Quanto tempo è passato
Il detto latino ‘mater semper certa est, pater numquam’ poteva applicarsi in toto ad Alessio Manfredi romano di origine calabrese in particolare del circondario di Catanzaro (con due z). Nato da umile famiglia di conduttori agricoli (genitori contadini di bassa statura) il suo fisico elegante era stato oggetto di pettegolezzi da parte dei paesani per la sua sempre maggiore somiglianza col padrone del terreno coltivato dai suoi genitori, pettegolezzi finiti ben presto, si trattava di persona ricca e rispettabile. Il giovane sovvenzionato dal padre naturale era stato iscritto in un collegio signorile misto di Roma dove si era distinto soprattutto per il buon profitto nello studio con gran piacere dei due …padri. Altri avvenimenti erano avvenuti a suo carico: la consorte del padre naturale, molto abbiente era passata a miglior vita (si fa per dire) in quanto aliena dai medici, passava gran parte del suo tempo, soprattutto di notte a giocare a carte con le amiche (ed anche amici) e non si era curata di un carcinoma alla mammella. In tal modo il patrimonio familiare già consistente era ancor più aumentato. Ci si era messa di mezzo anche Atropo che con la sue inesorabili forbici aveva reciso il filo della vita del reverso context. Un ultimo ostacolo del futuro Alessio: aveva le generalità di un famoso mafioso calabrese estradato in Italia dagli Stati Uniti. Le disposizioni legali italiane prevedevano e prevedono in tal caso il possibile cambio delle generalità. Alessio Manfredi aveva già scelto le sue ma dovette aspettare del tempo prima che la arrugginita macchina burocratica italiana si mettesse in moto, dovette essere oliata (o oleata) per funzionare. Ora finalmente Il dottor Alessio Manfredi, laureatosi in giurisprudenza poteva dichiararsi soddisfatto della vita che conduceva, cinquantenne era in buona forma a parte l’inevitabile pancetta. Stanco dei numerosi viaggi turistici all’estero decise per un ‘rimpatrio’ con i suoi compagni di studio dell’ultimo anno di liceo, conservava ancora la classica foto ricordo di tutta la scolaresca effettuata dopo la conclusione degli esami di maturità. Incaricato di rintracciare i vari ex alunni era stato Freddy il segretario multilingue inglese ingaggiato a Londra da Alessio, faceva tanto snob. Freddy anche se dotato della classica flemma inglese dovette sudare le famose sette camice per rintracciarli, ci riuscì solo in parte. “Mister alcuni suoi ex colleghi sono introvabili, questo è l’elenco dei rinvenuti penso si dica così. Ho riscontrato un’anomalia, si è aggregata alla genitrice una figlia ovviamente non sua collega: si chiama Adriana Pellegrini, la madre Florinda Rubinacci.” Alessio ebbe un tuffo al cuore, aveva corteggiato Florinda senza successo ed ora finalmente….finalmente un cavolo, non era cambiato nulla, la situazione fra i due era rimasta come da studenti. Il personale di servizio della villa era stato ‘rinforzato’ sia per quanto riguardava la cucina che l’ordine delle camere. I maschi e le femmine avevano scelto personalmente come e dove sistemarsi. Riunione all’ora di pranzo nel gran salone, Freddy il più ‘smart’ molto apprezzato dalle signore. Abbracci e baci rumorosi ed ‘’apprezzamenti’ sugli altrui difetti dovuti al passare degli anni. Alessio da buon padrone di casa si presentò per ultimo accolto dagli applausi dei presenti, Florinda ed Adriana in fondo alla fila: “Mamma questo sarebbe stato il tuo grande amore?” Alessio non si fece prendere di contropiede:“Questa sarebbe stata la figlia che sicuramente avrei sculacciato!” Risata a denti stretti di madre e figlia. Alessio ebbe maggior successo con altri invitati, nessuno di loro era diventato ricco come lui che si poteva permettere anche un maggiordomo inglese. Menù tipico romano con applauso finale alla cuoca. Gli invitati si erano sparsi alcuni nel garden altri in coppia all’interno della villa ad assaggiare la morbidezza dei materassi…Florinda ed Adriana in garage ad ammirare le auto del padrone di casa: una Bentley, una Lexus ed una Mini Cooper adatta al traffico della capitale. “Mamma rimira cosa hai perso!” Ritirata delle due donne. Una brasiliana Caecilia Proietti aveva preso sottobraccio il padrone di casa, aveva lo stile della donna che non deve chiedere mai, poi si era messa al volante della Mini e “Vamos a bailar” con partenza sgommata. Alessio rimasto a terra attese il ritorno della carioca, dopo che la cotale ebbe messo i piedi a terra, la prese in braccio e dritto nella sontuosa camera da letto in cui Freddy aveva provveduto a diffondere in sottofondo una languida musica