Non capita a tanti

Ora per carità mai se la sarebbe sentita d'incolpare la mamma ed al solo tal pensiero rabbrividiva, se non che c'era poco da fare, tutto iniziò quando appunto la sua mamma, diciamo intorno ai dodici anni, volle comperarle una sontuosa bicicletta da fuoristrada.
Manubrio dalla presa anatomica, frenata eccezionale, doppio cambio, pedali e catena perfettamente lubrificati, forcelle ammortizzanti e sellino comodo nonostante una certa durezza ed una forma parecchio appuntita ed allungata sul davanti.
Intendiamoci non è che non le piacesse il dono e s'era divertita assai con tricicli e bici per piccoli, non vorrei interpretaste male, anzi fin dal primo momento le saltò su felicissima ed incominciò curiosa ad assaggiarne le particolarità.
E lo fece dapprima con brevi tragitti intorno a casa, in seguito allargando il raggio su strada asfaltata ed infine, una volta imparato bene ad usarla, via per itinerari sconnessi e strade bianche di campagna e di montagna e sentieri di bosco e greti di fiume.
Una delizia.
I paesaggi incontrati, i silenzi di alcune valli, il vento che perde tempo a scompigliarti i capelli, estasi diventavano spesso in lei al che, assieme ad un oramai buon allenamento, gli elementi le donavano sicurezza massima tanto che adesso pedalando poteva perfino rilassarsi, dimenticare la fatica e gustarsi il suo essere ed il suo corpo sparati per la natura e temo. Temo fu proprio ciò l'origine del c'è poco da fare cui s'accennava prima.
Il sellino... il sellino infatti, forse chissà coinvolto pure lui in si tanta armonia, il sellino cavolo, soprattutto lungo le lunghe discese gibbose e qualche volta anche su salite impegnative, il sellino strusciava, sbatteva, vibrava cozzava, agitava, scrollava e diremo come turbava furbetto una sua parte anatomica decisamente sensibile e lei, previo le normali iniziali titubanze, probabilmente spinta dal ricavarne una piacevole sensazione d'ignoto alla lunga. Alla lunga lo lasciò agire indisturbato.
E lui agiva, agiva, agiva, finché il suo primo orgasmo in assoluto le procuro diverse sorprese e fratture.
Che nel mentre perse il controllo del mezzo ovviamente e cadde rovinosamente e travolta dal piacere quasi a metà d'una tortuosa discesa variamente accidentata.
Un trionfo.
Sì sì sì alcuni doloretti e due mesi di letto ma, ricordiamo lei giovane ignara non conosceva altri metodi per procurarsi così tanta gioia, ma ci riprovo di sicuro appena possibile la. La convinzione assoluta.
E di nuovo a cavalcioni dunque e di nuovo, di nuovo, di nuovo, esaltazione sessuale assoluta che. Che nel frattempo s'andava specializzando.
Per dire, mai strisciare di proposito o accentuare il contatto artificialmente.
Sicuro si gode comunque, bensì non è la medesima storia del lasciare fluire casuale.
Manco lontanamente.
Poi le salite.
È duro e sofferto l'orgasmo pedalando in salita, anche se tranquilli ne vale spassionatamente la pena.
Liquidi seminali e sudore mescolati hanno eroticamente pochi rivali ben si sa.
Mentre le discesa leggere e zero sconnesse, sono poca roba rispetto a quelle che per gioco denominò da frattura multipla con enfasi maggiorata.
Ed intanto cresceva chiaramente la nostra bella ed aveva imparato sul campo il resto sul sesso o meglio che nulla del sesso valeva il "suo" di sesso, il quale però, bisogna sottolineare, nel contempo cominciava ad avere bisogno di rilanci.
Che minimo ora quasi sarebbe servita un'ascesa dell'Everest per venire.
Che corbezzoli s'era abituata alle performance ripetute uguali mille volte e non sortivano più effetti e pertanto, medita medita medita, un giorno, sul sentiero del bosco del crinale in grande pendenza, realizzò e mise in pratica l'unione fra opzioni seducendo un'occasionale cercatore di funghi.
Lo spogliò nudo, lo fece eccitare di baci, lo caricò sul sellino gambe penzoloni schiena reclinata indietro, s'accomodò con le mani sul manubrio, i piedi ancorati sulle pedaliere ed il suo membro, non da niente ndr, inserito in vagina e si lanciò giù per una scapestrata discesa, classificata da plurifrattura scomposta con enfasi secolare, di dodici chilometri.
E l'aveva vista giusta sapete.
Lui urlava che pareva indemoniato, lei gemeva e s'eccitava con ognuno dei numerosissimi sobbalzi e godeva, godeva, godeva e non usciva di strada.
E furono sei chilometri di paradiso e chi c'è di là del paradiso?
Ovvio c'è il cambiare buco al pezzo e furono cinque chilometri e mezzo di nirvana e. E fatalmente un'invasione di fratture composte e scomposte racimolate, previo un ultimo orgasmo spaziale con conseguente abbandono di ogni equilibrio, strisciando, rotolando e graffiando terra, radici e sassi negli ultimi cinquecento metri.
Un'apoteosi.
Mai s'era sentita meglio in vita sua.
Giuro!
Mai, mai e mai.
Sicuro. La mamma invece nell'accudirla nuovamente inferma era turbata e si realizzava moralmente sofferente e del regalo pentita allora. Allora, giusto per non lanciare colpe, lei pensava d'altronde. D'altronde sono normali codesti suoi turbamenti.
Non capita a tanti di sentirsi dire hai voluto regalarmi la bicicletta?
Be' adesso pedala!
Che n'avrai a iosa da pedalare.
Che ho già in mente un progettino futuro mitico, mitico, mitico.
Non capita a tanti.