Moralità
‘Cos’è per voi la moralità?’ Testo di un tema da svolgere da parte degli alunni della quinta classe del liceo classico ‘Forlani’ di Roma. Il professor Giuseppe Gigante, insegnante di lettere era curioso di comprendere il pensiero e la personalità dei suoi alunni. La terza C era composta di discenti sia maschi che femmine provenienti in maggior parte da classi agiate ed un po’ snob, l’insegnante voleva rendersi conto della ‘rationem’ dei giovani in campo morale. Mal gliene incolse, quasi tutti gli alunni ‘misero in campo’ le solite tiritere, unica eccezione Vittorio Brunori figlio di un impiegato di banca, il belloccio della classe il quale quando capitava metteva in campo la sua mascolinità con le colleghe compiacenti per una ‘sveltina’, ufficialmente le ragazze erano tutte vergini. Quando il professor Gigante lesse l’elaborato rimase basito, lo rilesse una seconda volte per rendersi meglio conto di quanto scritto dall’alunno, si era proprio quello il testo: ‘Al tempo d’oggi e specialmente fra le mie compagne di classe la moralità è qualcosa di relativo, esemplificando: l’immorale è il maschio che ha rapporti sessuali diciamo normali, diventa amorale se i rapporti sono contro natura, anticonformista se si giunge al ‘cunnilingus’ o alla fellatio, puritano…qui bisogna distinguere, chi sono i puritani? Il puritanesimo è stato un movimento religioso della chiesa anglicana, gli intellettuali avevano interesse per osannare i potenti di turno. Ci sono poi i libertini che si distinguono fra i materialisti in campo sessuale ed gli intellettuali idealisti puri. Oggigiorno c’è una sola distinzione fra la popolazione: chi è ricco e chi tira la cinghia, questa è la pura realtà!’ Ornella Mugianesi, la preside quarantenne ancora belloccia lesse anch’essa lo scritto e fece un sol commento: “Dalia (la bidella) convoca il padre dell’alunno Vittorio Brunori, domattina lo voglio qui in presidenza!” Antonello era un funzionario di banca, putt.re di lungo corso, prima di entrare in presidenza mise sù una faccia di contrito e: “Signora preside sono venuto a conoscenza dello scritto di mio figlio, sono disperato, è un ragazzaccio, me ne combina di tutti i colori ogni giorno, Vittorio avrà letto quelle teorie in qualche libercolo non della mia biblioteca, qualsiasi provvedimento prenderà nei suoi confronti sarò d’accordo con lei!” Davanti ad un padre addolorato Ornella si commosse. “Mi risulta che lei è vedovo, immagino quanto sia difficile fare contemporaneamente il mestiere di padre e di madre, per questa volta metterò tutto a tacere, un solo favore da parte sua: fare qualche ripetizione di matematica e di ragioneria a mia figlia un po’ zoppicante in quelle materie.” “Sono a sua disposizione, abito in via Gallia 23, questo il mio numero di telefono.” Ambra Occhipinti si presentò a casa del ragioniere Brunori un pomeriggio in compagnia di Desiré Lacroix, parigina d’origine titolare della palestra frequentata dalla ragazza. La francese aveva colpito Antonello sia per la sua fisicità che per uno sguardo’volitivo’. A metà lezione si era recato in bagno, al ritorno una scena imprevedibile, le due ragazze si stavano baciando. Antonello con passo felpato tornò indietro e poi facendo rumore rientrò nello studio, le babys si erano ricomposte. Il ragioniere non aveva apprezzato il ‘crocifigge’ nei confronti di suo figlio che non aveva fatto altro che riportare dei brani di un libro della sua biblioteca, telefonò alla preside: “Madame avrei bisogno di parlarle a quattro occhi.” “Si tratta di mia figlia? “Si, mi sono accorto