Mia moglie esce anche questa sera
Adulti, contenuto erotico. Racconto tratto dalla raccolta "Una moglie indecente" di Monica e Manuel Drake (disponibile su Amazon).
"Ciao, amore. Sono pronta, vado.”
Distolgo lo sguardo dal mio cellulare e lo dirigo verso Monica che mi si avvicina, si china verso di me e mi dà un bacio appassionato.
Mio dio, quanto è figa stasera!
Perfettamente truccata, con i suoi biondi capelli mossi che le incorniciano il viso, fino a coprirle parzialmente le guance, in mezzo alle quali spicca la sua sensuale bocca, ravvivata dal rossetto colore del fuoco.
I suoi occhi profondi e scintillanti attirano la mia attenzione, sebbene voglia ancora indugiare sulle sue splendide gambe, inguainate dai collant, appena coperte dall’ampia ma cortissima gonna nera a falde, ed esaltate dagli stivaloni, anch’essi neri.
Il leggero golfino aderente trattiene a malapena la prepotenza dei suoi seni, alti e sodi.
Il suo profumo mi inebria, ma non è solo quello che si è messa. Sono soprattutto i suoi ormoni femminili che mi penetrano nelle narici e accendono la mia libidine.
Non voglio mostrarmi geloso, perciò, con aria disinvolta, le faccio i complimenti per il suo aspetto, poi le chiedo: “Che programmi avete?”
“Mah, penso che andremo a mangiare qualcosa, poi a fare un giro…” risponde vaga alla mia inutile quanto banale domanda.
È ovvio, e so benissimo, dove andranno e cosa faranno lei e il suo nuovo amico. Non è certo un segreto, dato che siamo perfettamente trasparenti l’una con l’altro e non ci diciamo mai bugie, ma a me piace comunque chiederglielo, perché la cosa mi eccita a dismisura.
“Pensi di tornare tardi? Devo aspettarti alzato?”
“Boh, vedi un po’ tu, come vuoi…. Non ho idea di che programmi abbia.”
“Lo so io che programmi ha, anzi, avete.” penso tra me e me.
Mi alzo dal divano, la abbraccio forte e la bacio con vigore. Lei ricambia.
Poso le mani sui suoi glutei e la tiro verso di me, fino a quando il suo pube non sente distintamente la mia dolorosa erezione.
Lei inizia a strusciarcisi contro, con movimenti ampi e lenti. Non vorrei che questi istanti finissero, ma desidero far salire la mia eccitazione oltre i limiti, così mi stacco dalla sua avida bocca e, a bruciapelo, le chiedo: “Ti farai scopare?”
Lei mi guarda e rimane in silenzio per istanti interminabili. Poi, con voce dolce e calma, mi risponde: “Penso di sì, amore. Non ci vediamo da quindici giorni. Sicuramente ne avrà parecchia voglia.”
“E tu? Anche tu ne hai voglia?”
“Beh, sì, amore, altrimenti non ci uscirei, dato che i nostri incontri vanno a finire sempre allo stesso modo.”
“Raccontami un po’ cosa fate, normalmente, quando uscite…”
“Dai, lo sai cosa facciamo…”
“Sì, lo so. Ma tu raccontamelo ancora una volta.”
“E va bene... Dopo essere salita in auto, mi bacia, mi chiede come sto, mi dice quanto gli sono mancata e mi fa sempre tanti complimenti per il mio aspetto e per come sono vestita.”
“Inizia già a toccarti?”
“Dipende. Spesso mi accarezza le cosce per sentire se mi sono messa i collant lisci che a lui piacciono tanto.”
“E sono questi che indossi che gli piacciono?” le chiedo. Faccio scivolare una mano sotto la gonna e le accarezzo l’interno di una coscia.
“Sì, sono questi.” mi risponde.
“Va anche oltre?”
“No, almeno non subito.”
“E tu? Cosa fai, mentre ti fa i complimenti e saggia la morbidezza del tuo collant?”
“Mah, se sono parecchio arrapata, gli metto una mano sul pacco per sentire se mi desidera e avere un piccolo anticipo di ciò che mi aspetta a fine serata.” replica, sorridendo per questa sua uscita maliziosa.
“E, questa sera, sei parecchio arrapata?”
“Oh, sì, amore. Mi sento tanto porcella…” risponde, baciandomi ancora. Approfitto per spostare la mia mano sulla sua carnosa passera che chiudo stretta tra le mie dita.
Provo invidia e gelosia per quello stronzo che, tra poco, non solo la toccherà come sto facendo io, ma entrerà dentro di lei, facendoci i suoi porci comodi, mentre questa dea del sesso farà di tutto per farlo godere oltre ogni limite.
Lo so come è fatta Monica: nel sesso, come in tutto, non si risparmia, perché non ha mezze misure. Se una cosa non le interessa o non le piace, non la prende nemmeno in considerazione ma, se qualcosa la intriga e l’appassiona, ci si butta a capofitto, mettendoci anima, corpo e tutte le sue capacità.
E quando parliamo delle sue capacità nel sesso, ragazzi… Penso che mia moglie avrebbe molto da insegnare, anche alle più affermate pornostar.
Concludo questi pensieri e mi ritrovo che la sto masturbando attraverso i collant e il perizoma. Lei mi lascia fare, sia perché penso che le piaccia e la stia preparando bene per il “dopo”, sia perché, probabilmente, un po’ di senso di colpa lo abbia e stia cercando di ricompensarmi, per la libertà che le concedo incondizionatamente e che lei si prende senza riserve.
“Dai, raccontami ancora qualcosa di quello che fate…” riprendo il discorso, cercando di tenere la mano tra le sue cosce, ma lei me la toglie gentilmente, aggiungendo: “Ti prego, smetti. Altrimenti va a finire che mi fai venire e non voglio.”
