... ma le stelle cadenti, quando cadono, dove vanno a finire????
L’idea di raggiungere gli Stati Uniti d’America non ci ha mai abbandonati e tra i miei rimbrotti, e le mie lamentele ci avviamo verso il nuovo mondo.
Gli incontri speciali non mancano e le chiacchiere delle nuvole non ci meravigliano più di tanto…. Piuttosto, quello che ci meraviglia è questa realtà completamente diversa da quella che siamo abituati a vivere, per lo meno io…. Non conosco le abitudini di Trieste, ma Roma è una città sonnacchiosa…. Pigra…. A noi piace fare le cose con calma, prenderci il giusto tempo per tutto…. Qui, invece, vanno tutti di corsa…. Frettolosi, apparentemente distratti, ma sicuramente concentrati solo su se stessi…. A mio avviso si perdono il meglio della vita…..
Camminiamo tutti e due con il naso all’insù, lo spettacolo dei grattacieli, nella Grande Mela è qualcosa da non perdere…. naso all’insù, ma stranamente sono molto più attenta di mio fratello, al punto di invitarlo a fare attenzione ai vari cantieri aperti e mal segnalati….
Non dovevo dirlo…. Non dovevo neppure pensarlo…. Un istante, è bastato un istante ed ho visto mio fratello sparire nell’oscurità……
“Giannnnnnn dove sei finito???? Non farmi scherzi stupidi, ti prego….. lo sai che parlo malissimo l’inglese… dai non puoi lasciarmi sola, ho paura, come torno???”
In questo momento viene fuori tutto il mio egoismo…. Mica penso a mio fratello, potrebbe essersi fatto male, potrebbe essere finito ovunque…. no, penso a me stessa a quello che ho perso…..a come fare per tornare a casa….
Entro nel foro….. vedo un lungo scivolo, ma ho paura…. Non mi azzardo ad avventurarmi…. Se Gian non fosse finito lì??? Poi veramente non ne saremmo mai venuti fuori…. Decido di risalire, anche in fretta a dirla tutta.
Gian, nel frattempo, al centro della terra, completamente solo, non sa come fare per mettersi in contatto con questa sorella maldestra che gli vuole un gran bene, ma che finisce sempre per metterlo in difficoltà.
Solo dopo saprò quanta solitudine ha dovuto sopportare e questo mi spiega anche perché nel buco ci sia finito lui e non io…. Io non sarei stata in grado di sopravvivere lì sotto, io non avrei avuto la capacità di resistere alla solitudine. Sono estremamente fragile da quel punto di vista.
Per fortuna il mio egoismo lascia in fretta il posto al buon senso…. Prendo e vado a cercare qualcuno che possa aiutarmi a tirar fuori dai guai il mio Jolly.
L’inglese è un grosso ostacolo da superare, non è vero che non so parlarlo e lo capisco sufficientemente bene…. Mi vergogno, come in tutte le mie cose…. Mi vergogno perché non mi ritengo abbastanza brava. Ma stavolta metto l’orgoglio in tasca….mio fratello è più importante ed ha bisogno di me….
Inizio a fermare tutte le persone che passano di lì per chiedergli di aiutarmi….. ma non c’è niente da fare, nessuno sembra disposto a starmi a sentire….. corrono, devono andare al lavoro, devono prendere la metro, devono far colazione….
Inizio a gridare…..in italiano, anzi in romano, che rende di più “Ohhhhhhhh, mi fratello sta’ la sotto…. Ma me volete da’ ‘na mano???? Ma ve’ rennete conto der pericolo che sta a corre???? È mi’ fratello nun ve’ po’ passà tutto sotto er naso….. me dovete aiutà!!!!”
Niente da fare…. L’indifferenza più totale…. Decido di andare alla polizia….
Gian, intanto, completamente solo, scrive, per scacciare solitudine, paura, rimpianti!!!
Spera che possa dargli una mano, ma sa che è complicato…. La polvere magica ce l’ha lui e poi, se separati, non funziona…. E’ al centro della terra e si è reso conto immediatamente che io non potevo sentirlo, se non con il cuore…. Doveva indirizzarmi lui…. Doveva essere lui ad indicarmi la strada.
E ci stava provando, con tutte le sue forze, ma non lo sentivo…. Non riuscivo a sentire il suo richiamo.
Ero troppo spaventata…. Mi sentivo sola ed abbandonata….
