Magia di una notte
Scendeva la sera, e l’aria aspra di novembre intorpidiva i corpi.
Il pullman aveva appena lasciato Roma.
Quasi tutti addormentati, i capelli spettinati e i cappotti scoloriti appoggiati sulle gambe come coperte.
Le voci dei pochi adulti si levavano stridule e fastidiose come luci al neon ingiallite.
Giulia osservava la città allontanarsi e percepiva il battito del suo cuore emozionato.
Ivan le sedeva accanto, chiaccheravano.
Frequentavano la stessa scuola ed ogni tanto si erano già incontrati lungo i corridoi, ma quella giornata nella capitale, quella giornata fuori dalle righe aveva offerto loro l’oppurtunità di cercarsi.
Lei si sentiva sola quella mattina, nel momento della partenza si accorse di essere la più piccola del gruppo, si sentiva indifesa, viveva il timore di non essere all’altezza, di non essere accettata.
Giulia e Ivan si ritrovarono vicini senza motivo, e senza chiedersi la ragione si confidarono i segreti più intimi, le paure più profonde, le insoddisfazioni quotidiane di due adolescenti atipici.
Parlarono, per tutte le lunghe ore di viaggio. Il cuore di lei palpitava ad ogni sguardo azzurro che le si poggiava sul viso, le mani di lui tremavano ad ogni goffo sorriso.
Il pullman correva lento su quell’autostrada deserta, le luci delle case toscane sembravano addobbare un lungo, continuo albero di Natale.
Giulia e Ivan si accarezzavano l’anima, ridevano, come due angeli invisibili, lontani da qualsiasi altro suono o immagine presente.
Il pullman si fermò per una sosta nei pressi di Firenze, i due ragazzi si chiesero se le insegnanti si sarebbero accorte della loro assenza, forse l’autista non avrebbe aspettavo, forse i compagni non avrebbero badato a quei due posti vuoti.
Probabilmente nessuno si sarebbe allarmato, probabilmente quella avrebbe potuto essere la loro occasione.
Erano diversi Giulia e Ivan, da tutti.
Comprarono una tavoletta di cioccolato con la carta rossa.
Uscirono.
L’autobus era ancora fermo.
Salirono. Si sentivano uniti senza sfiorarsi.
Il nuovo giorno era già arrivato.