Santo da taschino
Le ore eran sospese come se qualcuno avesse cancellato il tempo. Con uno schiocco di dita.
La sera prima aveva incrociato le gambe, pregando in sanscrito alla legge universale, respirando la calma delle stelle che le avevano suggerito questo "non sei altro che , un tenero filo d'erba mosso dal vento".
E il giorno seguente camminò molto, solitaria, con l'agitazione consapevole che avrebbe incontrato risposte. Forse non ordinate, non programmate o appositamente studiate. Ma incontrò risposte intense.
"Che bella collana" le disse la vecchina col cappello e due trecce infantili legate con lo spago.
"Sono sempre attratta dalle cose belle"
Deambulò malamente per qualche metro, poi si sedette accanto alla ragazza che attendeva .
Le campane della chiesa vicina, Suonavano a festa. E fu uno stupore grandissimo ascoltarle, pensava la ragazza, poiché il vento principava a seguire la melodia come accordi d'un'orchestra misteriosa, che arrivavano fino alle labbra della vecchia signora.
"Ti regalo queste parole, che tempo fa ho inviato oltre oceano affinché il messaggio arrivasse a tutti; fai lo stesso con qualcuno a te vicino, che ha perso qualcosa..."
Le passava il testimone, salutandola e ringraziandola come si fa in oriente. Con le mani congiunte, in una sorta di inchino e più che reverenziale, s'ascriveva come atto gentile, di comprensione e accettazione d'una conversazione, che la mente relegava all'irrazionale.
Ma tutto era al proprio posto, gli elementi sparpagliati trovavano il loro incastro .
Nell'abitudine poi di veder cambiare in ogni momento stato, cose e persone, la ragazza che attendeva ebbe la consapevolezza che il volto di quella vecchia signora non sarebbe cambiato , né le sue parole, né il messaggio trasferitole. Poiché l'armonia, con delle cuoia invisibili, riportava al centro, dall'esterno, il significato intrinseco di ogni cosa .