Puro pura puri ( seconda parte )
Via.
Via.
Si gira sotto sopra un nuovo specchio.
Tu vestito io nuda la nuova condizione che non condizionerà anima qui presente‐.
Oh!
Le mie ginocchia ringraziano.
Prima nell’acqua un freddo infame, dopo vicine al fuoco un caldo intollerabile.
Per i miei occhi invece credo cercheranno appigli.
‐Tranquillo.
Se non erro massimo mi guarderai e vedrai radici.
Che poi nel contempo ti metti in una posizione corporale che mi diverte tantissimo immaginare.
Appeso per le suole penzoloni, per sotto, dalla crosta.
Testa retta e diretta al sole nucleo.
Fantastico‐.
Il mio essere maschio un po’ le vede sul serio le radici al sorgere d’una donna nuda.
Senza procreare temo la mia vita sarebbe forse in porto lo stesso, ma priva d'ormeggio.
Passerei altro insulso che s’è svanito senza avvisare e senza lasciare sostituti.
Meglio innesco qualcuno prima d’andarmene.
L’anno prossimo perpetuerò in loro è la speranza di ogni fiore nel mentre firma per affidare i semi alla variante meteo del tempo.
‐Vuoi che faccio qualcosa?
Poco fa t’ho fatto fare l’attore che non sa d’esserlo alle prese con due o tre copioni.
Un moto diretto il mio.
Un ricambiare puro‐.
Dai, non saprei e mi sembrerebbe vendetta.
Però. Però laggiù laggiù nel mio senza fondo una cosa la situazione attuale me l’evoca.
Una cosa che si posizionò sicura tra i sogni da sveglio preferiti fin dall’età scolastica e dunque anche delle vacanze marine passate in colonia.
Una cosa ovviamente mai successa.
‐Mi piace.
Dai aprimi il sesamo‐.
Ok.
Vorrei che un donna nuda, possibilmente anche ben fatta cioè. Cioè vorrei che tu adesso eseguissi della ginnastica elementare pari pari facevano, perfettamente nonostante obbligate, vestite ed estasiandomi assai, le mie compagne occasionali al tempo.
Non so.
Dei piegamenti sulle gambe con le braccia in avanti parallele al suolo e le palme in giù.
Delle torsioni sul busto piedi incollati al pavimento e mani dita intrecciate dietro il collo.
Degli spostamenti del corpo intero a tentare di raggiungere con il polpastrello del medio qualsiasi parte d’un piede.
‐Bellissimo.
E sono anche abbastanza pratica in ginnastica.
Mi tengo allenata da sola ma quasi seriamente.
Guarda‐. Io.
Io non so.
Io non so perché mi deve partire un tale e quale il sole s’aprisse a. A rovinare dei silenzi e degli spettacoli così meritevoli di rimanere tali nel ricordo nei secoli dei secoli.
Posso.
Posso girarti attorno?
‐Perché no.
Già che ci sono faccio la mia serie completa, peraltro saltata ieri ed oggi.
Normale dura una decina di minuti, però dopo non voglio puzzare di sudore allora abbasso un attimo le cadenze ed il completamento degli esercizi durerà un minimo di più‐.
Sì sì.
Cioè no.
No.
Più di così è impossibile.
Impossibile puro.
L’indescrivibile.
Sei la faccia dell’indescrivibile in questo momento e le luci e le ombre pitturate dal fuoco sui tuoi movimenti me lo confermano.
Giuro se lo rincontrerò lo riconoscerò immediatamente.
Troppo l’ho fissato in me.
Troppo.
‐E e giù e e su e.
E finito.
Che dici?
No perché a me la botta d’adrenalina ha dato beneficio indipendentemente e non so.
Ed a te?‐.
Beneficio?
Macché beneficio.
Beneficio.
Beneficio.
Beneficio.
Beneficio.
Beneficio puro.
Dai però su rivestiti.
Il fuoco è andato e la temperatura s’è aggiornata al buio.
Servono altre opzioni da mezzanotte in poi.
‐Cos’è una frase del bel tenebroso in un film di dramma ed amore quest’ultima?‐.
Oh bella mi fai spontaneamente ridere, ma no.
È una nostra nuova esigenza nel caso volessimo prolungare all’aperto.
S’acconsenti e pensi ci dormiresti serena, dopo il fuoco invento il letto.
Torniamo alla macchina, apriamo il bagagliaio e troviamo un grande e spesso nailon da stendere sotto, due coperte consunte da sistemargli sopra, due sacchi a pelo ed un’altra coperta per sigillare una volta i bachi sono nel bossolo e dimenticavo, pure due cuscini gonfiabili grandi abbastanza che non ti spompi completamente al gonfiarli.
