Perchè?
Alberto pensionato ultrasettantenne, abitante a Messina in viale dei Tigli, come tutti gli anziani non proprio in salute, per usare un eufemismo, passava molto tempo a leggere i giornali o dinanzi alla TV ma questo non migliorava il suo stato d’animo anzi…Cosa stava succedendo ai singoli individui? Sembra, anzi è accaduto che la parte peggiore delle persone è venuta fuori estrinsecandosi in maltrattamenti di anziani nelle case di riposo o di bambini negli asili, di genitori che prendono di petto insegnanti che hanno dato cattivi voti ai loro figli e non ultimi ma, più gravi, gli omicidi per motivi talvolta incredibili come l’ultimo di un uomo che per strada ha ucciso un giovane a lui sconosciuto perché lo aveva notato allegro mentre lui non lo era! E che dire degli omicidi di ex mogli che si erano rifatte una vita con un nuovo compagno dopo aver sopportato per anni le angherie dei mariti senza mai denunziarli, senza tralasciare i reati di concussione e di corruzione dilaganti che erodono l’economia. Ultime ma non meno importanti la mafie nelle loro varie denominazioni che mettono a dura prova la vita dei cittadini onesti e la stabilità del paese. Da non dimenticare gli stupefacenti che, oltre a far arricchire i trafficanti mina la salute soprattutto dei più giovani; è storia recente di loro morti per nuove droghe letali. Altra tristezza vedere in televisione dei pensionati con le lacrime agli occhi che dichiarano di aver perso i risparmi di una vita per il fallimento delle loro banche. Forse ci dobbiamo rifare al pensiero di Socrate che sosteneva che gli uomini sono ignoranti e malvagi, si spera proprio di no, vi sono molti esempi di solidarietà. Gli unici argini a tanto disfacimento sono le forze dell’ordine. Alberto quale ex maresciallo della Guardia di Finanza, in quarantaquattro anni di servizio aveva contribuito a questa lotta ottenendo vari riconoscimenti fra cui la Medaglia Mauriziana privilegio di pochi. L’esiguità del numero di personale, sempre sotto pressione giorno e notte rendeva la lotta impari. Un paese florido si vede anche dal comportamento dei suoi amministratori. In campo nazionale c’è una coalizione con i capi sempre in lite fra di loro, in campo locale gli amministratori spesso vengono rimossi per corruzione o per mafia. Altra piaga i nostri migliori ‘cervelli’ espatriano in cerca di lavoro in quanto i signori politici hanno preso provvedimenti cervellotici come quello di mettere un numero chiuso nella facoltà di medicina. I medici andati in pensione vengono richiamati in servizio per sopperire a ‘buchi’ di organico. Alberto era amareggiato, ricordava con rammarico il dopo guerra quando tutti gli italiani si erano rimboccati le maniche e nel 1960 l’Italia aveva avuto un boom nella ricrescita del paese. Ed ora? Non si sa se ridere o piangere. È accaduto che per un posto di infermiere sin sono presentati duemila dicesi duemila concorrenti, questo è indice di disperazione e di povertà. Una volta ad un poveraccio si diceva, con senso dello humour, che dormiva sotto i ponti, oggi purtroppo questo è diventato realtà, l’abbiamo potuto constatare a Roma. In campo internazionale? Meglio nessun commento. Alberto, vedovo, accompagnato dai nipote Marco o Andrea passava regolarmente da un nosocomio a l’altro a seconda delle patologie, in farmacia mettevano il ‘tappeto rosso’ quando lui entrava ad acquistare medicinali! A casa cucinava come aveva fatto da finanziere nei lontani anni cinquanta, alle pulizie di casa era addetta la portiera Gina quarantenne che, talvolta, lo …aiutava in altri campi. Nel suo curriculum aveva scritto: ‘Sono nonno bomba che beve, mangia e, talvolta, tromba’, l’esprit era stato sempre la sua ancora di salvezza. Altra peculiarità: Alberto si era scoperto scrittore e, forte della sua maturità classica aveva