Lontanamente vicini
LONTANAMENTE VICINI
“Quello che gli occhi racchiudono è ciò che l’anima contiene”
Quel giorno non lo potrò mai scordare, era l’estate del 2003, il sole bruciava sulle strade di Bologna, io passeggiavo di ritorno da un giro lungo piazza Malpigli e nell’ennesimo bar.
Si, mia mamma mi dice che frequento troppo i bar, comunque andavo alla ricerca di un qualcosa, sapevo già tutto ciò che mi sarebbe dovuto accadere poi, avevo già intascato un biglietto per Londra d’aereo, cribbio io dicevo che me lo meritavo come scrivevo in tutte le mie poesie che mi davano del sollievo e del tedio perché in paese venivo deriso come tutti i poeti, incompresi, soli, amareggiati e stanchi della vita.
Comunque arrivo al DSC il mio dipartimento di Via Azzo Gardino, nome indimenticabile, chissà mai chi sarà sto Azz, de cazz Gardino, poveretto che Gesù mi perdoni.
Comunque vado lì saranno state le 3 del pomeriggio, anzi tre e mezza quattro.
Io appena entro nel cortile deserto noto subito una parte di cielo anzi una cosa che stavo follemente per lasciare sfuggire, una ragazza che aveva una bellezza quasi cristallina e da bravo rompipalle mi siedo li sulla panchina accanto a lei! Indossavo forse una camicia a scacchi bianco‐neri della” Energie” con il mio inseparabile marsupio Kappa, “Come ti chiami tu?”
“Stella” , io “Piacere Carlo, che fai qui studi?” “No, sono con una mia amica che studia qui, io lavoro in una cooperativa dove stampano il braille ”, “ah ciao” le faccio all’altra ripresentandomi, “piacere, “a che anno sei?” lei: “secondo”.
Io logorroico continuo parlando della mia vicenda dell’estate scorsa: “Io sono vivo per miracolo sai, ho avuto la meningite l’anno scorso, ho avuto due interventi in dieci giorni al cervello”
Stella: “Ah mi spiace, ma adesso come stai?” Io: “Bene anche se mi sento giù, ho perso la memoria, la ragazza tutto sai sono cose che ti cambiano la vita ma ti fanno scoprire la sofferenza e l’amore verso Dio, il prossimo, la famiglia”.
“Adesso mi piace scrivere poesie sai, vuoi sentirne una” lei mi dice che non se ne intende e così estraggo dal marsupio il mio plico di fogli con la cartolina di Jim Morrison e Oscar wilde che ora sono seppellite in sgabuzzino in attesa di essere riesumate per qualche migliore sistemazione.
Di punto in bianco le dico a Stella, l’altra si chiama Lisa se non sbaglio..”Mi daresti il tuo numero” e lei: “ah così di punto in bianco” e io “si dai avrei bisogno di qualcuno che mi spiegasse le vie di Bologna che il prossimo anno tornerò penso a studiare”
“Mah, non lo so mi dice lei, alla fine per fortuna lei accetta scrivendomi in un bigliettino il suo numero di casa e di cellulare”
Io mi reco a prendere il treno salutandola e dicendogli che ci saremmo sentiti presto.
Il giorno dopo dovevo ritornare con mia mamma per chiedere una riduzione sulle tasse universitarie…
Le mando un messaggio che forse recitava così: “ciao dolce Stella dagli occhi del cielo e dai capelli del campo di grano appena mietuto, possiamo trovarci oggi che vengo con mia mamma a Bologna?”
Lei mi dice che va bene, “Ci vediamo davanti a lettere e Filosofia alle 10:30‐11”, era giovedì forse 13 luglio 2003 avendola conosciuta proprio il giorno del suo compleanno il 12 luglio, io e mia mamma la aspettiamo ed eccola la meraviglia delle meraviglie : STELLA. Lei vestita in jeans, “Converse” piccoline come i suoi piedi di fata e la borsa di canapa o qualche stoffa forse presa alla rinfusa al mercatino o in qualche cooperativa, una maglietta rosa della”Champion” che lasciava intravedere due piccoli seni meravigliosamente celati e un sorriso da far innamorare anche un clochard..
Mi aveva scritto se avevo sentito una notizia di una donna Nigeriana che aveva ucciso i suoi figli, io non l’avevo sentita, perso com’ero nell’attesa straordinaria della partenza per la terra che da un anno sognavo a questa parte.
Lei via SMS mi scrisse: “Mi spiace, ma allo steso tempo mi fa stare meglio pensare che siamo in due , è così difficile sia fare i figli che essere genitori credo, ti va di parlarne Stella.” Ho ancora quell’SMS sul telefonino e mai lo cancellerò! Ho quelli di Esther che conobbi poi a Salisbury, di Claudia e però come lei non avrei mai + forse tranne che Bianca poi l’anno successivo incontrato nessuno!
