PAPINO AMORE MIO
Sabrina si stava truccando in bagno prima di recarsi alla scuola media dove insegnava matematica, non sentendo suo marito Dario alzarsi dal letto entrò nella camera matrimoniale come una furia: “Non fare il pelandrone, ci sono gli addetti alla pompa di benzina, quelli dell’officina e Diana la ragazza del bar che ti aspettano, senza di te che hai le chiavi è tutto fermo, datti una mossa!” Dario una mossa non se la diede, Sabrina si avvicinò al letto, suo marito era supino con gli occhi sbarrati, non dava segni di vita. Al 118: “Presto venite a casa mia in via consolare Pompea 117 a Messina, mio marito ha avuto un ictus o un infarto!” L’ambulanza arrivò in poco tempo, scesero due infermieri con una barella, con fatica riuscirono a caricare il corpo inanimato di Dario sulla autoambulanza dove c’era un dottore: “Molto probabilmente si tratta di infarto, proverò con il defibrillatore.” Nel frattempo il mezzo con la sirena in funzione si era messo in moto, in poco tempo giunse dinanzi al pronto soccorso dell’ospedale Papardo dove il medico di turno dopo aver consultato il collega che era nell’ambulanza si avvicinò a Sabrina: “Signora, il mio collega ha fatto tutto il possibile, purtroppo…” Sabrina cadde a sedere su una sedia: “Portate un bicchiere d’acqua alla signora, signora mi guardi…” Sabrina aveva lo sguardo fisso nel vuoto, nemmeno il bicchiere d’acqua aveva funzionato, pian piano si riprese. “Telefonerò ad una impresa di Onoranze Funebri, dovrei rientrare a casa mia…oddio ho lasciato sola la mia bambina, c’è qualcuno che mi può dare un passaggio?” L’autista dell’ambulanza si offrì di accompagnare Sabrina anche se il regolamento lo proibiva. Sotto casa: “Quanto le devo?” “Nulla, condoglianze.” Dinanzi all’ascensore incontrò Caterina la cinquantenne portiera che dall’espressione del viso di Sabrina comprese quello che era successo. “Caterina hai sentito Mirella, l’ho lasciata sola nel mio appartamento, nel trambusto mi sono dimenticata di lei!” “No andiamo insieme a casa tua.”La bambina era ancora a letto al buio, alla luce esterna proveniente dalla finestra a Sabrina apparve il viso della figlia con lo sguardo fisso nel vuoto, aveva sentito e compreso la situazione ma il tempo passa e va, e va, e va, e va portando via con sé i ricordi spiacevoli, non sempre il detto risponde a verità ma nel caso in questione era avvenuto proprio così. Presa dagli impegni della scuola, dall’educazione della figlia la figura di Dario le appariva sempre più sfumata, per fortuna il marito aveva sistemato l’andamento della sua officina di riparazione auto affidandola ad una giovane romano nipote di una coppia di suoi amici, il tale Alessio aveva dimostrato la sua valentia quale responsabile dei lavori tanto da far aumentare la clientela, era un ragazzone che divertente sia per il suo accento romanesco che per le sue battute spiritose, insomma un tipo affabile, così divertente da conquistare le simpatie ed anche le ‘grazie’ di Sabrina che se ne innamorò tanto da invitarlo sempre più spesso a mangiare a casa sua. La sua presenza all’inizio non fu gradita a Mirella non per il ricordo del padre ma per gelosia verso la madre ma in seguito ogni volta che lo incontrava lo trovava sempre più attraente. Pian piano crebbe anche la confidenza nei suoi confronti tanto da confidargli ciò che non diceva a sua madre. Gli chiese un consiglio in occasione di una sua scoperta: a scuola alla toilette delle femminucce aprendo la porta di uno scompartimento vide la sua compagna di classe Andrea che stava per tirarsi su lo slip ma…sorpresa sorpresa al posto del ‘fiorellino’ aveva un ‘pisello’ con tanto di testicoli. Chiuse subito la porta ma ormai quella visione le era rimasta impressa nella mente. A casa consultò una enciclopedia, quegli esseri in termini medici erano detti transessuali. Un pomeriggio in bici andò a trovare Alessio in officina. “Cara Mirella qui accomodiamo solo macchine, per le bici vai in via Garibaldi.” “Ho bisogno di un consiglio, andiamo nel tuo