“Perché? Vuoi tenerti carica per lui?”
“È normale. Non credi?”
“Sì, certo.” rispondo, guardando verso il basso. Lei sente del disappunto nella mia voce, così riprende a raccontare.
“Dopo cena, facciamo un giretto in macchina, giusto una mezz’oretta, per iniziare la digestione.”
“Di cosa parlate?”
“Mah, mi chiede del mio lavoro, mi racconta un po’ del suo e cose del genere…”
“E vi toccate, nel frattempo?”
“Beh, sì. Di solito inizia lui, accarezzandomi le cosce… Io ricambio, appoggiandogli una mano sulla gamba e accarezzandogliela.”
“Tutto qua?” la incalzo.
“Ma no! Iniziamo così, poi…”
“Poi…”
“Poi, lui si fa più audace e fa salire la mano dalle cosce fino a lì.”
“E tu?”
“Lo lascio fare per un po’, poi mi viene istintivo allargare le gambe e favorirgli il passaggio della mano. Normalmente è in questo momento che inizio a bagnarmi…”
“E lui, si accorge che ti bagni?”
“Penso proprio di sì, amore. Sai quanto mi bagno, io…”
“Immagino che si ecciti un casino…”
“Sì. Me ne accorgo perché anche io inizio a darmi da fare, mettendogli una mano sul pacco che trovo sempre gonfio e durissimo.”
“Lo masturbi mentre guida?”
“No. Ho troppa paura che si distragga, quindi glielo tocco solo un po’.”
“Passata la mezz’ora di giretto per digerire, dove andate?”
“Andiamo in quel motel nuovo che hanno costruito sulla superstrada, quello che ha le stanze con le luci particolari e la vasca idromassaggio a due piazze.”
“Bello. Ho visto alcune foto in una pubblicità. Dimmi di quando arrivate in camera…”
“Vuoi proprio sapere tutto? Non so come fai a sopportare ciò che ti sto raccontando. Comunque, contento tu… Quando arriviamo in camera, mi lascia giusto il tempo per appoggiare la borsetta, poi mi incolla ad una parete e inizia a baciarmi e a toccarmi ovunque, senza ritegno. Lo lascio fare anche perché mi piace questa sua irruenza. Continua per un po’, poi mi stacco da lui, vado ad aprire l’acqua per riempire la vasca dell’idromassaggio e lo invito a precedermi.
Quando è a mollo, lo raggiungo. Pensa che, la prima volta che ci siamo andati, mi ha chiesto di entrare in acqua con i collant e le mutandine. Lì ho capito che è un grande feticista, quasi come te, perché si è messo a leccarmi le gambe inguainate dalle calze e non la smetteva più.
Appena entro in acqua, gli salgo subito sopra e mi impalo sul suo cazzone. Lo faccio senza difficoltà perché tutto il toccarsi di prima mi ha accesa come una torcia.
Lo scopo intensamente, cullata dal tepore dell’acqua e dal massaggio delle bolle, mentre mi aiuta a fare su e giù aggrappato alle mie tette.”
“Lo fai venire così?”
“No. Quando sento che sta andando troppo su di giri, mi alzo, lo faccio uscire dalla vasca e lo trascino sul letto. Mi ci sdraio, divarico le gambe in spaccata e mi faccio scopare così. Gli dico in continuazione di scoparmi furiosamente, senza preoccuparsi se vuole resistere a lungo o se deve venire velocemente…”
“Non gli chiedi di aspettare che anche tu venga assieme a lui?”
“No, perché mi piace che faccia un’altra cosa. Aspetta che poi ti spiego. Mentre mi pistona selvaggiamente, mi diverto a stringere e rilasciare i miei muscoli vaginali, così da mettere a durissima prova la sua resistenza. In questo modo, impiega pochissimo a venire. Quando sta per sborrare, urla come un ossesso, accelera ancora più il ritmo, poi, finalmente si svuota, sparandomi dentro incredibili schizzate di crema che sento riempirmi fino all’utero.”
“Cazzo, amore! Ti fai riempire?”
“Beh? Cosa voi che faccia? Lo sai che adoro sentirmi piena di sperma.”
“Lo so ma, almeno una volta, torna a casa piena per me!”
“Sei davvero un porco! Lasciami continuare… Alcune volte vengo anche io insieme a lui, altre volte no. Perciò attendo che riprenda fiato, lo faccio uscire, gli infilo le dita tra i capelli e mi faccio leccare la figa tutta sborrata. Lo tengo incollato lì, fino a quando non raggiungo anche io l’orgasmo, così gli faccio bere, oltre al suo sperma, anche la mia squirtata.”
“Trovo parecchio sadismo e voglia di dominare in quest’ultima parte del tuo racconto.”
“Hai ragione, amore. In fondo, è uno stronzo e, come uomo, non vale un cazzo, se non fosse per come mi scopa e per il fatto che si lascia usare, come mai ti lasceresti fare tu.”
Appena Monica conclude la frase, le squilla il telefono e lei risponde: “Pronto? … Ciao, Anna! … Partite adesso? … Ok. … No, noi non siamo ancora usciti, quindi fate la strada con comodo. Ci siamo attardati un po’… Ah, ah, ah! … No, Manuel non mi è saltato addosso… Stavamo provando i dialoghi per uno dei nostri prossimi racconti… Va bene, ciao. A dopo!”
“Dai, amore. Sbrigati a metterti le scarpe, altrimenti arriviamo tardi. Mi piacerebbe capire come mai ti prende questa voglia di farmi raccontare certe fantasie, proprio quando siamo in procinto di uscire!”