Said, il marocchino in blu (2^parte)
Un manipolo di disperati che aveva un solo modo per far conoscere al mondo intero il dolore ed il martirio subito dalla loro terra: molti di quegli uomini avevano visto uccidere i loro fratelli, saccheggiare e bruciare i loro villaggi, ripulirli etnicamente e poi scomparire dalla faccia del mondo, dalle cartine geografiche come se mai fossero esistiti; migliaia di donne, vecchi e bambini costretti nei campi di rifugio o ad andar via dalla Palestina. Non si può combattere ad armi pari con uno degli eserciti più potenti al mondo (il più forte dell'area medioorientale), anche il più "morale" di tutti (così dicono loro, così sostiene gran parte dell'Occidente ultra democratico e civilizzato) nonostante spari ad altezza d'uomo dai tetti delle case sopra ogni cosa che si muova non più alta di un filo d'erba, nonostante un suo cecchino, nel dicembre dello scorso anno, abbia ammazzato, con la sua arma automatica, una ragazzina quindicenne che aveva portato il gatto sopra il terrazzo della sua abitazione; nonostante ai posti di blocco i suoi soldati sparino senza preavviso, anche su un ragazzo autistico (uccidendolo a sangue freddo), come accadde tre anni orsono. Non si può combattere ad armi pari con i macellai della storia, che si fanno scudo della Shoah per perpetrare crimini che nulla hanno di che invidiare a quelli che gli ebrei subirono per mano nazista! Alcuni anni orsono familiari delle vittime della strage del villaggio olimpico di Monaco di Baviera, in Germania, ai giochi olimpici del 1972, hanno chiesto un risarcimento, ottenendolo; ma chi risarcirà mai le migliaia di vittime palestinesi, perite per mano israeliana dal 1947 ad oggi? Da allora vi sono state più di cinquanta stragi a danno del popolo palestinese, rimaste tutte impunite. Jean Genet dicono che fosse un gran figlio di puttana, forse è così (chissà), tuttavia per tutta la sua vita si schierò sempre dalla parte degli ultimi, degli oppressi, dei dimenticati da Kristo o da Allah, DEI WITH NO NAME ONLY NUMBERS...non aveva stimmate sulle mani ma aveva visto tanto, e ascoltato, quello che serve ‐ forse ‐, seppure può non bastare, per capire perchè si è venuti al mondo, quando morì venne sepolto proprio nei pressi di Tangeri, secondo le sue volontà. Muhammad Choukri è stato probabilmente il più grande scrittore marocchino dell'età moderna, due volte candidato al Nobel per la letteratura. Visse la sua giovinezza nei quartieri malfamati di Tangeri, quelli della casbah, tra puttane, droga, povertà ed espedienti, alla stessa stregua di quello che fece Genet, che visse nei bassifondi, girovagando nell'Europa degli anni trenta, tra gagà, filibustieri, papponi, froci e gente allegra di ogni sorta. Una volta Choukri incontrò Genet e Tennessee Williams nella sua città, da quell'incontro nacque una sua celebre opera: Jean Genet e Tennessee Williams a Tangeri. CHOUKRI SI ADDICE A GENET: L'UNO STA ALL'ALTRO COME LO STERCO DELLE VACCHE ALPINE STRACCHE STA ALLE MOSCHE (NON E' UN SILLOGISMO ARISTOTELICO) RATATAPLAN
‐ Vivi solo, insieme a tuo fratello? ‐ ho chiesto a Said.
‐ Si, ‐ ha risposto ‐ mia madre è morta quì, in Italia, mio padre vive in Marocco.
‐ Fa molto caldo, oggi?
‐ Si, fa molto caldo!
‐ Anche in Marocco fa molto caldo, vero?
‐ Si, anche in Marocco!
‐ Ho conosciuto un ragazzo africano del Senegal, mi ha detto che nel suo paese ci sono oltre cinquanta gradi, in estate!
‐ Sì! ‐ risponde Said, ma questa volta non sono sicuro che abbia compreso bene la mia domanda.
‐ Qual'è il tuo cognome? ‐ chiedo. Said non capisce bene la domanda, gliela rifaccio in francese.
‐ Quel est ton prenom?
‐ Aduo.
