Neve bianca sulle foglie d'oro
Cominciano a offuscarsi i giorni, tra nebbie basse e uggiore di pomeriggi. Le foglie fuggono lievi oltre il passo, come il nostro respiro carico di rimpianti. È tempo di ciocchi nel camino acceso e di tepori rannicchiati.
Una domenica di fine ottobre, fuoco acceso nel camino, luce bianca oltre la finestra... e poi eccola, la prima NEVE, leggera e vorticosa, scende a falde larghe come impazzita di gioia, sembra danzare il suo ritorno alla terra, di nuovo padrona dei mesi e dei giorni: è arrivata presto quest'anno, impaziente di rubarci i colori dell'autunno e quasi gelosa dell'arancio, lei che vuole solo il bianco come abito velato: qui ad Amora, a 1100 metri, sull'altopiano di Aviatico solo Lei sarà la vera protagonista dell'inverno, e noi seguiremo pazienti i suoi capricci, il suo umore repentino e svelto, in attesa del ritorno dell'Azzurro.
Quando, all'apparire della sera, sono sbucata oltre la porta di casa, mi ha accolto un mondo seppellito dal bianco, silenzioso e immobile, quasi a trattenere il fiato, sbalordito da tutta quella pesantezza sulle spalle degli alberi.
Non è la sorpresa della prima neve che mi giungeva al cuore, è capitato ancora e ancora capiterà, ma quello che ho avvertito è LO STUPORE DEL BOSCO, quasi palpabilmente incredulo, i rami carichi piegati fin quasi al ciglio della strada, le foglie ancora ammassate sulle fronde, eppure schiacciate lassù in alto dal bianco che copre la terra.
Non danzeranno più con i loro colori nel vento, prima di posarsi in basso, sono morte ancora attaccate al ramo.