‐Certo che sì!‐.
Allora gireremo le spalle e sotto quel maggiociondolo vedremo una radura chiaramente all’uopo e. Ed in trenta secondi tutto avrà sistemazione.
Sistemazione pura.
‐Si sta da dio‐.
Da dio non direi.
Possibile lui ci ha messo qui, però senza nailon, sacco a pelo,
coperte e cuscini e non è un dettaglio trascurabile e ciò mi ricorda la storia dei gelsi.
Tu la conosci la storia dei gelsi?
‐I gelsi hanno una storia?‐.
Certo che i gelsi hanno una storia.
Loro qui in Italia prima non c’erano.
‐Prima di cosa?‐.
Prima dell’importazione della seta e dei relativi bachi dalla Cina.
I bachi mangiano esclusivamente foglie fresche di gelso, al che hanno dovuto importare anche loro.
Poveri alberi.
Strappati al loro ambiente, ai loro affetti, alle loro abitudini e gettati ovunque basta che producessero.
Ti credo si sono ribellati ed hanno cominciato a diramare i rami con anarchia e modi di palese protesta ed a me il temperamento ribelle, in qualsiasi società, piace sempre.
Poi è finito il business e sono stati pensionati in massa ed adesso non capiscono come mai non li spogliano più d’estate e sono in ansia per la fame dei bachi ed incrociano a dread i rami.
Ed incrociano a dread i rami.
Ed incrociano a dread i rami.
Ed incrociano a dresd i rami il doppio e.
E guardo il cielo e zittisco però adesso, che la televisione se non ti mangia muore ed il firmamento è lo schermo fornitoci dal kit sopravvivenza genetico.
Guardandolo lo si nutre intanto che ci si nutre, ma bisogna farlo muti tali pesci.
È o non è assolutamente riprovevole parlare con la bocca piena?
‐Oh.
Oh buongiorno.
Alla buonora cavolo.
Non ti svegliavi più.
Io invece, lo sai che in quella maniera non mi sopporto, ho già cancellato l’effetto deportata, fatto bisognino e passeggiato‐.
Cos’è condensa o nebbia?
‐Una cosa strana sicuro.
Ti circonda come un muro a dieci metri di distanza costante e fuori non ti fa vedere niente e spostandoti sveli il mondo a cerchi‐. No scusa. Scusa.
Prima d’un cappuccio ed una brioche io non ho la connessione dati accesa.
Andiamo in un bar che dopo m’aggiorni rispetto al mondo a cerchi, alla bruma di fiume estiva ed alla tua opinione sul look da deportati.
‐Dispiace non avere tutto quel tempo.
Che purtroppo già adesso è tardi.
Che ci vogliono quarantacinque minuti abbondanti solo per raggiungere la stazione.
All’una ho il treno e dobbiamo passare a recuperare le borse.
A ripulire e riordinare ed a salutare tutti‐.
Peccato.
Io una musica folcloristica del Rajasthan sotto e sarei stato aperto ad ogni tua evenienza.
‐Cavolo sento già la tua mancanza e grazie per avere voluto accompagnarmi fino al binario.
L’impressione è d’avere fatto tutto quello che dovevo fare in questo week end.
Non m’è mancato nulla.
Nessun avrei potuto latente.
Nessuna sensazione di vuoto non riempito a dovere.
Sono pasciuta e ripiena di beatitudine come poche altre volte ed inoltre tra ieri ed oggi ho rivisitato, con grandi sorprese, un personaggio latente decisamente particolare.
Lo chiamerei l’illusionista mentale.
È uno che sa farti vedere, tale fossero reali, il tuo palazzo che crolla trascinandoti nell’angoscia da sterminio famigliare o della nativa spontanea poesia linda e saporita ovunque in. Indifferentemente.
Ed il tutto senza sia accaduto nulla naturalmente e.
Ed è l’entità singolo uomo.
Singolo uomo, puro.
Che noi con i nostri giri di pensiero: di persona personalmente, riusciamo ad imprigionarci stretto ed avventurosamente a liberarci largo in continuazione, però fatalmente il fuori dal cerchio poi c’intimorisce attirandoci mentalmente nell’ignoto ed allora abbiamo bisogno qualcuno si svegli per rassicurarci mormorandoci non sei solo. Non sei solo. Non sei solo ho. Ho dentro un illusionista mentale anch'io e. E ti capisco. Eccome se non ti capisco e.
E ciao.
Un ciao, un alla prossima ed un languido bacio appassionato è tutto quel che ti lascerò ancora per stavolta.
Per stavolta.
Per stavolta, pura‐.