Maledicta Vetustas
Gustavo (Guy) Rinaldi, vecchio insegnante di materie letterarie al liceo classico per tenersi in forma talvolta rileggeva gli scritti greci e latini. Una mattina, in un momento di sconforto per le classiche malattie della vecchiaia, (aveva ottanta anni) nella sua biblioteca trovò un libro scritto in greco con vicino la traduzione in italiano, libro che non consultava da tempo: ‘Kataraméno Girateiá’, in gergo italico: ‘Vecchiaia maledetta’. Quel titolo si addiceva sia all’umore del vegliardo che alla giornata piovigginosa tipica di un novembre romano. Guy abitava in un caseggiato in via Daniele Manin di fronte al liceo classico ‘Albertelli’ dove aveva insegnato sino all’invio in pensione. La mattina dalla finestra vedeva sfilare gli studenti che si recavano in classe, un po’ di nostalgia. Mesi addietro il preside della scuola, suo vecchio amico, gli fece sostituire un insegnante di materie letterarie che si era ammalato. Un giornata indimenticabile, alla fine della lezione fu festeggiato con applausi dagli studenti, era ringiovanito di venti anni. Per sua fortuna Guy aveva le qualità intellettive ancora efficienti, solo quelle in quanto quelle fisiche, soprattutto sessuali… lasciavano a desiderare. La gentile consorte dal nome piuttosto particolare: Nadia Perma Ciulla (ventisei anni in meno del consorte), non solo non gli faceva pesare le defaillance ma ne era contenta, con la menopausa non aveva più ‘slanci’ sessuali. Nadia era titolare di un salone di parrucchiera in via Taranto vicino al capolinea del tram in piazza Ragusa. All’entrata in alto ‘troneggiava’ un cartellone con la scritta .’Nadia Perma Ciulla ‐ sotto: Coiffeur’. Il secondo cognome in lingua volgare aveva un significato riguardante il sesso, all’inizio gli abitanti vicino all’esercizio avevano fatto qualche risolino ma nessuno si era permesso di farci una battuta di spirito sino a quando una mattina, all’apertura del ngozio si era presentato un tipo non proprio sobrio e nemmeno tanto mascolino che: “Vorrei conoscere da vicino la signora Ciulla…” Nadia non amava essere presa per il culo, a Mariola, sua lavorante robusta di fisico, classica ‘braccia strappate alla terra’: “Buttalo fuori a pedate!” Mariola preferì prenderlo per la collottola e una volta fuori dal locale un calcio ben assestato al didietro fece volare a terra il ‘simpaticone’. “Vigliacca, proprio a me doveva capitare una lesbica.” Ebbe la fortuna di prendere al volo il tram che stava partendo dal capolinea e così evitò ulteriori guai. Una volta a bordo mostrò a Mariola un pugno chiuso con il solo medio in alto seguito dalla mossa dell’ombrello. Dietro anche consiglio del marito Nadia fece modificare la targa sopra l’ingresso del locale con una scritta più semplice: ‘By Nadia ‐ Coiffeur’. Guy teoricamente amava ancora il sesso, purtroppo ‘ciccio’ non rispondeva più alle sollecitazioni sessuali e così una sera invitò la consorte già quasi addormentata ad aprire le ancora deliziose cosce e prese in bocca il clitoride con la conseguenza che Nadia ebbe un orgasmo ma lo scambiò per un sogno e riprese a dormire. La mattina seguente, domenica, Guy era particolarmente di buon umore cosa notata dalla consorte: “Che ti succede, di solito sei un musone…” “Non ricordi nulla di ieri sera?” “Ho sognato ma non credo che tu possa entrare nelle mie fantasie.” La vita scorreva lenta per i due coniugi sino a quando una vecchia signora del quarto piano passò a miglior (?) vita. Dopo pochi giorni si installarono nel suo appartamento una coppia di coniugi: Orlando Caruso e Liboria (Lilla) Leonardi siciliani di Palermo ambedue assegnati al liceo classico ‘Albertelli’ in via Daniele Manin dinanzi alla loro abitazione, lui insegnante di materie scientifiche, lei di educazione fisica, aveva un fisico atletico. Tramite Romolo Ricci, classico portiere romano dè Roma fecero la conoscenza, già da subito scatto una simpatia fra di loro, Lilla divenne cliente di Nadia, Guy amico di Orlando, aveva con lui in comune la passione per il gioco delle carte. Talvolta andavano in gita ai Castelli Romani con la Giulia di Orlando, nella loro Fiat 500 ci sarebbero stati stretti. La loro esistenza cambiò all’arrivo in casa Caruso di un siciliano Alessandro Durazzo alto funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione, fu festeggiatissimo, il motivo fu chiaro subito: era stato lui il fautore del trasferimento da Palermo alla capitale dei due coniugi per di più in un istituto dinanzi all’abitazione della defunta zia! L’interessamento di Alessandro era stato piuttosto ‘peloso’ già dopo la loro conoscenza alla spiaggia di Mondello Lilla aveva concesso le sue ‘grazie’ al funzionario che, per riconoscenza aveva fatto loro quel grosso piacere. Ale, malgrado i suoi cinquant’anni si dimostrò subito uno sportivo, aveva acquistato una A.R. Stelvio con cui il quartetto, ormai quintetto andava in giro per Roma e nel Lazio, Nadia seduta vicino al guidatore gli altri tre nel sedile posteriore. La fine del mese di giungo portò oltre che l’estate anche le vacanze sia per i due insegnanti che per il funzionario ministeriale. Prenotazione di un’ampia cabina al Lido di Ostia allo stabilimento ‘La Mariposa’, due ombrelloni e cinque sedie a sdraio, pasti? Nessun problema, il complesso era dotato anche di bar e ristorante. Il riposino post prandium era un privilegio di Nadia e di Alessandro, gli altri tre…a bocca asciutta. Unica novità: Nadia aveva imparato a guidare la ‘Stelvio in modo sportivo, partiva sgommando e faceva sorpassi azzardati, Ale ci rideva sopra, non tanto gli altri tre che non avevano molto apprezzato la bravura di Nadia nel maneggiare il ‘manico’ del cambio… Ai primi di settembre la situazione cambiò radicalmente, Ale impegnato al Ministero raramente aveva tempo di farsi vedere dagli amici che, in sua assenza erano poco propensi all’allegria. Uno in particolare era triste e sconsolato, Gustavo, niente sesso…ma non era un inglese! In suo aiuto inaspettatamente venne Lilla che si dimostrò buona d’animo in un campo ormai tabù per Guy, il sesso. Una sera, dopo cena Lilla: “M’è venuta la voglia di dormire con Guy.” Meraviglia e risolino degli altri due. In camera da letto dell’ex insegnante di materie letterarie un qualcosa di inaspettato: la signora portò sotto la doccia il prossimo amante e sul giaciglio matrimoniale mostrò il suo clitoride voglioso al quale Guy dedicò la sua attenzione portando il ‘cicciolino’ ad un orgasmo poi ripetuto, ‘ciccio’ era fuori uso ma non la lingua di Guy. “Sei più bravo di quel vanaglorioso di mio marito, queste sono vere corna, quelle con Ale sono pura convenienza, ogni volta che lui finisce i suoi giochetti con me lascia sul comodino una serie di carte da 500 Euro, sono venti, diecimila Euro per fica e culo…