ufficio.” “Allora ‘apriti’, di che si tratta?” Alessio fu messo al corrente della scoperta di Mirella ma: “Si tratta di una questione delicata, non so se sia io la persona adatta…” “Non mi dire di chiedere spiegazioni a mia madre, in questo campo penso non ne sappia nulla, nemmeno un prete mi darebbe una spiegazione giusta affermando che è stato uno scherzo del diavolo o cose simili, a chi mi devo rivolgere se non a te?” “È una vecchia storia, quando andrai alle superiori e studierai mitologia saprai che esseri simili sono sempre esistiti anche con altre caratteristiche sessuali, è la natura umana, in fondo sono degli esseri sfortunati che vengono dileggiati e talvolta offesi da persone sciocche, tu oltre ad essere diventata alta e bella credo che sia anche così intelligente da comprendere la situazione di quella categoria di persone.” “E così sono diventata bella e intelligente!” “Non ti allagare troppo, era solo un complimento.” “E tu fai gli stessi complimenti a mia madre quando andate a letto, una sera ti ho visto sgattaiolare nella sua camera, che ci andavi a fare, a dire il rosario insieme?” Alessio era in crisi, rimase silenzioso per qualche minuto poi: “Quella che mi hai fatto è come si dice una domanda con ‘risposta pagata’, tradotto hai capito quali sono i miei rapporti con tua madre ed ora che intendi fare?” “Ormai sono una donna, ho pure le mestruazioni, papino sei diventato il mio primo grande amore.” Alessio se la vide brutta, era il tipo delle decisioni immediate, andò a casa degli zii dove abitava, riempì due valige di effetti personali, telefonò a scuola a Sabrina dicendo che andava a Roma, sua madre era gravemente ammalata, ‘inforcò’ la A.R. Stelvio e si imbarcò sul primo traghetto diretto a Villa San Giovanni e poi via libera sino a Roma. A metà strada si fermò in un autogrill e chiamò casa sua a Roma. Rispose la madre. “Che cavolo hai combinato, lo zio Anacleto mi ha detto che stai venendo a Roma per le mie cattive condizioni di salute, io sto benissimo e faccio le corna.” “Mamma, la mia è un fuga mi trovo incasinato…resterò qualche giorno a Roma.” “Hai preso tutto da tuo padre che si è ‘fatto’ quasi tutte le mie amiche, non è che hai messo incinta qualcuna?” “Peggio, ho due femminucce che mi vogliono tutte e due, sono madre e figlia…” “Non ho parole figlio scellerato ma sei sempre il mio grande amore, quando arriverai ti farò trovare qualche piatto romano di cui forse hai dimenticato il sapore, vai piano, ti voglio vedere tutto intero. “ Giunto in famiglia Alessio ne pensò una delle sue: fece a cambio del suo telefonino con quello del padre che avrebbe risposto al posto suo, che bella trovata infatti: “Figliolo, è meglio che non dica niente a tua madre, chi sono quelle due che ti cercavano?” “Cercavano te, al mio telefonino (che poi è il tuo) non sono giunte telefonate, papà sei in ribasso!” “Non parliamo dell’argomento, tua madre è sempre sul piede di guerra, ieri ha risposto male ad una che ti ha chiamato per telefono, pensava che fosse una mia amica, ti ho coperto.” Alessio riprese i contatti con i vecchi amici, ritornò al suo lavoro di meccanico in un’officina del padre di un suo conoscente, il week end in compagnia di amici ed amiche al mare, era luglio e lui oltre che abbronzarsi stava ingrassando:”Mamma perderò il mio fascino, son diventato un porcello!” “Quello lo sei sempre stato, da domani sessanta grammi di spaghetti con olio e formaggio e tutta cucina mediterranea, non vorrei che…” “Non ho capito quel tuo non vorrei.” “Parlavo della tua stazza, perderai fascino.” Alessio non era convinto di quella mezza frase di sua madre infatti un pomeriggio, tornato a casa stanco dal lavoro: “Caro una sorpresa per te!” “Mamma non sono in vena di sorprese, sono esausto, vado a farmi una doccia.” Rientrando nella sua stanza sorpresa fu, affacciate al balcone c’erano sua madre ed una donna che da dietro non riusciva a riconoscere, giratesi le signore…altro che sorpresa! Dinanzi a lui una Sabrina sorridente ed in piena forma. “Caro