Mondi diversi
Ero solito passeggiare lungo la spiaggiadurante gli inverni ,era vuota ed ottima per restare in solitudine e magari pensare a quello che era rimasto dibuono ancora nel mondo. Una giornata fredda come le altre in quel periodo mac’era uno spiraglio di luce solare che colorava di grigio il mare ,ricordo ilsurreale che popolava quel giorno ,pensai a lungo , un sasso vicino alla rivami chiamava come amplificatore di idee, mi piaceva pensare che stando li dasolo vicino al mondo marino mi rendesse una persona migliore ,più vicina almistero della vita.
Ricordo che le idee volavano libere equasi un senso di sonnolenza mi prese ,non tanto per la stanchezza fisica, maperché sovraccarico di pensieri ,comequando la notte prima di dormire si inizia a leggere un libro e ci siaddormenta dolcemente sognando i personaggi del racconto, resistevo a chiuderegli occhi ,il fruscio delle onde sulla riva ,il vento che aleggiava disalsedine inebriava i miei sensi e poco a poco mi addormentai .
Non appena chiusi gli occhi si aprila porta dei sogni, era difficile capire poiché il mondo in cui mi trovavo oraera simile alla realtà ma non nelle dimensioni spazio –temporali ,non sentivoscorrere il tempo sulle mie spalle e la gravità non accompagnava i miei passisu quella spiaggia iniziando così a camminare sulle acque di quel mare grigio.Camminavo molto lentamente ,la paura del mondo precedente era ancora insitanelle mie membra, mi ci volle un po’ per abituarmi, come quando si viaggia inun diverso paese e si fa fatica ad abituarsi agli usi e costumi del nuovo mododi vivere, camminavo quasi in equilibrio con il mare che cullava il mio passoattento ,mi girai e non vidi più la riva, ero circondato completamente dalnulla, sotto il mare e sopra un cielo invernale. Nel mezzo di questo piccolouniverso lieto e silenzioso ,come speravo di trovare quando ancora ero desto,iniziai a vedere delle increspature all’orizzonte marino ,una sensazione dipaura e sorpresa mi colsero su per la spina dorsale, quasi a mettermi inguardia, ora il sogno era la realtà precedente quindi non riuscii a scacciarequella paura di chi sogna, più lieve di quella reale, i mondi si ero scambiati.Quelle onde bianche lontane ora si facevano sempre più vicine , mi fermai unmomento quasi ad aspettare,dove potevo andare in mezzo a quel nulla, e in unbaleno mi ritrovai davanti un delfinofantastico che come me saltava ma sopra il mare ,non si immergeva affatto, misi presentò davanti in tutta la sua bellezza e mi trattenni da volerloaccarezzare, e in quel mentre le nostre voci si sovrapposero lui nel dirmibenvenuto ed io ancora non abituato a quel mondo gli chiesi “dove sono?”.
Badate bene ero frastornato non soloperché avevo visto un delfino danzare sopra le onde del mare ma nell’udire lasua voce uscire fuori così dolce non riuscivo a credere a niente di ciò chestavo vivendo ,ma forse non era il momento di farsi troppe domande.
Il delfino mi disse di avermi vistospesso venire ad osservare il suo mondo marino, mi fece notare che lui potevasentire i pensieri della gente che si sedeva presso il mare, ed io nonpotendomi trattenere dissi “perché hai portato me in questo mare grigio?”
“perché i tuoi pensieri sono gliunici che si odono per tutto il nostro mondo, risuonano dolcemente in tutto ilmare, sei una creatura primordiale come me ,non ti abbandoni alle cosepasseggere , i tuoi pensieri sono grida che risuonano nel sempre, avevo piacere di incontrarti.”
In quel momento mi ricordai di quellasensazione di sentirmi migliore , di sentirmi più vicino a qualcosa di grande,forse era stato quel delfino a trasmettermi quello che provavo,eravamoconnessi, e poi io una creatura primordiale, suonava bene.
In quel mentre mi raccontò dellastoria del mare fin dagli albori e rimasi immobile quasi in estasi ad ammirarela sontuosità del delfino ,che per me era come un dio del mare, e non capii benela storia ,sentii solo una sensazione: forse il mondo un senso lo aveva ,nonsuccede niente per caso, la vita scorre in ogni cosa. Mi raccontò di tutte lerazze marine ma tutto si faceva sempre più grigio per arrivare quasi al nero,cercai di strofinarmi gli occhi per poter veder meglio ma una volta aperti sentii un dolore sulla schiena ,era quel sasso dove mi ero seduto e in seguito addormentato.
Spesso tornai in quella spiaggiamisteriosa per poter parlare con quel delfino, spesso cercai di addormentarmisperando di rivederlo, ma non ci fu una seconda volta fatto sta che mi sentiimigliore da quel giorno , guardai ilmondo in cui vissi fino alla morte in maniera diversa , e poi un attimo dopo lamia morte il sogno riapparve in maniera diversa , ero divenuto un delfino esentii per l’ultima volta una felicitàumana scorrermi addosso.