Little Tony bye bye
Il consumismo fece il suo ingresso trionfale in casa nostra sotto forma di radio.
I nostri genitori la posarono sopra una mensola su cui prima sistemarono, a mo’ di altarino, un centrino con i bordi in pizzo.
La mensola naturalmente era collocata a un’altezza per noi bambini irraggiungibile.
Durante l’ascolto succedeva una cosa strana: se passava un aereo misteriose voci sostituivano quelle del conduttore e, di colpo, sembrava di trovarsi nella torre di controllo dell’aeroporto o addirittura a bordo.
La radio aveva un bell’aspetto, oltre a una linea sfrontatamente moderna; dentro però era ancora un apparecchio a valvole, e come altri suoi simili aveva il destino segnato.
Dall’evoluzione tecnologica? No: dal caldo.
Un giorno d'estate una di quelle valvole si surriscaldò e la voce prese fuoco: parole che diventarono sibili, poi una fiammata e alla fine una nuvola di fumo che annerì il muro.
In sua sostituzione, dopo alcuni mesi arrivò una radio usata. Era un vecchio modello, ma portava con sé due grosse novità: la prima era che, visto peso e dimensione dell'apparecchio, lo stesso non poteva più essere collocato sulla mensola; la seconda che nella radio era incorporato anche un giradischi 45/78 giri.
Arrivarono anche alcuni dischi, pochi per la verità, tanto che a volte, per introdurre una variante, li facevamo girare a settantotto anziché a quarantacinque giri; la velocità deformava in modo ridicolo la voce dei cantanti.
Il disco più bello tra quelli che col tempo ci regalarono fu senz'altro "Cuore matto" di Little Tony.
Un giorno d'estate dalla nostra via passò un ambulante, dalle trombe poste sopra la cabina del suo furgone uscivano le parole di una strana canzone, narravano di un signore che per andare in America chiedeva a sua madre cento lire: gli stessi soldi che a noi davano nei giorni festivi per recarci al cinema dell’oratorio.
Ci fermammo un attimo, più per curiosità che per interesse, ad ascoltare, per tornare subito dopo ai nostri passatempi.
Papà invece uscì da casa correndo; poi rientrò, prese un disco e si precipitò di nuovo fuori.
Lo seguimmo incuriositi e ci accorgemmo che stava barattando il quarantacinque giri di Little Tony con quello dell'ambulante.
Le nostre suppliche non sortirono l'effetto desiderato e a noi rimase in casa quello strano disco.
Lato B: "I pompieri di Viggiù", eroi popolari di una guerra in tempo di pace, che spegnevano i fuochi e infiammavano i cuori delle giovani donne, sempre pronti a pompare qua e la su e giù.
Lato A: "Mamma mia dammi cento lire", una bella storia ma con un finale triste; quel figlio alla fine, nonostante la madre fosse contraria, partì per la sua America ma giunto in alto mare la nave che lo trasportava s'inabissò.
Del resto con cento lire non poteva che essere una carretta e quindi più adatta alla pesca che alle traversate oceaniche.
Little Tony invece ci lasciò con una voce che diventava sempre più debole via via che il furgone si allontanava, fino a sfumare definitivamente quando l'ambulante imboccò la prima curva della strada.