TILTTILTTILTBANGCAUTIONISDANGERBUUM!Che strano cognome, penso subito dentro di me, nella mia testa allora cominciano a frullare strane idee...proprio come i cetrioli frullano nel frullatore a immersione o come mi frulla in testa la passerina a volte ‐ in verità ‐ van frullando nella mia testa e nella mia più recondita libido ancor non del tutto (ap)passita anche quei cazzi belli lunghi e duri (degli indiani d'America? no di qualche bel negrone hipster downtown New York o LA dotati di airbag di 12 o 13 inches!) così mi vien proprio acquolina in bocca al pensiero al sogno alla voglia di riuscirne a succhiarne uno almeno uno una volta soltanto nella mia vita e magari riuscire a farmi sverginare il culo alla mia quasi vetusta età (per poi poter dire finalmente "IO CERO!")CATO MAIOR DE SENECTUTE Brutta bestia la vecchiaia che avanza LA SABBIA NELLA CLESSIDRA COMINCIA A FARSI RADA OCCHIO DI PESCE LESSO LANGUIDO DOVE VUOI CHE VADA?
Il tempo passa senza chiedere scusa (Jiro Taniguchi)
HO ORIGLIATO NEL BUCO DELLA SERRATURA PER OSSERVARE IL RUGGITO DI UNA NAVE ARMENA CHE VAGAVA NELL'OCEANO Spesso mi capita di sentire "voci" fantasma o alternative, altrettante volte vedo cose che non ci sono ma nessuno saprà mai qual'è il confine delle cose, quello al di là del quale non si può andare ma anche quello in cui prima di arrivarci non puoi fermarti: è il big‐bang surreal surrealista no ‐ forse ‐ è pura scempiaggine magari sono solamente un lungimirante retrò, ossia mi piace andare col pensiero all'indietro (nel tempo)E dire che una volta presi pure un farmaco che cura la schizofrenia e la dissociazione mentale qualcuno mi disse che serviva a non sentire quelle voci; io risposi "che potrei sentire mai di male, una voce del tipo vaffanculo?". "Semplicemente risponderei vaffanculo tu!". Voci o non voci ad ogni modo, quel cognome è davvero strange: e se al posto della O ci fosse una A come vocale di chiusura?Le cose cambierebbero davvero...ADUA sì ben pochi conoscono quella località: oggi, infatti, è solo un piccolo centro di poco più di ventimila anime, nella regione del Tigrè a un centinaio di chilometri da Asmara in Etiopia, dedito per lo più all'agricoltura e all'artigianato; un tempo invece sul finire dell'800 colà avvenne il PATATRAC uno degli avvenimenti cardine nella storia della politica estera italiana contemporanea, una vera e propria disfatta! C'erano stati i prodromi (sconfitta di Dogali) per l'esercito italiano, tempo prima ‐ circa nove anni ‐ ma la lezione non bastò affatto evidentemente, e c'era stato chi tra gli intellettuali e letterati del tempo (Giovanni Pascoli, ad esempio) aveva annusato il pericolo coloniale in Italia. Quello del poeta e narratore romagnolo, tuttavia, è emblematico esempio della lunaticità e incoerenza dell'essere umano, in ogni epoca storica: nel 1911, infatti, a distanza di circa quindici anni dalla disfatta di Adua egli osannera' l'impresa libica, scrivendo "la grande proletaria s'è mossa", al pari di Gabriele D'Annunzio, che lo farà nelle dieci canzoni Le gesta d'oltremare. Era quella l'italietta crispina l'italietta quella che strizzava occhio destro (quello sinistro non lo aveva più, lo aveva perso per strada) alle grandi potenze coloniali dell'epoca (Inghilterra e Francia su tutte, che lo erano da tempo, insieme alla Spagna e al Portogallo, all'Olanda, ma anche alla Russia, alla Germania e al Belgio che lo sarebbero diventate a breve). Paradossalmente furono proprio l'atteggiamento benevolo degli inglesi e la spinta anti francese (oltre a quella sempre più forte che giungeva dai settori industriali degli armamenti e siderurgici) a favorire ingresso dell'Italia nell'arengo coloniale il mondo degli adulti: il 15 ottobre del 1884 il ministro degli esteri inglese George Leveson‐Gower conte di Granville, suggeriva all'ambasciatore italiano a Londra, Costantino Nigra, l'occupazione del porto eritreo di Massaua!!! Che mattacchioni gli inglesi del resto gli storici hanno sovente definito il loro colonialismo "paternalistico" (non è casuale che abbiano essi enunciato il mito del buon selvaggio) salvo tralasciare concetti del tipo tratta degli schiavi o rotte del commercio triangolare. Ma come si