Nombres (nomi)
Questo racconto (articolo) o meglio ancora sarebbe definirlo una "rassegna" (sebbene il termine sia poco simpatico a me, visto l'assonanza con la parola parata che sa di dolce...qualcosa di militare!) è frutto di letture alquanto disordinate (per mancanza di tempo, sovente, ma anche ‐ a volte ‐ di voglia e di stimolo a farlo, cioè a leggere o a ricercare), di ricerche effettuate un po' ovunque (a casaccio, tra materiale in mio possesso così come nel web ed anche tra i social, o sparando...cercando, cioé, nel mucchio come spesso mi è accaduto o mi capita di fare per alcune altre cose nella mia vita e in determinati frangenti della stessa). Ne è uscito fuori (meglio sarebbe scrivere, però, "ne sta uscendo fuori", visto che il tutto sta avvenendo quasi in "tempo reale", si cormpone come un puzzle, pezzo dopo pezzo) un qualcosa che spero possa essere utile (per qualcosa ed anche a qualcuno). L'ho voluta titolare [la rassegna] usando un vocabolo che ritengo sia adatto ed esaustivo al contempo, ossia "nombres" il quale nella traduzione dallo spagnolo (idioma più convincente, spesso, in casi come questo, rispetto a quello anglosassone: forse più caldo... efficace e rafforzativo alla bisogna, direi!) sta per nomi: nomi, appunto, o storie di nomi...nombres, da portare all'attenzione, alla memoria, alla riflessione di quanta più gente possibile; perchè è di loro che la storia di ognuno di noi è fatta; nomi, appunto, o storie di nomi...nombres, di persone anonime come di quelle più note: nombres di storie accadute realmente; a volte conclusesi bene (o andate a buon fine), altre invece drammaticamente male, ovvero col fatal evento, la morte: perchè la vita è vita, certo, ma anche è morte; un alternarsi di gioie e dolori, un alternanza di nascite e lutti.
‐ Fiona Nalukenge (7 anni) ‐ Primo anno di scuola primaria/aprile 2018 ‐ Fiona è orfana, vive con la nonna e tre dei suoi fratelli. Sono fuggiti dal villaggio di origine a causa di un'anomalia genetica, l'albinismo, che ha colpito questi bambini. Nei villaggi più remoti del Paese questa condizione è vista come portatrice di sfortuna e i bambini hanno sofferto l'isolamento sociale. Nonostante una vita davvero difficile Fiona è una bambina intelligente, disciplinata e determinata, con un grande desiderio di studiare. Per aiutare questa famiglia, così provata e priva di mezzi economici, abbiamo accolto Fiona nel collegio della scuola (a cura di ufficio sostenitori Italia‐Uganda onlus).
‐Elias Migombe (13 anni) ‐ Primo anno di scuola secondaria/aprile 2018 ‐ E' stato abbandonato dai genitori ancora piccolo e da allora ha vissuto con la nonna paterna, che lo ha cresciuto lavorando duramente per riuscire a mantenerlo e pagargli la scuola primaria. Con l'avanzare dell'età e dei problemi di salute la nonna non è stata in grado di lavorare né di provvedere al nipote. Elias è andato a vivere con uno zio, che però deve già mandare a scuola i suoi figli e non può pagare al nipote le rette scolastiche, più gravose nella scuola secondaria. (a cura di ufficio sostenitori Italia‐Uganda onlus).
‐ Timothy Rukenya (11 anni) ‐ Terzo anno di scuola primaria/aprile 2018 ‐ Timothy è orfano di entrambi i genitori e vive con un fratello maggiore nella casa in cui è nato ed ha sempre abitato. A pranzo mangia alla mensa della scuola, mentre la sera cena a casa di una zia che vive nel suo stesso quartiere. La mamma è mancata da poco; lavorava come lavandaia per provvedere ai suoi figli, ma per mandarli a scuola ha sempre avuto bisogno di aiuto. Ora che la mamma non c'é più, questi bambini hanno bisogno di un maggior supporto. (a cura di ufficio sostenitori Italia‐Uganda onlus).