scritto un romanzo sulla sua vita pubblicato da una casa editrice e ben duecento racconti dal ’sapore’piccante come sua abitudine inveterata, in passato le femminucce erano state i suoi svaghi preferiti ora… si arrangiava. Le sue narrazioni vengono pubblicate sul sito ‘Aphorism’ e pare siano apprezzate dai lettori in cerca di svago. Ultima novità: la portiera era andata a casa di sua madre ammalata, era stata sostituita da Gigliola sua figlia ventenne fisicamente niente male. Alberto si era domandato chi poteva aver ispirato i genitori, ex contadini inurbati, ad apporre alla figlia un nome fuori del comune forse per riconoscenza verso l’ex padrone del campo da loro coltivato. Gigliola era iscritta al secondo anno di università in medicina, dimostrava di essere portata verso quella branca di studi, aveva conseguito con pieni voti il diploma di infermiera. La ragazza era molto affezionata al cavaliere (Alberto aveva ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica) anche perché il cotale le mollava sotto banco bei soldini con la segreta speranza di…Alberto se lo poteva permettere per l’eredità in titoli e denaro nel conto corrente ricevuti da una zia. Un giorno Gigliola: “Cavaliere posso chiederle un favore grosso, col mio fidanzato non posso avere molta intimità perché non possiamo stare insieme né a casa sua né in quella mia e non vogliamo andare in albergo, che ne direbbe di ospitarci? Ho conosciuto da poco tempo Alessio figlio di persone abbienti, è una categoria di persone che non amo perché si sentono padroni del mondo, ultima richiesta particolare, vorrei che lei, per mia sicurezza ci controllasse con una telecamera nascosta.” “Insomma dovrei fare il guardone e il cane da guardia, e se poi mi viene voglia di…” “Nessun problema, in viale S.Martino ci sono bei negozi…” Più chiaro di così! Alberto prese contatti con Sergio un venditore di materiale elettronico, gli spiegò la sua richiesta ed il giorno dopo una minuscola telecamera fu istallata in camera da letto con visore nello studio, si vedeva perfettamente tutto anche con poca luce. Dopo una settimana Gigliola ed Alessio, un ‘braciolettone’ come lo avrebbe definito Alberto si presentarono in casa del cavaliere che aveva lasciato la porta socchiusa. “Mio zio non sta bene, abbiamo tutta la casa a disposizione, questa è la camera da letto con annesso bagno, prima mi faccio io il bidet e poi tu, nel frattempo mi stenderò sul letto.” Sul lettone Gigliola si prese il divertimento di allargare le cosce per mostrare la ‘cosina’, una favolosa foresta nera con le conseguenze che il ‘ciccio’ di Alberto alzò la cresta ma poi, sconsolato, capì che non era il momento. Alessio si dimostrò subito di essere imbranato in campo sessuale, Gigliola fece tutto lei: prima prese in bocca l’uccello del fidanzato non troppo grande, ci volle del tempo prima di riuscire a…, ci volle altro tempo per rinverdire il ‘coso’ di Alessio che ci mise assai per eiaculare nella vagina. Il simpaticone si sentiva un mandrillo, non capiva di essere stato solo uno strumento in mano a Gigliola, forse non aveva mai conosciuto da vicino una donna. Alla fine, dopo il passaggio in bagno la ragazza: “Caro, lo zio se la passa male a soldi, è pensionato, che ne dici di lasciargli qualche Euro?” Alessio fu generoso, si sentiva un dio, mollò una banconota da cinquecento Euro che, in seguito finì nella borsa di Gigliola. Chiusa la porta d’ingresso: “Che ne dici zio del mio fidanzato?” “Sposalo, quando mai ti capiterà uno come lui ed ora accomando un…allo spirto che non muor!” Alberto con Gigliola ritrovò in parte la gioventù, la situazione si ripeté varie volte sinché Alessio si decise al gran passo. Al matrimonio Alberto fu uno dei testimoni, elegantissimo si presentò zoppicando ed aiutandosi con un bastone, non voleva apparire troppo arzillo…