può pensare di confrontarsi con veri bucanieri del colonialismo come inglesi e francesi? Non si diventa figli di puttana dall'oggi al domani, ci vuole fiuto e istinto animale, l'Italia poi non aveva di certo il background storico, culturale, politico, militare, fisiologico, antropologico, SOCIALDEMOCRATICO e ‐soprattutto ‐ finanziario degli altri, le banche non erano in grado di reggere tali imprese a lungo andare e la borghesia italiana non possedeva nelle sue corde tradizioni di lunga data illuminate e liberali tali da supportarle seppur soltanto moralmente o ideologicamente. Diciamo così allora: con la disfatta di Adua si chiuse il cerchio, quello del primo colonialismo italiano, segnando appunto una sorta di passaggio dall'adolescenza alla adulta età; l'Italietta voleva diventare grande e ne pagò lo scotto perchè non c'è stato o governo, al mondo, non c'è nazione intera, non vi sono singoli individui o esseri viventi esistenti in terra che non debbano pagarlo, del resto. Solamente le farfalle non hanno stadi intermedi davanti a loro: campano giusto il tempo per mettere al mondo crisalidi che dopo diventeranno esse stesse farfalle ADUA MON AMOUR ADUA SARAI ITALIANA...ERAN QUATTROMILA ERAN GIOVANI E FORTI E SONO MORTI! GLI ABISSINI NON ERANO COGLIONI (NE TANTOMENO LO ERA RAS MENELIK)Adua Adua Adua ma che Adua d'Egitto, Aduo non fa Adua di cognome quindi tanto AMBARADAN PER NULLA magari Shakespeare ci avrebbe pure scritto una commedia delle sue chissà e questa volta leggendo il mio racconto senza bisogno di consultare i libroni delle Cronache di Holynshead che tanto care li furono come l'ermo colle fu per Giacomo Leopardi. Suona strano il fatto che secondo molti critici letterari quello che Shakespeare ha lasciato di scritto ‐ gran parte di ciò ‐ non sia stato scritto da lui ma da altri... a volte tuttavia una semplice vocale nel proprio nome o cognome o prenom può fare differenza in questo piccolo mondo antico ed è cosa comunque incredibile come diversa vocale possa cambiare le carte in tavola a volte la stessa genia di ognuno ANDROMEDA ANDROMEDO STELLE ADAGIATE SUL LORO PROPRIO LETTO CHE NON VOLEVANO MAI ASSOPIRSILa genesi del mio nome di battesimo è altrettanto strana del prenom di Said: sono nato maschio e mi chiamarono Luciano se fossi stata una femmina mi avrebbero chiamata Lucia in onore della prima moglie di mio padre madre di mia sorella e mia zia in quanto sorella di mia madre che mio padre sposò in seconde nozze dopo la sua prematura dipartita.
‐ Prendi la corriera per tornare a casa? ‐ domando a Said.
‐ Sì, ‐ risponde, ‐ prenderò la corriera più tardi, adesso devo raccogliere un pò di soldi per mangiare. ‐ Non so se Said prenderà davvero quella corriera, più tardi, adesso invece prende le sue poche cose, poggia il giacchino sulla spalla e comincia a rialzarsi. Anche io mi rialzo e li parlo per l'ultima volta.
‐ Ok, ‐ li dico, ‐ bon voyage a toi!
‐ Bon voyage! ‐ esclama Said. Dopo ci congediamo. Poco più avanti, dove finisce la via Principe Amedeo, in una piazzetta con giardini e panchine antistante una grande chiesa che si incrocia con la via Aristosseno e dove a sua volta comincia la via General Messina ("di male in peggio", potrebbe esclamare qualcuno a questo punto, "da un principe a un generale dalla padella alla brace!"), ritrovo di donne slave e dell'est europeo in genere, mi sono seduto sul cordolo del marciapiede che sta sotto una ringhiera che cinge la piazzetta e ho consumato in santissima pace la mia pizzetta oramai ridottasi a un cumulo di oleose lamiere contorte...diventata una stoppa tutt'uno con la carta che l'avvolge. A tenermi compagnia le parole delle donne riunite nella piazzetta che giungono incomprensibili alle mie orecchie trucidate. Dopo aver consumato il break sono entrato in un altro supermercato, che sta sul marciapiede opposto alla piazzetta e che da poco aveva riaperto dopo la pausa pomeridiana. Ho comprato una bottiglia con succo di frutti rossi, sono uscito dal supermercato e ho bevuto qualche sorso della bevanda. Dopo di che ho infilato la bottiglia nel mio tascapane ed ho ripreso il cammino verso casa. Durante il cammino ho pensato a molte cose, pensieri e ricordi