brasiliana. Alessio guardò meglio in viso Caecilia: “Non ti ricordo bene, assomigli ad una ragazza timida che era seduta all’ultimo banco.” “Ha indovinato ‘padrone’ sono passati tanti anni ed io come ha potuto constatare sono cambiata, mio padre Carlos è impiegato all’autodromo ‘Piero Taruffi’ di Vallelunga, mi ha insegnato a guidare macchine da corsa, ho vinto un concorso femminile naturalmente in campo automobilistico, con me i maschietti vanno in bianco!” “Ho capito preferisci i ‘fiorellini’, mi contento se mi farai da autista con la Bentley, voglio portarti al club ‘Coming Out’ vicino al Colosseo, è frequentato da personaggi variopinti, divertenti.” All’ingresso un omone un po’ effeminato: All’ingresso: “Cari signori non siete soci, mille Euri l’uno, per un tavolino altri mille Euri.” “Se volessi la tua compagnia?” Alessio era in vena di humor: “Per te tutto gratis bello mio…” Al loro tavolo in prima fila si era avvicinata una bellissima dal costume succinto con una gran farfalla sulle spalle. Caecilia: “Cara riesci a volare?” “Non sopra di te, mi piacciono i cosi grossi, che ne dici di prestarmi il signore? Ho capito sei gelosa, vai a fare in culo.“ “Caro Alessio con quella ti finiva male, è un trans, ti troveresti un ‘bigolo’ nel popò, vieni balliamo.” I due vennero circondati da un ‘popolo’ di travestiti sbeffeggianti, Caecilia ne ebbe abbastanza: “Chery ne dici se torniamo a casa tua? Per favore guida tu.” Qualcosa era accaduta nella mente di Caecilia, Alessio la assecondò anche non spingendo a fondo l’acceleratore fino a sotto l’abitazione. “Cara penso che sarebbe meglio che ti fermassi da me, ti vedo turbata, non vorrei che con la tua ‘scatoletta’ andassi fuori strada.” Caecilia fece un ceno di assenso, prese sottobraccio Alessio, si rifugiarono nella camera del padrone di casa. Alessio era stato un periodo in Sicilia, fece sfoggio di quel dialetto: “Cama affare” tradotto in italico: “Che dobbiamo fare?” Caecilia non rispose, si rifugiò in bagno e ci rimase sino a quando Alessio preoccupato andò a rilevarla. La ragazza era un bagno di lacrime,il padrone di casa si fece l’esame di coscienza, non pensava di averla offesa allora….l’abbracciò stringendola forte a sè, pian piano la brasiliana di calmò, iniziò a raccontare la sua storia: “Mia madre abbandonata da mio padre aveva stretto amicizia con un uomo più giovane di lei, il cotale ha ritenuto opportuno ‘sconcicarmi’ sessualmente sempre da me respinto. Informata, mia madre non solo non prese provvedimenti a carico dell’amante ma ritenne che era colpa mia: “Vai in giro in minigonna, gli uomini son fatti così.” Vista inutile ogni possibilità di cambiamento accettai di andare in collegio e qui cominciarono altri problemi. Compagna di stanza una collega piuttosto mascolina, all’inizio non ci feci caso ma una notte me la trovai nel mio letto, normalmente dormo nuda, Annette, questo il suo nome prese possesso della mia…femminilità ed in poco tempo mi portò ad un orgasmo piacevole, prolungato, rimasi piacevolmente sorpresa, non protestai, era il mio primo rapporto lesbico. Ci presi gusto, ogni sera una novità sessuale, ero diventata schiava del sesso. In un momento di lucidità contattai mio padre, per vergogna non lo misi al corrente della mia storia, gli chiesi solo di farmi uscire dal collegio e di vivere con lui. E qui è cominciata….” “Cara, m’è venuto un dubbio, in seguito a quanto mi hai riferito dovresti essere vergine…” “Non so che dirti, prova a… ho un po’ di paura.” Alessio dimostrò la sua ‘valencia, bacio in bocca, sulle tette, un prolungato cunnilingus’ seguito da un inizio di penetrazione nella vagina, un poco alla volta, delicatamente con pochi urletti da parte di Caecilia, era stata stoica. Finita la pugna un bacio in bocca di ringraziamento Alessio si girò di fianco e si prese, secondo lui un meritato riposo, la neo sposa ad asciugarsi qualche goccia di sangue, era finita la prima volta nel più classico dei modi. “Signore è mezzogiorno la sua… è già scesa da tempo, vuole la colazione a letto?” “Prima devo rasarmi,fare la doccia e quando sarò presentabile scenderò nel salone. Si erano fatte le tredici, finalmente Alessio aveva preso conoscenza di quello che era accaduto, “Freddy hai visto mia…la signorina Caecilia uscire, non la vedo in casa.” “Madam è andata via con la Lexus sgommando more solito, sembrava in forma.” Mezzo risolino, tutti sapevano tutto. Ultima chiamata per Alessio:”Sono Carlos il padre di Caecilia, quando vuoi puoi venire all’autodromo di Vallelunga così potrai portarti via tua…che con la Lexus sta dando la polvere agli altri automobilisti!”