Nei suoi occhi

‐ Buongiorno Stanley!
Mi accoglie come sempre la collega del terzo piano, io le dico: "Il capo è in ufficio?"
E lei risponde come sempre “sì” o “certo!”. È una fottutissima ottimista.
Mi avvio verso l’ufficio del capo lentamente, lo voglio informare che non accetto quell’incarico di infiltrato nella mafia, troppo rischioso.
Appena entro dalla porta mi colpisce una figura angelica.
Lei, in piedi davanti al capo, capelli biondi e un seno che cantava i sonetti degli angeli.
Il capo mi dice: ‐ Agente Botus, buongiorno!‐ E io mi ero già innamorato di quella visione che mi si presenta davanti.
Il capo mi spiega che lei è una nuova agente e che è stata trasferita qui da un distretto di New York, non mi ricordo il nome perché ero rapito dallo guardo focoso di quella donna.
Tempo tre mesi e lei è già la mia amante.
Facciamo una coppia perfetta, i migliori agenti del distretto.
Nelle serate tra amici spiego che lei è la donna perfetta, e spiego anche che mi turba perché qualcosa di passato, ma nello stesso tempo con un senso di premonizione, la preoccupa. Spiego che vedo nei suoi occhi la morte. I miei amici si mettono a ridere e per un po’ ci scherzo su anch’io, ma i miei pensieri su quella sensazione ritornano seri.
Dopo quindici giorni di convivenza chiediamo al capo se possiamo fare coppia anche a lavoro. Lui ci accontenta.
Lei è bravissima a mirare e sparare e io a guidare, inseguiamo dei rapinatori e li catturiamo tra la Saint Mark’s street e la Black road a Newark.
Dopo questo successo sul lavoro ci concediamo una cena romantica e poi andiamo a casa e facciamo l’Amore. Non e solo sesso con lei, è Amore.
Dio! Non  l’ho mai fatto così bene! I suoi gemiti sono poesie infinite e piene di significato. Il suo corpo nudo è una valle di piacere e il suo seno è un tocco di perfezione aggiunto al suo corpo già perfetto.
Appena finito io accendo una sigaretta, lei si alza e va a prendere qualcosa in cucina.
Quando torna non riesco subito a capire cosa ha in mano. Poi, appena me la punta contro, capisco. Una pistola con silenziatore.
Non faccio trasparire sorpresa dal mio volto, ma dalla bocca mi esce spontanea una domanda:
‐ Perché?
Lei mi risponde con una voce diabolica ma nello stesso tempo sensuale e attraente.
‐ Loro mi pagano di più e tu gli hai dato troppo fastidio.
Un’altra domanda mi esce spontanea dalle labbra.
‐ Loro chi?
E lei, sempre con la voce sensuale, rispose:
‐ La mafia…
Preme il grilletto puntato alla mia testa. Lei è bravissima a mirare e sparare.
Nell’ultimo mio istante di vita si avvicina e vedo nei suoi occhi me, morto.