spero ti faccia piacere rivedermi…” “Ho pieno rispetto per mia madre ma stavolta…vi prego lasciatemi solo, mi sistemo, ci rivedremo più tardi.” Nel salone Alessio trovò le due dame che parlavano piacevolmente: “Figliolo una lezione di vita, come tutti i maschietti in fondo sei un ingenuo, hai consegnato il tuo cellulare a tuo padre che naturalmente ha ricevuto le chiamate dirette a te, me ne ha parlato e la conseguenza …” “Ho capito, dopo aver ricevuto dell’ingenuo da parte tua cambiamo argomento, hai sicuramente preparato qualcosa di buono da mangiare per festeggiare l’arrivo in famiglia di una siciliana che pare sia di tuo gradimento.”Alessio era seduto vicino a suo padre Renato.”Caro papino la tua poco gentile consorte ha chiamato in causa i maschietti definendoli ingenui e nelle mani delle femminucce, purtroppo nel mio caso le devo darle ragione, quando ero a Messina mi son trovato in una situazione per cui ho dovuto mettere in atto il detto latino: ‘solus amor fugiens victores’ aforisma ripreso da Napoleone e da Honoré de Balzac, tradotto: ‘la sola vittoria in amore è la fuga. È quello che ho fatto io, mi ha spaventato una tredicenne figlia della qui presente Sabrina, giovane ma tosta e capace di tutto. Ora mi trovo qui la madre, per dimostrare a mammina mia che non sono poi così ingenuo ricostruisco quello che molto probabilmente è accaduto. Ha squillato il mio telefonino lasciato in giro dall’altro ingenuo di famiglia, Donatella mater è venuta a conoscenza della mia storia con Sabrina e per motivi vari non ultimo quello espresso varie volte di diventare nonna ha chiesto alla mia ex fidanzata di venire a casa sua a Roma, fine della storia.” Applauso da parte di Donatella: “Ritiro quello che ho affermato sui maschietti, tu figlio mio sei un’eccezione, prendiamo un po’ di aria e poi tutti a letto, in particolare Sabrina che sarà stanca del viaggio.” Le diavolerie di mamma Donatella non erano finite, ne aveva studiata un’altra diabolica: aveva disposto che i due maschietti di casa dormissero in letti separati nella stanza degli ospiti, lei e Sabrina nel lettone matrimoniale ma con un finale differente. Renato una volta a letto si era addormentato quasi subito (per un sonnifero messogli nella camomilla dalla moglie) e quindi un cambiamento: Alberto nel lettone con Sabrina e lei nel lettino vicino al marito. Alberto era si stanco ma non tanto da rinunziare alla tanto desiderato fiorellino, la sorpresa fu di Renato che la mattina ancora mezzo addormentato aprì gli occhi e vide sua moglie al posto di Alessio: “Non ci capisco più un cazzo che ci fai tu…” “Non essere volgare, approfitta invece delle mie grazie…” “Si Grazia, Graziella e Grazia al cazzo, sei la solita mestatrice!” “Mi sa tanto che la tua è una scusa per paura di fare una figuraccia!” “Io una figuraccia, mò ti faccio vedere!” Renato non fece una figuraccia ma aveva ancora abboccato all’amo della furbacchiona consorte. I due amanti alle dieci erano ancora nella stanza matrimoniale, Donatella da dietro la porta: “Alzatevi ho preparato un doppio zabaione per tutti e due!” “Ho capito, se mi hai raggiunto sino a Roma vuol dire che…” “Si vuol dire che, Mirella mia ha raccontato quello che ti ha detto, era una battuta da ragazzina, non se n’era accorta dell’effetto che aveva fatto su di te, è a casa della portiera, adesso chiamala.” “Caterina mi chiami per favore la scimmietta di casa?” “Papino sei sempre l’amore mio, non vedo l’ora che ritorni, ti voglio massacrare…” “Anche io ma sul delizioso tuo culetto! “ Decisione improvvisa di Donatella al marito: “Che ne dici caro di un viaggio a Messina, è una bella città di mare, ci sono anche le montagne che tu ami.”Alessio mi fai guidare la tua favolosa Stelvio?” “Lo chiedi a me, ci sono due femminucce, da quando in qua tu puoi ottenere qualcosa senza il loro permesso!” “Anche tu contro di me!” “Stai vicino a tua moglie, per un periodo dovrai dare addio alle sue amiche, è vero che …” “Bugie inventate da lei, al massimo me ne sono fatte un paio!”