Passioni e tormenti
Giorgio Mascolo era nato da una coppia di persone originali o eccentriche che dir si voglia. I coniugi Angelo e Luisa Musmeci erano molto affiatati, si volevano un gran bene, si erano incontrati frequentando il liceo classico e da allora erano rimasti sempre insieme. Li univa anche il loro anticonformismo e l’ ateismo in una città come Roma dove il Vaticano dettava e tuttora detta legge anche se alcuni dei suoi componenti predicano bene ma razzolano male. Era piuttosto strano che una coppia come la loro insegnasse matematica e lingue nell’istituto ecclesiastico ‘Santa Clarissa’ ma quello erano l’unico impiego che erano riusciti a trovare. I due non erano i soli insegnanti esterni alla scuola, c‘erano anche Ava Bobbin’s brasiliana insegnante di educazione fisica. Dalla sua corporatura vigorosa si poteva presumere una certa predisposizione per gli sport, come e perché fosse a Roma era un mistero ma in fondo non interessavano nessuno. Altro ‘esterno’ era Alfred Giuliani (Fred per gli amici) italo americano di New York, architetto insegnava disegno e grafica. Fred aveva dimostrato una particolare ‘solidità pecuniaria’, appena giunto a Roma aveva contattato un agente immobiliare e dietro suo suggerimento aveva acquistato una villa con gran parco situata sull’Aventino. In una concessionaria General Motors aveva comprato una Cadillac Colorado color senape che non passava inosservata. Grave errore, il macchinone nelle strade della capitale non trovava posteggio facilmente ed allora Fred rivolse la sua attenzione ad una Cinquecento Fiat sempre color senape, una sua fissazione. Giorgio il ragazzo sedicenne studente di quinta ginnasiale snobbava i programmi scolastici, li conosceva tutti già dal primo trimestre. Rivolse allora la sua attenzione alla fornita biblioteca di suo padre, si appassionò ai vari scrittori americani, francesi, inglesi, russi ed anche di altre nazionalità come l’ungherese Mihaly Foldi e al suo romanzo ‘Tutto l’amore.’ La sua sensibilità lo portò a rivivere attraverso i vari personaggio le gioie, le tristezze e le miserie di questo mondo di cui prima sconosceva l’esistenza. Con la lettura la sua personalità era cambiata, in passato non aveva mai avuto problemi finanziari o di salute e quindi li ignorava, capì che poteva dirsi fortunato per tutto quello che la natura gli aveva elargito a piene mani. Fred Giuliani ovviamente a Roma non aveva amici e quindi, per superare la solitudine organizzò una sera di sabato una festa nella sua villa, festa a cui aveva invitato tutti i componenti del collegio docente compreso Bartolo Cincotta il bidello trentenne tombeur de femme di Torpignattara. I convocati accorsero in massa, maschi e femmine . Dietro richiesta dei genitori fu invitato anche Giorgio che fu subito adocchiato dal padrone di casa per la sua padronanza della lingua inglese e forse per altro, l’italiano di Fred era un po’ ‘zoppicante’. L’italo americano aveva fatto le cose in grande: una orchestrina di cinque elementi che a richiesta suonavano sia musica melodica per i meno giovani che il rock per coloro che amavano questo genere di musica. Da un vicino bar erano giunti tre camerieri con vassoi colmi di dolci compresi i cannoli siciliani in onore padrone di casa i cui lontani parenti era di origine di quella terra. Non mancavano tartine, salumi e formaggi di alto pregio e bevande di ogni tipo dalle analcoliche agli spumanti ed al vino Brunello di Montalcino, il tutto ad un prezzo notevole, la cassa del padrone di casa non tremava. Tavolini separati e sparsi nel parco, poltrone e divani comodi tutto in stile Hollywood, gli ospiti si sarebbero ricordati per