nitidi lucidi...il mio quarto d'ora forse più intenso della mia intera esistenza del tipo 10 Giorni che sconvolsero il mondo E IL RIMEMBRAR NON M'HE DOLCE IN QUESTO INFINITO MARE DI MERDA E CALDO A proposito di frutti rossi melagrana in particolare ho sempre pensato, a ragion giusta e sin da quando il mio medico Giovanni F. da Granaiolo frazione di Empoli provincia di Firenze, mi aveva ben edotto sull'argomento, che essi fossero i migliori integratori naturali in tema di sesso maschile: infatti, hanno il potere nell'uomo di aumentare il tasso di testosterone e quindi la libido e così la voglia di scopare...lo fanno venir duro anche agli zombie in poche maramaldiche parole. FLORENCE FLEURANCE FLORENZ FLORENCIA NIGHTINGALE IL SOLE A MEZZANOTTE LES FLEURS DU MALGrande medico il suddetto mi ha insegnato molto in più di un trentennio di conoscenza e visite. L'ultima volta lo sentii a telefono scorso anno ha novantatre anni e spero sia ancora vivo. Da quando cominciai a fare uso in maniera alquanto sistematica di melagrana piuttosto che sistemica ho visto devisu ‐ a volte ‐ risultati sorprendentiFUCK YOU! Gridò al pubblico Freddie Mercury mentre mimava il gesto di infilarsi su per il culo una grossa banana sul palco dello stadio di Wembley a Londra davanti a settantamila spettatori. Fu quello uno degli ultimi concerti in terra inglese dei QUEEN ‐ correva luglio 1986 ‐, probabilmente il testamento artistico del leader del gruppo che morì cinque anni dopo in quasi completa solitudine a causa dell'AIDSConcerto indimenticabile ne ho due versioni in cd e in dvd: alla fine il gruppo intonò WE ARE THE CHAMPIONS e tutto il pubblico ondeggiava a destra e a sinistra cantando insieme a loro e agitando ogni sorta di vessillo e bandiere anche tante di quelle dei colori PRIDE...Per i turchi invece Viagra naturale sono le albicocche ‐ dicono si dice ‐ e anche in questo caso sembra che i risultati siano davvero eclatanti: ho visitato siti hard della Turchia (molti video sono artigianali) e tutti li si danno un gran bel da fare, uomini e donne donne con donne uomini con uomini; ci sono video per tutti i gusti insomma SCOPANO COME DANNATI...TURCHI! Non so se tutti fanno uso smodato di albicocche quando è la stagione ma mi sembra che la massima "paese che vai uso che trovi" sia validissima...MAMMA LI TURCHI COSE DA TURCHI QUESTIONI DOTTOMANIStrani davvero i turchi strano popolo quello turco probabilmente un buon popolo tranne che per un difetto: spesso ha odiato e odia armeni e curdi. Circa due milioni di armeni sono stati sterminati durante l'impero ottomano, la Shoah dimenticata dalla storia forse perchè il popolo armeno non aveva dinastie di banchieri (Rotschild) alle spalle! Qualche anno fa definii la Turchia la "puttana del Medio oriente" perché sovente stringe accordi con nazioni da un lato e con altre dall'altro, le quali sono spesso avversarie delle prime ed hanno interessi politico‐economici del tutto opposti sullo scacchiere internazionale.
Mio padre mangiava tante albicocche in estate ed esortava anche il sottoscritto a fare ugual cosa: forse, chissà, è proprio per questo che la voglia di scopare con mia madre aumentava dieci volte in quel periodo rispetto all'inverno quando mangiava soltanto mele e pere! Una volta EMANUELLE BIJOUX una chiromante francese (non appena ci presentammo li diedi il soprannome di BOCCA ROUGE dentro di me per via delle sue labbra talmente rosse e carnose da far rabbrividire anche un santo) mi disse: "Amico diventerai un bel maschione e godurioso che sa godere sessualmente e quando ti capiterà una persona che ti piace eroticamente ci proverai sempre e se quella ci starà dagli giù. L'importante sta nel ben godere e venire. Il resto come dice William Shakespeare è silenzio