Razionalmente sapevo che mai mio fratello mi avrebbe fatto una cosa del genere, ma in quel momento di ragionevole io non avevo proprio niente. Sono certa che lui al mio posto avrebbe reagito diversamente, avrebbe saputo aiutarmi meglio e di più….. ma io sono fatta così…..ed è brutto anche solo dirlo…..
Arrivata alla stazione di polizia, dopo aver perso due ore cercando di farmi capire, sono riuscita a far muovere qualcosa, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare dove fosse andato a finire il mio Gigante.
Sono passati due giorni e, nella Grande Mela, hanno deciso di sospendere le ricerche….. non mi sono arresa, ma posso far ben poco contro la burocrazia americana….
Torno in Italia, a Roma. Per prima cosa avviso la famiglia di mio fratello, provo a rassicurarli, (impresa per altro impossibile!!!). Non so cosa fare….. accendo il pc ed inizio a rileggermi le nostre mail, le prime, quelle da cui è partito tutto, quelle che mi hanno fatto ritrovare mio fratello, poi le note, poi le canzoni…. Trascorro tutta la notte in finestra…. Guardo le stelle…. Vorrei scrivere, ma sono troppo preoccupata….. Ormai Gian è parte di me, una parte importantissima e fondamentale per andare avanti nel migliore dei modi. L’ho angosciato talmente tanto durante questo viaggio che inizio a pensare si tratti di una punizione. Ma se è così perché non ci sono finita io in quel burrone? Peggio di così non potrei stare. I sensi di colpa si alternano al desiderio di riabbracciare mio fratello…. L’ho appena ritrovato e non posso di certo perderlo, eppure, dopo tre giorni senza sue notizie, sembra proprio che sarà così.
Ripercorro le tappe del nostro viaggio, rivedo i folletti, le fate….. ripenso al ramo di pino, al castello delle favole, alla Muraglia cinese. Rivedo la Val Rosandra….. poi, improvvisamente, ecco una stella solcare il cielo. Esprimo un desiderio, so che non si dicono i desideri, ma in questo caso serve…. “Stella cadente per me non devo chiederti niente, non voglio altro che un favore, spiega la strada al mio fratellone!!!”
La sussurro con gli occhi pieni di lacrime, poi chiudo la finestra e decido di mettermi a letto….. è tardissimo, ma tanto non dormirò.
È il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, ma non ci avevo pensato, troppi pensieri per la testa!
Quando mi alzo la mattina dopo ho poca voglia di fare, quindi scendo a far colazione al bar….. caffè e cornetto, come al solito, come quando vado in ufficio, come quando Gian era ancora con me, magari lontano 800 chilometri ma comunque reale e presente.
Il ragazzo del bar mi guarda sorridendo e mi indica un tavolo….. lo guardo di rimando ed i miei occhi chiedono spiegazioni. Discorso di sguardi da incorniciare…. Tipico di noi romani…. La persona che occupa il tavolo è un omone: barba lunga, sporco, chiaramente affamato e forse anche molto stanco….. mi avvicino al barista e …… “ma chi è? Perché mi mandi lì???”
“Simò, non l’ho mai visto, ma dice che te conosce….. e da quarche particolare che m’ha riccontato, me sa proprio che è vero….. va vedè te chi è, tanto sto qui, tranquilla, nun je permetto de’ fatte niente!!”
Mi avvicino un po’ rincuorata…. Mi basta un secondo….. non potrei mai non riconoscere quegli occhi, quello sguardo…… “Gian, fratellone mio…… Gigante, Jolly, Tesoro, Regalo prezioso…… sei qui???? Sei tu sul serio??? Che meraviglia, che gioia……”
“Simo, ssshhhh, tranquilla si, sono io!!! Sto bene, solo un po’ provato, ma sto bene!!! Ti ho sentita sai? Ho sentito il tuo richiamo…. Ma non potevo darti segnali…. Ossia, ci ho provato, ma non mi sentivi, non riuscivi a sentirmi….. “
Ecco, questo succede se non si impara a fidarci delle persone.
Se c’è una cosa di cui sono certa in questo momento è dell’affetto che mio fratello nutre per me, ma nonostante questo, ho dubitato, ho pensato che avesse voluto volontariamente allontanarsi da me…. Sono riuscita a ritrovarlo solo perché ho messo da parte le paure e le incertezze e per la sua volontà di rimanermi vicino, nonostante tutto, nonostante me….
E, forse, perché no, anche per il suo desiderio di vedere Roma…..
Volete sapere dove lo ha portato la mia stella cadente??? In centro del Colosseo….. e non può essere un caso “atterrare” nel centro del simbolo di Roma.