Mia mamma e la sua amica ci abbandonano e io e lei cominciamo a camminare verso piazza maggiore e le due torri:
“Che musica ascolti?” le faccio e lei, ma il reggae il pop,o l’hip hop , non ricordo bene tutti i cantanti che mi citò io le parlo di Avril Lavigne canticchiandole complicated, SkaBer oy e lei mi porta essendosi fatta ora di pranzo ad un bar di Via zamboni che aveva i buoni pasto, prendiamo due sandwich, io presi della pasta forse; io le parlavo del Titanic, praticamente i miei argomenti di conversazione erano quei quattro stereotipi messi li allora, come la malattia, la sofferenza, MTV dove andai a recitare le mie poesie, Avril, il Titanic, Berlusconi e poco altro ancora, ma la sua pazienza e la sua umanità sono qualcosa che oggi mi fa non rabbrividire, ma dire che morirei per Te!
E ringraziare Iddio che tra tutte le coincidenze e i casi del mondo me l’ha fatta incontrare!
Alla fine nel tardo pomeriggio lei mi chiese se volevo andare a casa sua, io si che volevo ma poi ci ripensa e mi dice che è meglio di no, perché c’è sua mamma e non è contenta che porti degli estranei in casa così alla prima.
Ci salutammo poi per risentirci nel 2005, si sua mamma vista l’insistenza del mio cercarla anche in Inghilterra ci pose un divieto o una specie di restrizione, ci disse, mah se volete vedervi non so ogni 3 mesi va bene, ma non tartassarla così vista l’insistenza con cui le telefonavo; lei poi mi disse che sarebbe andata in Croazia, ma era in montagna se non sbaglio mentre io ero a Salisbury a stradivertirmi, lei mi disse che alcuni la paragonano ad Avril Lavigne. Io dico che è cento e cento e mille volte più bella di Avril che comunque amo per la gioia che mi da sempre sentirla cantare. Qualche angelo passa nella vita di tutti e lei è una di questi.
Avevo il suo biglietto col numero di cellulare che non riuscivo a ricordare mai e nel 2005, una domenica se non sbaglio mi viene in mente di telefonarle: “Pronto..” io: “Stella, ciao, sono Carlo ti ricordi…” lei “Si, come stai… “
Come stai, che bella che sei, oggi ,dì., mi sento bene, da schifo, piove parlami pure raccontami o davvero carino da parte tua, buona la torta, tua mamma , è successo un credimi, mi spiace…sono le infinità di parole che tutti i giorni tramite questo aggeggio che si chiama computer ci diciamo collegati da cavi e satelliti e cose che hanno solo che l’anima da dire con l’amore, l’amicizia, l’odio, la musica, ciò che ci gira e attorno a cui noi giriamo cose che ci accomunano perché meravigliosamente unici!
Ora siamo uniti dalla telematicità, ci divoriamo di e‐ mail praticamente non passa giorno che non ci sentiamo o ci raccontiamo qualcosa di noi, ogni tanto anzi una volta la vidi in centro, cacchio non l’avevo nemmeno riconosciuta e si che di sue foto ne ho anche su internet ci sono poi lei poco tempo fa ad Aprile mi vide su rai uno che cantavo a Venezia sui “raccomandati”.
Stella siamo eterni eterei amici.
“Mi sento grassa, brutta” mi diceva ogni tanto, mangio troppo, Non è vero sei sempre tu quella timida ragazza che io volevo conoscere e credo di amare ancor + di ogni altra.
I love you, comunque il tempo penso che ci darà occasioni di conoscerci magari meglio, ogni tanto se stavo male era lei telefonarmi con quella voce timida come una farfalla tra i fiori, si tra la folla della città quel giorno eravamo due ragazzi tra chiunque, io la abbracciavo camminando, al ristorante le fumavo in faccia, che maleducato, ma ora se solo la vedessi ancora le direi solo ciao cara Stella, che bello che è averti incontrata e conosciuta che non passa giorno che non ti senta vivere, nelle pagine che leggo, nelle canzoni che ascolto, tu esisti , anzi se ci siamo è per qualche motivo, di lei amo le lentiggini,i capelli rossi, gli ideali di uguaglianza di libertà che condividiamo
L’essere un piccolo elfo, una pollianna, una amica, qualcosa da coccolare da stimare e volere bene.
Il sciao bello che due anni fa mi scrisse, o il ciauz e le e‐mail comiche, tra te e il cielo c’è poco.
Ciao Stella
xx
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ma una di nome Stella starebbe bene ovunque,.perché già nel suo nome c'è non un libro ma il cielo.