..." Mai previsione fu tanto sbagliata non ho mai avuto tante donne tra le mani nella mia mitologica vita ho fatto sesso un numero di volte compreso tra il numero delle dita delle mie mani insieme tutte quante con quantiche puttane di strada! Conobbi un turco una volta all'incirca un quarto di secolo fa si chiamava Alì ed era tipo tracagnotto con una bella "trippa" che appresso si portava con disinvoltura non malcelata; aveva un faccione allegro e sorridente bello tondo come una palla da bowling con pochi capelli in testa e dei baffoni alla gringo di El Paso o di un peone di Chihuahua. Fummo colleghi di lavoro per un paio di mesi ‐ quasi tre ‐ in un grande capannone alla periferia est di Modena (zona industriale Torrazzi). Quando mi parlava diceva sempre "courash courash!". Non ho mai capito che cazzo significassero quelle parole però quando le pronunciava sorrideva perciò dedussi che fosse qualcosa di divertente piuttosto che "sei una merda!". Il lavoro era abbastanza infame facevamo i facchini ma soprattutto lo erano i due turni di lavoro spezzati: primo turno dalle due di notte alle otto del mattino secondo turno dalle cinque di pomeriggio alle ventuno di sera. Quei turni spezzavano il ritmooo circadiano del sonno il karma profano della congrega dei carmelitani scalzi di Sampierdarena: in squadra ero l'unico di stirpe italica probabilmente Remo Romolo e qualche altro figlio della lupa mi avrebbero baciato i piedi e riverito per dodicimila anni a venire; con me due indiani, padre e figlio, e alcuni pakistani, un nigeriano (Anthony) un algerino (Hocine) un paio forse tre marocchini e Alì il turco. Scaricavamo pacchi dai tir poi li mettevamo a giro per i corrieri di un noto marchio internazionale che a loro volta li caricavano sui loro furgoni per la consegna. In alcuni frangenti sembravamo zombie morti di sonno (l'orario più brutto quasi sempre tra le quattro e le cinque del mattino). Alì era più basso di me ma lavorava sodo e prendeva su ‐ a volte ‐ il doppio dei pacchi del sottoscritto col carrello di ordinanza. Alcune volte mi aiutò prendendo qualche pacco che avrei dovuto caricare io. Era un brav'uomo lo ricorderò bene sinché campo. A questo punto molti probabilmente hanno inteso perché fossi l'unico italiano della truppa.
..non ero il coglione di turno però dovevo pagarmi la pensione dove alloggiavo. Annotazione VERY CIRCLE & STRONG CIRCONVESSA CIRCASSICA MOLTO CIRCOSTANZIATA: anche in era super digitalizzata super smartphorizzata SUPER SUPER SUUUPEEER come oggi penso che i corrieri non riuscirebbero a batter chiodo (alias "non consegnerebbero il nisba d'un pacco") senza il lavoro dei facchini nei depositi sono insostituibili come gli scaricatori nei porti grandi o piccoli che siano. Il lavoro lo persi da stronzo è vero ma sta bene così: il capo turno mi cacciò via dopo breve ‐ ed imprevisto ‐ incontro di boxe con Anthony in cui li sferrai un bel diretto destro sul suo grugno. Non se ne ebbe a male e soprattutto non ne risenti' a lungo visto che era un mediomassimo naturale e il mio destro non lo aveva forse neanche avvertito. Ci chiarimmo poi quando ci incontrammo fuori dal lavoro ma non ho rimpianti di sorta visto che mai mi è piaciuto fare vermi su un posto di lavoro meglio un paio di birre o una bottiglia di buon rosso a sangue freddo accompagnate da una canna di hashish o di dolce Mariù piuttosto!!! EPPOI AVEVO CAPITO EPPOI...di li a poco il patatrakk sarebbe comunque akkaduto per cause naturali: ero stanco di quel lavoro ben saturo di lavorare (lisciarmi il culo a dovere tutte sante notti) sol per pagare 50 mila lire fottute al giorno a quei cani rognosi dei proprietari della pensione in cui alloggiavo; quel lavoro looooo avrei mandato a fanculo di li a poco questo è poco ma arci sicuro come è vero che a volte il sole vorrebbe scoparsi la luna per quanto è bella ma non li riesce mai di farlo perché non si incontrano mai hanno orari diversi...per motivi di lavoro!
RIEN NE VA PLUS LES JEUX SONT FAIT Arrivo a casa sono cotto...arrostito a puntino oggi ho conosciuto Said marocchino in blu PRENOM Aduo. E' stato incontro interessante nella calura quasi solinga e strizzapalle del mese di luglio! (TRAS) CORRE COME UN FIUME IN PIENA L'ANDRONE DESTRO DELLA MIA VITA QUELLO SINISTRO E' UN ANTRO MALDESTRO STA ALLA FINESTRA PER FAR DI CONTO AL SOLE E ALLA LUNA.
"Qual'è la tua strada amico?...la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell'imbecille, qualsiasi strada. E' una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi" (Jack Kerouac)
4 luglio 2023
da: Quaderni di viaggio/Carnet de voyage (con storie di strada, note beat e jazz)