Quando si è puliti e ben vestiti
Molti anni fa conoscevo un vecchio.
Da come vestiva e viveva era l’esatto contrario di quello che ognuno di noi vorrebbe essere.
Era sporco dalla punta dei piedi alla cima dei capelli: evidentemente conosceva assai poco, o per nulla, acqua e sapone. Indossava abiti logori, cosparsi di macchie, sempre gli stessi, sia d’inverno sia d’estate. Era un beone incorreggibile, tanto da trovare nel vino, preferibilmente rosso, la sua unica ragione di vita. Mangiava pesce crudo, sanguinolento, che prendeva a sua scelta direttamente dalla bancarella del pescivendolo, per il quale svolgeva funzione di banditore per le vie del paese.
Tre volte a settimana, dopo la fine del lavoro, dopo avere cioè gridato per ore invitando a comprare questo o quel pesce, beveva e mangiava: vino rosso e sogliole crude, che dovevano dare al suo alito una “fragranza” di campi e di mare nello stesso tempo.
Quel vecchio era anche un bestemmiatore incallito. Devo dire, in coscienza, non per sua scelta, ma per reazione a coloro che lo avevano “assunto” a oggetto dei loro trastulli, dei loro scherni crudeli.
Ma pur conosceva, oltre alle bestemmie, parole più “caste”, nel senso che queste non andavano oltre le normali imprecazioni o espressioni scurrili, che usava come difesa dalle ingiurie che persone pulite (poiché si lavavano abitualmente), ben vestite (avevano denaro per rinnovare il loro guardaroba), che non bestemmiavano (dacché timorate di Dio e periodicamente, in chiesa, purgavano se stesse da qualche peccato) gli rivolgevano, non perché ne avessero motivo, ma per il semplice gusto di farlo o, forse, per il senso di fierezza o soddisfazione che i deboli provano nell’attaccare e piegare chi è molto più debole di loro.