molto tempo quella festa. Fred era apparso in pubblico per ultimo fu accolto da un applauso dei presenti. Giorgio pensava che si sarebbe trovato a disagio fra tanti ‘vecchi’ ma la fortuna gli venne incontro, fra gli invitati c’era anche Michela Fileni figlia di Leo custode della villa che si presentò a Giorgio, la timidezza non era nella sua natura e lo dimostrò subito: ”Spero che tu non sia come la maggior parte dei parrucconi qui presenti. Io sono Milena, andiamo da qualche altra parte tutto stó vecchiume mi intristisce, tu mi piaci. In fondo al giardino c’è una piccola capanna che conosco solo io, è il mio rifugio segreto. I precedenti padroni avevano la puzza sotto il naso, mi trattavano da schiavetta e pretendevano che servissi i loro ospiti vestita da cameriera con cappello a frange, colletto bianco al collo ed un lungo grembiule ricamato, il loro tono nel chiedere cibi o bevande era stentoreo per dimostrare la loro superiorità, io sono di natura orgogliosa ed anche un po’ pazzoide, una volta pensai di mettere del veleno di topi nel cibo di due dame più stronze, ragionai e non lo feci ma mi è rimasto di loro un pessimo ricordo. Il signor Fred ha sfoggiato da subito modi signorili, vorrei dire affettuosi nei confronti miei e di mio padre. Talvolta la mia sincerità è eccessiva, vorrei dirti…” “Non mi dire…” Fammi finire, sono in vena di pettegolezzi: il nome di mio padre non è Leo ma Sileno, me ne sono accorta dalla sua carta di identità, lui non vuole che lo si chiami col suo vero nome.” “Lasciamo stare il dio greco della danza, sono le due, andiamo in giro a vedere quello che è accaduto agli invitati.” Uno spettacolo orgiastico, coppie scoppiate per wife swapping, alcune ubriache finite sotto i tavolini, lo spettacolo delle bottiglie desolatamente vuote abbandonate per terra dava ancor meglio l’idea dei fatti avvenuti. L’unico ancora eretto era Fred che insieme a Sileno, pardon a Leo cercava di aiutare qualcuno meno ubriaco a rimettersi in piedi. C’era il solito incosciente che avrebbe voluto mettersi alla guida della sua auto, Fred lo convinse che era una cosa insensata togliendogli dal cruscotto le chiavi di avviamento. Il sole alto sull’orizzonte convinse tutti a sparire dalla circolazione, i quattro di casa si limitarono ad un brunch, troppo tardi per la colazione e troppo presto per il pranzo. I due giovani dormirono nello stesso letto ma, causa la stanchezza si addormentarono e la mattina svegliandosi si misero a ridere, “Caro abbiamo seguito il detto: niente sesso siamo inglesi!” “Io seguo il proverbio: ‘non è mai troppo tardi’ che ne dici se stasera…” “Dico…” Tutti gli invitati erano spariti, i quattro di sedettero su delle poltrone dinanzi all’ingresso di casa, erano all’ombra dei cipressi ma non dentro l’urne…Un gabbiano li sorvolò varie volte, che faceva un uccello marino così distante dal mare? Fred: “Quel poveraccio ha fame, Leo domattina compra delle acciughe, se ritorna troverà un pranzetto di suo gradimento, io amo molto gli animali.” Il padrone di casa era stato profetico, il gabbiano dalla vista ottima oltre che spinto dalla fame il giorno seguente si gettò a picco sulle sarde sparse sul marciapiede della villa, quasi subito fu seguito da altri animali consimili, un banchetto. Due giorni dopo Bartolo incontrò Fred nel corridoio: “Professore devo farle presente un fatto inaspettato. Durante la festa sono entrato dentro casa sua, al primo piano, in compagnia di Ava, figurarsi se mi lasciavo scappare l’occasione di scoparmi una tal figona ma male me ne incolse, quando si è tolti gli slip è apparso non una topa ma una nerchia bestiale. Sono rimasto senza fiato, Ava mi ha