Qui dove tu sei
La luce soffusa della lampada disegnava ombre morbide sulle pareti del monolocale, avvolgendo l’ambiente in una calma silenziosa.
Linda si preparava per la notte, il corpo stanco e la mente ancora appesantita dai pensieri della giornata trascorsa.
Un dolore insistente le opprimeva il centro della schiena e del petto. Lentamente indossò il pigiama, e la sua mente andò al ricordo di giorni vissuti pochi anni prima, giorni spensierati.
Solo ora si rendeva conto di quanto fossero stati giorni felici. Ora le sembravano lontanissimi.
Tutto era cambiato. I suoi sogni ed il suo entusiasmo di giovane donna, toccando terra, si erano congelati senza fiorire. Ora stava facendo i conti con la vita reale. Stava imparando a vivere ogni giorno con gli occhi aperti sul mondo, camminando nella propria vita in punta di piedi, con passo gentile e l’equilibrio attento di chi cammina su un filo molto sottile.
Prima di addormentarsi, pregò San Francesco d’Assisi. Si immaginò nei prati intorno ad Assisi e sentì nel cuore una gioia profonda, la gioia di esistere. Poco dopo si addormentò, e sognò il mare. Era su una piccola barca, il mare era calmo e splendeva una bella mattina di sole. Sfiorò l’acqua con le dita della mano destra, il profumo del mare le riempiva le narici e i polmoni, facendola sentire piena di vita.
“La vita è magnifica, vero?”
Linda non era sicura di aver sentito davvero una voce o se fosse solo un suo pensiero. Si girò lentamente verso l’interno della barca, mettendo una mano all’altezza della fronte per ripararsi dal sole e vedere bene davanti a sé.
Davanti a lei, seduto all’altro capo della barca, c’era un giovane uomo snello, vestiva una tunica semplice, e aveva lineamenti gentili. L’uomo sorrideva dolcemente, quasi divertito dall’espressione di stupore di Linda. Per non metterla in imbarazzo guardò l’orizzonte rimanendo in silenzio e lasciando alle sue parole lo spazio per espandersi nel cuore di Linda.
“Forse è San Francesco…” pensò Linda. Aveva notato che la barca sembrava non risentire del peso del corpo di quell’uomo.
“Non sono Francesco,” disse lui con voce calma “ma se vuoi, puoi chiamarmi Elyas.”
Linda arrossì e abbassò lo sguardo verso il mare, riprendendo a carezzare l’acqua con le dita della mano destra. Rimasero così per un po', in silenzio. Linda sperava di incontrare un delfino, a volte succedeva. Forse sarebbe successo anche quel giorno… passarono solo pochi secondi ed ecco il dorso di un delfino sfiorare la mano di Linda. Il delfino la salutò con uno schiocco, e per un tratto nuotò vicino a lei. Linda sentì il proprio plesso solare aprirsi e rilassarsi. Fece un respiro profondo e liberatorio.
“Ti ha sentito...” disse Elyas con voce calma e amorevole.
Linda lo guardò senza dire nulla. Il suo cuore era assorto nell’ascolto della gioia e dell’amore che sentiva.
“La vita è un canto d’amore," continuò Elyas "la natura lo canta senza mai smettere.”
“Nel mio monolocale di città, tutto questo non è possibile…” mormorò Linda.
Elyas la guardò con uno sguardo luminoso e rassicurante, come chi conosce bene il cuore delle cose.
"Linda," disse con voce calma e profonda, "il luogo non è ciò che conta. È l’apertura del tuo cuore a permettere a questo canto di risuonare in te. Anche nel più piccolo angolo della tua città, se sai ascoltare, troverai questo amore, questa vita."
Linda abbassò lo sguardo, pensierosa, lasciando che la mano continuasse a sfiorare la superficie del mare. "È difficile… là fuori è tutto rumoroso, pieno di cose inutili. Mi perdo e dimentico la bellezza che sento qui."
Elyas annuì con un sorriso gentile. "La vita è una danza sottile, Linda. È normale a volte perdere il ritmo. Ma puoi sempre ritrovarlo, anche nella confusione. Ogni passo è importante, anche gli inciampi fanno parte del cammino."
Linda guardò Elyas negli occhi, incontrando il suo sguardo calmo e profondo, "Come fai a sapere tutte queste cose?"
Elyas sospirò, come immerso in un ricordo lontano. "Ho camminato anch'io tra i sentieri di questo mondo. Ho conosciuto la fatica, la gioia, la delusione, e ho imparato a fidarmi della vita, ad abbracciarla interamente. È lei che ci porta avanti, anche quando non sappiamo dove ci condurrà."
Linda percepì una calma nuova nel cuore, come se quella conversazione stesse dissolvendo un velo d’ansia e di paura. "... sarebbe bello vivere davvero come dici tu, ma come si fa?”
Elyas sorrise con dolcezza. "Devi solo ascoltare e lasciarti guidare. La vita ti parla sempre, anche nel frastuono. Basta un attimo di silenzio, una piccola pausa per respirare, e potrai udire il canto che non smette mai di scorrere."
Le parole di Elyas vibrarono dolcemente nell’aria e sull’acqua. Linda osservava il blu dell’acqua vicino a lei, senza parlare, senza pensare. Nel silenzio sentì una voce interiore, dolce e potente al tempo stesso, che sembrava venire dalle profondità del mare e dal cielo insieme.
"Anche il tuo cuore è un mare, Linda. Guardati dentro con la stessa attenzione con cui ascolti le onde, e troverai una forza inimmaginabile."
Linda si lasciò trasportare dalle parole, sentendo il cuore riempirsi di un calore inatteso, come una luce che si accendeva dentro di lei. Il mondo intorno sembrava brillare, e anche la città lontana, con le sue strade affollate e i rumori, le appariva diversa, come parte di una sinfonia più grande.
Elyas la guardò, vedendo quel cambiamento nei suoi occhi. "Ricorda, Linda: la vita è ovunque tu la porti, è dentro di te. Non dimenticarlo quando tornerai nel tuo monolocale."
Lei annuì, con un sorriso e una lacrima di commozione. "Grazie… anche se forse sei solo un sogno, sento che qualcosa è cambiato in me."
Elyas le rivolse un ultimo sguardo intenso e rassicurante. "Sogno o realtà, ciò che conta è ciò che senti. La verità non svanisce al risveglio, perché ora fa parte di te."
Linda chiuse gli occhi un istante, lasciando che quelle parole risuonassero in lei come un’eco profondo e dolce. Quando li riaprì, la barca ed Elyas erano svaniti; davanti a lei c’era l’asse da stiro, la piccola finestra del monolocale e un frammento di cielo azzurro.
Un sorriso le affiorò sulle labbra, e nel petto sentiva ancora quel canto d’amore. Con voce appena percettibile, disse: “Mi ricorderò di te, ogni giorno.”
Sapeva che quel canto l’avrebbe accompagnata, ovunque andasse, in ogni momento. Anche nel cuore della città, anche nel silenzio della notte, sentiva che sarebbe rimasto con lei, in lei, per sempre.
“Grazie, Elyas” mormorò nel suo cuore. In quel momento, un pettirosso si posò sul ramo davanti alla finestra, la guardò per un istante e poi volò via, leggero, come una nota che si dissolve nell’aria, lasciando una traccia di silenzio pieno di vita.