Se morissi domani
Niente andava bene, e spesso, il ragazzo di cui vi parlerò ripeteva questa frase: " Scommetto tutto quello che ho che se io morissi domani a nessuno dispiacerebbe".
Viveva in una casa da sogno, dove aveva tutto ciò che desiderava, compresa la servitù che lo riveriva in tutto e per tutto, forse proprio questo agio lo aveva reso consapevole della sua fortuna e per questo era sempre gentile e disponibile con tutti, come se dovesse sdebitarsi.
Entrambi i genitori erano sempre via per lavoro, quindi passava gran parte del suo tempo da solo in camera a scrivere bellissime poesie e racconti, che però nessuno leggeva.
La sua grande timidezza aveva fatto si che non avesse amici veri, ma solo conoscenze, e quando si è quasi maggiorenni e non si hanno amici l'unica compagna che si può avere è la solitudine.
La sera era il periodo più duro della giornata, perché, come diceva anche Foscolo, porta alla mente emozioni che si possono collegare alla pace, ma anche alla morte, in quel periodo della giornata questo ragazzo scriveva tantissimo, senza fermarsi fino a che non si addormentava sul foglio. Era ormai un po' di tempo che scriveva riguardo alla sua voglia di vedere la rezione delle persone a lui care nel caso in cui morisse, stava diventando un'ossessione, voleva vedere chi avrebbe pianto per lui.
Una sera stava per finire l'ennesimo racconto sull'argomento quando senti una delle cameriere piangere a dirotto nella sala adiacente alla sua, la camera da pranzo, corse per vedere l'accaduto e trovò la donna con la testa chinata sul tavolo mentre singhiozzava, gli chiese cosa aveva ma non ebbe risposta, notò sul tavolo un giornale aperto e quando lesse il titolo dell'articolo che la donna stava leggendo gli si gelò il sangue nelle vene, parlava del figlio di due noti personaggi della città morto suicida, e dalla foto non c'erano dubbi, era lui!
Dopo i primi istanti di sconforto capi cosa stava succedendo, il suo desiderio si era avverato, lui era morto e poteva vedere la rezione delle altre persone, gli altri non lo vedevano ma lui girava per la città e per i pochi luoghi che lui frequentava, a scuola c'era una mazzo di fiori sul suo banco e tutta la classe era in lacrime mentre la professoressa lo stava ricordando con parole commoventi.
Tutto ciò che vedeva non gli piaceva per niente, era incredibile ma ora che aveva esaudito il suo desiderio voleva tornare indietro, voleva che tutta quella gente la smettesse di soffrire, i suoi genitori erano l'ombra delle persone di successo che erano, e da tempo non usciva più di casa.
Al suo funerale partecipò tutta la città commossa, e la ragazza per cui era infatuato si stava consolando tra le braccia di un altro, era disperato, stava iniziando a credere che non avrebbe più avuto contatti con le persone a lui care quando ebbe un'illuminazione, tornò a casa e buttò via tutti i racconti vecchi ed iniziò a scriverne di nuovi, che parlavano di vita, di allegria e di rinascita, ma neanche questo tentativo ebbe successo.
Aveva perso tutte le speranze quando volle fare un ultimo tentativo, recuperò il suo racconto mai finito, che parlava di un ragazzo che vedeva la sua famiglia disperarsi dopo la sua morte, e cambiò il finale mettendoci tante lacrime ed impegno che si addormentò profondamente.
Lo risvegliò la madre che con indifferenza gli diceva che doveva muoversi perché avrebbe dovuto andare a scuola accompagnato dal padre, era il ragazzo più felice del mondo, e capi che non bisogna desiderare la morte, ma impegnarsi per rendere la vita meravigliosa.