‐ Nathaniel Woods (43 anni) ‐ Condannato a morte per triplice omicidio: la sua condanna è stata eseguita all'interno dell'Holman Correctional Facility di Atmore, nello stato dell'Alabama, nel sud degli Stati Uniti, il 5 marzo del 2020, tramite iniezione letale di pentobarbital. L'uomo si era dichiarato innocente: l'accusa che lo ha condannato era di aver ucciso i tre agenti di polizia che avevano fatto irruzione (il 17 giugno del 2004 a Birmingham, in Alabama) nella casa in cui egli si trovava per motivi di droga. In quella casa si trovava anche Kerry Spencer che in seguito ha più volte dichiarato ‐ egli stesso ‐ di essere stato l'unico autore materiale del crimine, discolpando Woods. Al processo, dove ‐ tra l'altro ‐ su dodici giurati solo due erano di colore come Woods, la sentenza di colpevolezza non fu unanime (dieci giurati contro due si dichiararono favorevoli ad essa) ma l'Alabama è uno degli Stati (tra quelli in cui è prevista la pena capitale) il cui ordinamento penale non prevede che necessiti l'unanimità per dichiarare la colpevolezza di qualcuno e la sua condanna a morte. Kerry Spencer è stato anch'esso condannato a morte (anzi, alla luce di come andarono i fatti, nel 2004, sarebbe dovuto essere l'unico a subire la condanna) e risiede attualmente nella death row (braccio della morte), all'interno della stessa casa di detenzione in cui è stato "eseguito" Woods, in attesa della esecuzione della sua condanna.
‐ Mariama ‐ Mariama era incinta di sette mesi quando è scappata durante un attacco degli estremisti al suo villaggio: dopo l'uccisione di alcuni operatori umanitari nel mese di agosto 2020, si sono inasprite le incursioni da parte di gruppi armati che terrorizzano vecchi, donne e bambini. Giunta a Tillabery, dipartimento posto a sud‐est del Niger, Mariama ha partorito dopo pochi giorni in solitudine perché il Centro di Salute più vicino era chiuso a causa della pandemia in atto. Tutto il Paese è in preda a una grave crisi: le misure anti covid attuate hanno aggravato le condizioni economiche e socio‐sanitarie in cui versava, già da tempo. A farne le spese la popolazione ed i più deboli, a causa della scarsità di acqua potabile e cibo. A causa del rialzo dei prezzi dei beni di primaria necessità, inoltre, migliaia di famiglie hanno perduto il loro (già) misero reddito e molta gente è costretta a vivere per strada, senza fissa dimora. Tra giugno ed ottobre il Paese ha subito anche inondazioni che hanno distrutto abitazioni, rovinato i raccolti e diffuso la malaria, la quale sovente colpisce i più piccoli malnutriti. Nel dipartimento di Tillabery, ben venticinque Centri di Salute hanno dovuto chiudere i battenti e a risentirne sono proprio i bambini nei primi anni di vita, causa le complicanze della malattia che per loro sovente divengono letali. Quando il medico della nostra clinica mobile è arrivato nel campo profughi, la bambina di Mariama era in fin di vita, causa una infezione intestinale provocata dalla malnutrizione. Grazie alla somministrazione di cibo proteico (nota personale: trattasi, in genere, delle cosiddette buste terapeutiche "plumpynut" contenenti latte in polvere, zucchero, vitamine, burro di arachidi, e che io chiamo spesso "bombe ad orologeria" visto il loro potere altamente energetico, quasi a...presa rapida!) e alle cure mediche, la figlia di Mariama (Colette) ha preso peso (ben tre chili in dieci giorni) superando la crisi. Mariama ha ricevuto le indicazioni atte a prendersi cura della sua bambina e sa ora a chi rivolgersi. Nel dipartimento di Tillabery ci sono oltre tremila bambini come la figlia di Mariama che versano in condizioni di malnutrizione. (da: "Bollettino di FONDAZIONE COOPI‐COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ONLUS") ‐ novembre 2020.
‐ Hassan e sua madre ‐ Hassan ha soltanto undici giorni di vita e sebbene sia appena nato, ha già dovuto sopportare il peso della crisi umanitaria in corso nello Yemen. Lui...