Oggetto Sensuale Di Desiderio.
Ci sono persone, soprattutto femmine, che ‘emanano’ una sensualità prorompente, sensualità percepita sia da uomini che da donne. Leone Mazzanti, trentenne proprietario terriero, era stato letteralmente ammaliato da Chiara Accetta, pari età e l’aveva sposata malgrado il parere non favorevole del padre, vecchio putt….re che aveva visto nella ragazza delle ‘doti’ che non riteneva idonee per una moglie e che non portasse ‘novità’ extra a casa ma Leone, affascinato, non aveva voluto sentir ragioni. In una bella giornata settembrina, classica romana, era convolato a giuste nozze in Comune, era ateo. Nel fastoso bar‐ricevimenti di Colle Oppio aveva invitato le amiche e gli amici tra cui Sabrina Sollazzo massaggiatrice, Alessandro Leone ginecologo e Sabrina Faraone titolare di un lussuoso negozio per femminucce in via del Corso. Vi domanderete cosa avesse di tanto affascinante Chiara? Vi accontento subito: altezza m.1,78, lunghi capelli castani senza frangetta (Leone non l’amava) occhi…che dire erano il fascino maggiore della baby: un verde particolare che ti penetravano sin dentro l’anima, sensualissimi e soprattutto promettenti di sessualità sfrenata. Pensate che solo lo scrivente sia stato affascinato? Sbagliato tutti i maschietti ed anche le femminucce dai gusti…particolari rimanevano senza fiato. Aggiungiamo un viso regolare sempre sorridente, seno forza tre, pancia piatta, gambe chilometriche, mani affusolate e, per ultimo, piedi lunghi e stretti, affascinanti per i trasgressori erotici (foot‐fetish) insomma per i feticisti. La sposa si era sbarazzata del velo e, dopo il primo ballo d’obbligo col neo‐marito, era diventata preda dei vari maschi col testosterone alle stelle! La festa finì a notte inoltrata con poco apprezzamento dei camerieri che si consolarono con mance adeguate al loro sacrificio. La casa degli sposi ubicata nella vicina via Merulana, arredata dal padre dello sposo con gusto e sfarzo, accolse Leone e Chiara che, ambedue stanchi ed un po’ ubriachi, rinunziarono alla ‘prima notte di nozze’; l’avevano già provata tempo addietro e quindi si rifugiarono nel morbido letto tutto azzurro, messaggero di felicità. Chiara era stata adottata dai coniugi Accetta residente in Australia e lei dopo una gita nella capitale italiana, ci era rimasta in seguito alle profferte matrimoniali di Leone. Il marito, proprietario terriero, passava la maggior parte del tempo a controllare i suoi interessi sulle sue terre lasciando la dinamica consorte a bighellonare in città. Per prima Sabrina che l’affascinava con i suoi prodotti per donna: scarpe bellissime, vestiti all’ultima moda, costumi da bagno ‘alla brasiliana’, cappelli, biancheria intima da sballo che Chiara provava e talvolta dimenticava di restituire alla proprietaria dimenticando anche di pagare ma…c’era un ma grosso come una casa. Sabrina aveva smesso di frequentare una sua vecchia amica lesbica perché innamoratasi perdutamente di Chiara la quale all’inizio rimase sorpresa delle avances ma poi ci prese gusto, Sabrina in fatto di sesso era bravissima e poi si era dotata di ‘aggeggi’ che la portavano ad una goduria mai provata e così, durante le ore di intervallo di chiusura del negozio via alla Saffo più sfrenato. Leone era quello de ‘vado, l’ammazzo e torno’ come si dice in gergo e quel poco gli bastava non ponendosi problemi sulla sensualità della consorte. Un giorno Chiara ebbe qualche problema alla ‘cosina’ ed andò a consultare il ginecologo Alessandro Leone che aveva partecipato al ricevimento delle sue nozze. Ovviamente fu accolta con calore dal quarantenne dottore il quale ci mise più del tempo necessario alla visita sinché, con la pressione alle stelle, le chiese se poteva provare la sua ‘cosina’ col suo ‘cosone’ per essere sicuro della diagnosi. La prova durò a lungo con gran risate di Chiara che poi dovette andare in bagno per un ‘sostanzioso’ bidet. Alessandro era divorziato ed invitò spesso Chiara nel suo studio fuori orario. Chiara, dallo spirito maligno, pensò bene di farsi accompagnare da Sabrina la quale all’inizio perplessa, pur di far contenta l’amica accettò e, dopo un attimo di esitazione, pensò bene di seguire i due, già nudi, nei loro ludii, una situazione talmente piacevole per i tre che seguitarono a frequentarsi con incroci di gambe, di fiorellini vogliosi, di tette baciate, con penetrazioni ‘contro natura’ delle due dame, insomma un repertorio degno di un libro di Kamasutra. La storia fu interrotta quando Leone, dopo la trebbiatura del grano delle sue terre, pretese che sua moglie lo seguisse in una crociera Costa nel Mediterraneo. Ormai Chiara era scatenata in campo sessuale, fece facilmente innamorare il vicecomandante della nave e, marito sotto coperta a dormire, faceva impazzire Joseph il bel marinaio inglese che poco aveva con i suoi conterranei ‘niente sesso, siamo inglesi!’ Alla fine della crociera nel porto di Civitavecchia Joseph seguì il facchino che trasportava le valige ed invitò i due coniugi a New Castle dove abitava nel suo castello. Un si di cortesia da parte di Chiara e di Leone con lo scambio dei relativi numeri telefonici ed indirizzi ma la cosa finì lì, Chiara sapeva a Roma dove ‘far pascolare’ la sua ‘cicciolina’. Una brutta caduta per le scale la costrinse al riposo assoluto, l’ortopedico amico di Alessandro il ginecologo le prescrisse antinfiammatori e massaggi. Nel palazzo dei coniugi Mazzanti, al pianterreno una signora quarantenne nubile, tale Susanna Faraone aveva uno studio in cui si eseguivano massaggi medicali. La dama fu contattata e naturalmente fu contenta di far amicizia con Chiara che conosceva solo di vista. Susanna non aveva nulla in comune con Chiara: leggermente più bassa e muscolosa per la sua attività usava anche lei mezzi da palestra, a lei si sarebbe potuta adattare la vecchia battuta che ‘avrebbe potuto schiacciare delle noci con le cosce!’ ma nei massaggi era molto delicata e ben presto Chiara ne apprezzò le doti anche la dama aveva l’abitudine di finire molto spesso molto vicino alla sua ‘cosina’, talvolta procurandole un orgasmo che a lei, in fondo, non dispiaceva. Susanna pian piano passò oltre cominciando a baciare Chiara in bocca, poi sulle tette ed infine sulla ‘natura’ con un piacere fortissimo, mai provato, anche con l’aiuto di un vibratore, sicuramente aveva toccato il suo punto G. I giorni ed i mesi passavano in fretta, Chiara dividendosi fra suo marito (poco) e Susanna, Alessandro e Sabrina viveva praticamente di erotismo. Un suo amico psicologo le aveva detto che le sue endorfine erano alle stelle, quanto mai vero!