Mimma La Calda
Alberto si ne stava disteso nella sdraia vicino alla battigia del lido marino di Mortelle a Messina, leggeva malvolentieri il quotidiano locale che riportava le solite notizie spiacevoli di coniugi che si ammazzano fra di loro, di appartenenti all’ISIS che tagliano la testa agli avversari e non dando valore nemmeno alla loro vita con motivazioni assurde, una tristezza. Alberto era di cattivo umore malgrado non si potesse lamentare della sua vita di uomo seducente, trentacinquenne dal fisico palestrato; apparteneva alla Guardia di Finanza col grado di maresciallo. Era un luglio afoso ed il buon Albertone stava vicino al mare sia per la brezza che mitigava la calura che per l’effetto di aerosol che l’acqua marina produceva. Con la braccia incrociate dietro la nuca e gli occhi semichiusi concepiva con la fantasia immagini piacevoli di giovani ragazze nude danzanti quando spalancò gli occhi nel vederne una dal vivo che, muovendo sensualmente le anche passava dinanzi a lui. Tette non eccessive, capelli castani a chignon, vita stretta e gambe chilometriche, una dea! anche il ‘popò’ non era male, altezza: superiore alla media, bikini non eccessivo e con le foto del Carnevale di Rio, decisamente elegante. La cotale passando dinanzi ad Alberto si era girata con un sorriso, forse si riferiva alla molto probabile faccia di imbecille che il signore aveva messo in mostra. La mente del maresciallo si mise in moto per programmare un piano, era o no un militare! Nel frattempo la signora era sparita Alberto cominciò a girare per il lido per finire al bar dove ebbe fortuna, madame era lì, stava sorbendo un caffè. Fu lei ad attaccar bottone: “Dopo quella faccia che ha fatto nel vedermi me l’aspettavo che mi venisse appresso, non sono solita attaccar bottone con chi non conosco ma lei mi ispira fiducia, spero non mal riposta, sono Domenica, Mimma per tutti.” Io Alberto, non ho con me i documenti ma posso dirle che sono un maresciallo della Finanza in vacanza.” “Io ho sempre ammirato le Fiamme Gialle più degli altri corpi di Polizia, li trovo più preparati nel loro lavoro e poi lei…” “Grazie del complimento, io non gliene farò , chissà quanti mosconi che ci avranno provato!” “Si ma con me sono rimasti senza ali. Qui c’è un ristorante, siccome sento un languorino andrò a prendere posto ad un tavolo con mio marito Armando, se verrà potremo pranzare insieme, à bientôt.” Alberto eccitato quanto non mai andò nel salone a cercare la consorte Anna che aveva finito di giocare a carte con delle amiche. “Lupus in fabula, stavo per venirti a cercare, ho un languorino…” Alberto si mise a ridere, due signore con lo stesso problema di stomaco, raccontò in sintesi alla moglie gli ultimi avvenimenti con grande curiosità da parte di Anna che non fece commenti. Da sempre anticonformisti, prima di sposarsi avevano promesso di essere sempre sinceri fra di loro e così Anna accettò con un risolino e con tanta curiosità di andare a pranzare insieme a Mimma ed al marito. A tavola le presentazioni: Armando era meno alto di Alberto ma aveva molto stile, era un medico di famiglia, Mimma una psicologa, abitavano al primo piano di un isolato in via Garibaldi a Messina, al pian terreno gli studi dei due coniugi. Si presentò il padrone del ristorante al posto di un cameriere, si capiva che i signori non erano la solita clientela: “Benvenuti a lor signori, sono Alfonso, se me lo permettete indovinerò i vostri gusti e penserò io al menù.” Alfonso ci aveva proprio azzeccato: primo: pappardelle con cozze, vongole e gamberetti, per secondo trancio di pesce spada e frittura di alici, contorno di insalatona mista, ananas ed un liquore particolare il Caffè Sport Borghetti al posto del caffè, Armando volle essere lui l’anfitrione. Mimma invitò i due novelli amici a casa sua in via Garibaldi che raggiunsero: Armando e Mimma con la loro Volvo, Alberto ed Anna con una Giulietta. L’abitazione era arredata in maniera signorile, ovunque si intravvedeva