Regalo

"E ora cosa significa questa faccia? Non mi vorrai dire che non te lo aspettavi? Ma su dai, era ovvio! Ovvio, ovvio! 

Pensavi di potermi trattare come una pezza, come uno senza palle che china la testa e ubbidisce guardando sempre per terra?

Cosa ti aspettavi? Ora sei felice? Sei soddisfatta?

Un passo indietro. Che faccio senza problemi. Perché lo faccio guardando comunque avanti. Avanti."

"Ma scusa non è che ci vuoi ripensare, magari?"

"Ma magari cosa? Ripensa piuttosto tu a quello che mi hai detto! Umiliazione. Denaro rubato. A chi? A te? Al mondo?

No, io non ci sto. Non vado in alto per poi cadere causa vertigini. Non volo alto se so che le mie ali non reggono il peso. Perché me la hai impiombate. Grigie e plumbee. Come le giornate vissute qui".

"Ma non potevi dirlo prima?"

"Dire cosa? Cose che già tu sapevi? Non hai una memoria? Però la coscienza quella sì. Guardami in faccia e abbassa lo sguardo. Non lo puoi reggere con me. E ora i sorrisi non valgono. Valgono uno sputo."

"Non credo di meritare questo!"

"Meriti peggio. Ma non ti colpirò. Perché non è la mia prerogativa ora. Non hai potere su di me. Sputerai veleno tra qualche tempo. Fallo! Coraggio! Mi saprò difendere con i denti e con l'onore. E con la mia personalità onesta. E racconta ciò che vuoi: sarò onorato delle storie che si racconteranno su di me!"

"Tutti abbiamo dei momenti così"

"Ma tu non puoi saperli. Chi sei tu per dirmi questo? Non rappresenti nulla. Sei l'ennesima nuvola durante un temporale. Pioverebbe lo stesso con o senza di te. Ma io sarò al riparo. E mi bagnerò se ne avrò voglia. Se. Capito? Se."

E la conversazione finì.