che ha un vizietto…” Fuma, beve, si droga?” “Niente di tutto questo ma non voglio parlarne per telefono è una questione delicata,a domani.” La signora Mugianesi quella notte non riuscì a dormire, avanzò la ipotesi più strane, che Ambra fosse incinta? Non le risultava che frequentasse maschietti, alle sette di mattina era già in presidenza: “Signora preside dal suo viso sembra che non abbia dormito tutta la notte, posso far qualcosa per lei? “Lasciami sola, fa entrare solo il ragionier Brunori.” Antonello stavolta non presentava una espressione contrita ma anzi un po’ spavalda, cominciò subito: “Non pensi ad una malattia di sua figlia, in un paese islamico la farebbero curare ma noi non siamo nel medio evo.” “Si vuole sbrigare finalmente a farmi partecipe del problemi di mia Ambra!” “È lesbica.” “Ed io che avevo fatto chissà quali ipotesi disastrosa, col tempo imparerà ad apprezzare il membro maschile come è accaduto a me, mio marito era instancabile purtroppo è andato via.” “Condoglianze!” “ Non è morto, è scappato con una puttanella ventenne, da quel momento ho odiato gli uomini!” “Tutti tutti…” “Non si allarghi troppo, mi risulta avere lei fama di puttaniere!” “Pensiamo a sua figlia, che ne dice di una gita al mare in quattro, pensavo oltre a lei ad Ambra ed a Vittorio.” “Sono perplessa in ogni caso ho una utilitaria, staremmo stretti.” “Che ne dice di una Jaguar I‐PACE? è lunga m.4,68 e larga m.2,01, silenziosa, si sente il vento scompigliare i capelli ed alzare le gonne.” “La battuta sulle gonne non l’ho capita…” “L’ha compresa benissimo solo che oppone le ultime resistenze, parli con sua figlia dell’invito, potremo rifugiarci nella pineta di Castel Fusano. Ambra avrebbe voluto invitare anche Desirè ma in auto ufficialmente non c’era posto, il quarto era occupato da Vittorio. Vittorio ed Ambra lasciarono in auto i due ‘vecchi’ e si inoltrarono a piedi nella boscaglia. “Se posso essere sincero vorrei rivelarti quanto mio padre ha riferito a tua madre, hai una relazione con la francese della palestra, che ne dici di provare….” Ambra si mise a piangere, nemmeno un abbraccio di Vittorio riusciva a farla calmare finché finalmente: “La mia liaison con Desiré è scaturita dopo che ho avuto il primo rapporto sessuale con un mio compagno di scuola, ero vergine, ho provato solo un gran dolore e perdita di sangue, ho giurato…” “Non sei la sola che abbia subito questa triste esperienza ma non tutti i maschi sono dei bruti, io per esempio…” I due presero a baciarsi, Ambra andò oltre e prese i bocca il ‘ciccio’ di un arrapato Vittorio sino alla conclusione il cui commento lasciò interdetto l’interessato: “Non pensavo che avesse un sì buon sapore m’e proprio piaciuto.” La ‘conversione’ sessuale da parte di Ambra si era prolungata oltre il previsto, i due ritornarono alla Jaguar al cui interno stava avvenendo un scena da Kamasutra, Ornella piegata in avanti offriva il suo bel popò a Giuseppe.”Cazzo non me l’aspettavo da mia madre, lei religiosa che va contro natura!” “Mò ti metti a fare la puritana, lasciamoli in pace, anche i genitori hanno i loro vizietti, torniamo fra mezz’ora sempre che tuo padre…” “Mio padre è un mandrillaccio, tua madre stasera avrà bisogno di tanta vasellina.” Rientro a Roma: Vittorio alla guida, seduta nel posto del passeggero Ornella, nel sedile posteriore Vittorio e Ambra. Vittorio: “Sono convinto, voglio provare la non veridicità menichea secondo cui i professori stanno in cattedra e gli alunni seduti nei banchi, ora invece un alunno andrà presto in figa alla preside, viva la rivoluzione!”