incitato a penetrala nel culo ma mi sono rifiutato, a me piacciono le vacche non i mezzi tori. In macchina l’ho accompagnata in via Luigi Rizzo dove abita, mi ha pregato di non dire a nessuno che è un trans ma a lei…” “ Bartolo puoi darmi del tu, hai fatto bene ad informarmi su Ava, ricordo un vecchio detto che recita ’chi più sa più vale.’” La situazione era ben diversa, Fred voleva che la notizia rimanesse segreta per un motivo personale: era bisessuale ed aveva paura che qualcuno venisse a conoscenza della natura di Ava e soprattutto della sua, per lo scandalo avrebbe dovuto cambiare città e la sua vita, quello era il motivo per cui aveva dovuto abbandonare New York. Altro problema era quello di zittire eventuali pettegolezzi del custode della sua villa e della figlia allorché si sarebbe presentato a casa sua in compagnia di Ava. Quest’ultima all’inizio pensò a un scherzo, quando Fred le rivelò la sua vera natura e la sua intensione di ‘frequentarsi’ poi si commosse: “Anche io ho provato in passato delle delusioni, mi hanno trattato come un caso patologico, ti ringrazio come fai col custode della tua villa e della figlia?” “Cara un vecchio detto recita ‘Il denaro è la cosa più volgare ed odiosa che ci sia perché può, tutto compreso zittire i chiacchieroni!” Il giorno stesso telefonata a Leo: ”Caro sono Fred, domani sera verrò in villa in compagnia di una persona che hai conosciuto…tu e tua figlia sarete muti come pesci, ci sono per voi cinquemila Euro ciascuno.” “Ma veramente…” Leo non finì la frase che Fred: “Ho capito facciamo diecimila!” L’americano usò la Cinquecento per andare a prendere Ava, non voleva dare all’occhio con la Cadillac, aprì il cancello della sua villa col telecomando, nessuno in giro nel cortile, i due avevano recepito il desiderio del padrone di casa. Michela invece non si era fatta i fatti suoi, aveva ragione il detto che le donne hanno la lingua più lunga dei camaleonti fatto sta che aveva messo al corrente della situazione Giorgio di cui si stava innamorando e con cui aveva iniziato a trattenere rapporti sessuali. Il giovane si dimostrò una persona per bene, oltre a ‘farsi i fatti suoi’ chiese a Michela i preparare una cena per i due amanti tutto a base di pesce costoso come aragoste, salmone, spigole e tanti contorni oltre al vino Trebbiano di Soave nel frigo con tanto di avviso: ‘Il vino è nel frigo’. Ava era imbacuccata con un cappuccio in testa, i due neo amanti apprezzarono il caldo della villa, era gennaio, subito nella vasca da bagno Jacuzzi con tanti sali profumati. Il ‘cosone’ di Ava spuntava imperioso dall’acqua, Fred era perplesso, non immaginava che…”Non ti preoccupare ho con me della vasellina vale sia per te che per me.” Quella figlia di cane di Michela sia era fatta prestare una video camera che aveva installato nella stanza matrimoniale con schermo in una degli ospiti, visione perfetta. I due iniziarono con un classico sessantanove con relativo ingoio e poi cambiarono varie posizioni fino allo sfinimento totale ed un bruciore notevole nei rispettivi popò. Una fame giustificata dallo spreco di energie convinse i due a recarsi nella sala da pranzo dove fecero festa ai cibi preparati da Michela ed al vino. Un ananas finale, niente caffè, ritorno a letto per un meritato riposo. Presi dallo spettacolo orgiastico anche Giorgio e Michela li seguirono in campo sessuale. Finale col botto: Ava, Fred, Giorgio e Michela si incontrarono nel corridoio, all’inizio perplessità di tutti poi una risata omerica collettiva, si era creata la possibilità di nuove coppie Ava con Giorgio e Fred con Michela un quatersex, le sorprese inaspettate sono le più apprezzate!