il buon gusto dei padroni. C’era anche l’aria condizionata in tutte le stanze molto apprezzata nel mese di luglio. I quattro ne approfittarono per spogliarsi: i maschietti rimanendo con i box, le femminucce in reggiseno e mutandine tutto questo spontaneamente, già da questo si capì che i quattro erano in sintonia in quanto ad anticonformismo, si sedettero su due divani scambiandosi i relativi coniugi. Mimma: “Alberto raccontaci qualcosa della tua vita, mi hai incuriosito sin dall’inizio.” “Da giovane mio padre, ateo, mi ha iscritto a scuola in un convitto cattolico, diceva che la mia doveva essere una scelta personale. Intanto io mi acculturavo con i libri della biblioteca paterna, ero diventato così bravo in fatto di religione cattolica che nei vari temi riguardanti la religione la cointestavo in toto ragion per cui mio padre fu poco gentilmente invitato a farmi iscrivere in una scuola pubblica. Poi accadde un fatto singolare: aveva quindici anni e frequentavo l’abitazione di un compagno di scuola con cui studiavo; la mamma, quarantenne, separata dal marito pensò bene di portarmi in camera da letto con ovvie conclusioni. Abitavo allora a Jesi una città delle marche e fui spedito a studiare a Roma per evitare problemi dato che la storia, non si sa come, era venuta a galla. Decisi di arruolami in Finanza e passai un bel po’ di guai per il mio spirito di moquer non apprezzato dai miei istruttori. Dopo un periodo passato al confine dove veniva esercitato il contrabbando di sigarette ed orologi dalla Svizzera. Anche qui ero malvisto dai funzionari di Dogana perché non coprivo i loro intrallazzi che non vi sto ad elencare, vinsi il concorso e fui ammesso alla scuola sottufficiali. Vi tralascio il resto, da vari anni sono a Messina ed ho avuto il piacere di impalmare la qui presente Anna, sono stato fortunato perché siamo molto simili in quanto ad idee antitradizionaliste, in parola povere siamo simili in tutti i campi.” “Io, in sostituzione del meritato applauso ti invito nel mio letto per esplorarti da vicino, a voi due: good luck. Nuda Mimma era uno spettacolo ma Alberto non ebbe il tempo di ammirarlo che l’interessata: “A me piace molto il sesso fatto a modo mio quindi ti prego di seguirmi: baciami il fiorellino che come vedi è depilato, prima che lo noti tu ti dico che ho un clitoride più grande del normale, amo uomini e donne sempre nei limiti del buon gusto e riesco ad avere degli orgasmi anche col popò, ed ora comincia col cunnilingus e poi entra dentro la vagina sino a metà.” Alberto da buon scolaretto eseguì alla perfezioni quanto ordinatogli, nel frattempo si accorse che Anna ed Armando li stavano osservando dallo spiraglio della porta per poi scomparire, anche loro…Mimma sapeva come avere degli orgasmi multipli e prolungati conoscendo il suo punto G, era instancabile e per evitare che Alberto uscisse dalla vagina usò un vibratore per accontentare anche il popò. Anche se molto resistente in ultimo Mimma si arrese e ringraziò Alberto con un lungo bacio in bocca. Alberto era molto curioso di quello che stava avvenendo tra sua moglie ed Armando, si mise a spiare dalla porta della loro camera da letto e vide Anna piegata in due con Armando che la penetrava dal didietro e lei alzava alti lai di piacere, forse stava avendo un orgasmo cosa che con lui non le riusciva. Infine si ritrovarono tutti e quattro nel salotto su due divani questa volta mariti e mogli senza scambi di persona. Dopo un lungo silenzio dovuto al post ludio Armando: “La prossima volta mi improvviserò barbiere e taglierò il delizioso e lungo pelame di Anna di cui ho qualche ricordo fra i miei denti, lo metteremo in un contenitore per ricordo. Erano scoccate le sette e le fatiche erotiche avevano stuzzicato la fame dei quattro ma Mimma dichiarò di essere una frana come cuoca, ci pensò Anna sempre seguita da Armando che ad un certo punto in cucina trovò il buchino anteriore di Anna e ci si intrufolò, era più in forma di Alberto!
