via del cielo. Ma non c'erano più tutte, le mie carte, alcune erano andate perdute chissà dove, e comunque ormai quelle rimaste erano scompigliate, e il gioco era distrutto. Restai lì a fissarle pensando che avevo due strade: lasciar perdere tutto e rinunciare al gioco, oppure cominciare un gioco nuovo, con meno carte e senza certezze. Scelsi di ricominciare. Servivano nuove risorse, più fantasia, più determinazione, serviva inventarsi un nuovo modo di giocare, e soprattutto serviva difendersi dal vento dispettoso.