A tavola Anna domandò se il wife swapping Mimma ed Armando lo praticavano con altri. Mimma: “Lo abbiamo fatto con una coppia che credevamo persone per bene, poi stavano spargendo la voce dei nostri rapporti e li ho fatti ‘richiamare’ da qualcuno di cui si sono impauriti, non li ho più visti.” Alberto aveva come autista un brigadiere a nome Francesco, si davano del tu anche se c’era differenza di grado, erano diventati molto affiatati e così Alberto gli raccontò l’ultima sua avventura con grande meraviglia da parte di Francesco che: “Che ne dici se ci intrufoliamo fra di voi anche io e mia moglie Marisa, sono curioso.” “Ho qualche dubbio su tua moglie, è religiosa e non penso…” “Lei molto innamorata di me, è successo in passato che la stavo lasciando per una più giovane, farà qualsiasi cosa.” Marisa alle proposte di Francesco si fece il segno della croce, brutto inizio ma Francesco mise in atto la pratica di non parlare più con la consorte, di rimanere fuori casa tutto il giorno e la sera di coricarsi senza il bacino della buona notte. Marisa capì la situazione e cedette anche se a malincuore, si fece spiegare dal marito quello che poteva succedere ed ad un certo punto fu presa dalla curiosità e quindi acconsentì di recarsi una sabato pomeriggio in casa di Mimma e di Armando i quali furono molto accoglienti nel riceverli, lodando la bellezza di Marisa ed il suo stile, parole ben accette dall’interessata. Il suono di un compact disk romantico migliorò l’atmosfera, Mimma e Anna presero a spogliarsi in salotto rimanendo in reggiseno e mutandine. Ballo con scambio di mogli e mariti, a Marisa per primo capitò Alberto verso il quale aveva una certa simpatia poi la volta di Armando che non le dispiacque, ammirò il suo stile. Era giunto il momento fatidico, Mimma ed Anna si spogliarono nude, Marisa era incerta e non le seguì allora Alberto: “Armando l’altro giorno ha chiesto di far da barbiere ai peli pubici di Anna, facciamola sdraiare sul tavolo e poi via alla rasatura. Dopo una insaponatura col pennello da barba di Armando, questi cominciò il ‘lavoro’ con una battimani da parte degli altri, Marisa era entrata nello spirito giusto per…ed infatti fu lei stessa a prendere Alberto per mano e ad infilarsi nella prima stanza che si trovò davanti. Gli altri quattro curiosi come scimmie curiose da una spiraglio della porta d’ingresso della camera seguirono gli eventi. Marisa al culmine dell’eccitazione, di sua iniziativa mise il viso di Alberto fra le sue morbide cosce, dopo un po’ cominciò a guaire come una cagnetta, stava godendo alla grande ma il massimo suo godimento avvenne quando Alberto le trovò per la prima volta il punto G sembrava impazzita dal piacere, strinse forte il corpo di Alberto che rimase quasi senza fiato, il buon Albertone approfittando dell’eccitazione di Mariella la girò di spalle e delicatamente entrò nel suo popò che lei mai aveva voluto concedere al marito il quale, dentro di sé pensò: “Brutta mignotta con me fai tante storie e poi…” ma capì che ormai la strada del godimento supremo da parte di sua moglie era aperta anche per lui. Marisa, da intelligente qual era capì che i principi religiosi che le avevano inculcati erano sbagliati, facendo del sesso non si offendevano né santi e né madonne ma era un piacere che migliorava sia il corpo che lo spirito.