Sei un Uomo Novis? Prova a scoprirlo
Saggio: 'La via segreta dell'Uomo Novis' di G. Esse e P. Pakal
Lettura 1
Una premessa: le dichiarazioni temporali di queste Letture sono del tutto arbitrarie in quanto, esse, sono “arbitrarie” e teoriche anche per gli scienziati del settore. Oltre i 5.000 anni or sono non esistono certezze, quindi: quando sentite parlare di circa 10.000 anni ci riferiamo a un periodo abbastanza recente e documentabile, mentre quando parliamo di centomila o 1 milione di anni ci riferiamo a epoche prestoriche di cui abbiamo solo relative testimonianze, fossili e frammentarie.
1 ‐ Sei un Uomo Novis? Prova a scoprirlo
Non è facile parlarvi di Voi stessi!
Non è facile perché Voi non sapete chi siete realmente. Vi hanno abituati a credere che siete fatti in un certo modo; vi hanno insegnato sin da piccoli cosa pensare, come pensare e, soprattutto, in quale contesto pensare e agire.
E’ il contesto in cui venite catapultati sin da poche ore dopo il concepimento, pertanto è il contesto in cui gravita tutto ciò che avete a disposizione per conoscere il mondo in cui vi trovate.
Ma c’è una differenza tra i nascituri: alcuni sono Sapiens, altri sono Novis e vengono al mondo, dalle notizie che possiamo reperire, da circa 10.000 anni terrestri.
La differenza è sostanziale: il Novis rappresenta il più recente tentativo della Natura di conciliare l’essere chiamato uomo, dotato di intelligenza funzionale* indipendente, con le leggi del Creato. Essenzialmente per permettergli di tornare a ritrovarsi in sintonia con tutti i percetti propri degli esseri Naturali, nonostante l’intelligenza funzionale faccia del suo meglio per opporvisi.
Per il Sapiens la Natura è un nemico da controllare, contrastare e sconfiggere.
Ma questo, come sappiamo dalla storia, non fa che creare instabilità, conflitti e follia ed è ovvio, visto che nonostante il modo in cui adoperiamo l’intelligenza, finiamo sempre per provare a risolvere qualsiasi problematica con la violenza: violenza contro i nostri gruppi, i nostri vicini, contro la Natura e di conseguenza contro noi stessi.
E sì, perché cellule, atomi, materia ed energia sono caratteristiche naturali del pianeta Terra, e noi, nonostante tutto, siamo composti allo stesso modo…
Quindi, avete presente i nunchaku? Quei due bastoni collegati da una catena che si usano come armi nelle arti marziali giapponesi? Esatto: noi, in quanto Sapiens ci comportiamo come un combattente inesperto, spesso incapace, che insiste nel voler attaccare con ciò che non conosce bene, senza saper usare quelle armi così letali non solo per il “nemico” ma spesso per chi le adopera e non accetta un lungo e corretto addestramento.
Ad ogni battaglia per conquistare la Terra ci facciamo sempre più male. Basti pensare alle guerre: veramente un fantastico progresso non c’è che dire. In poche centinaia di anni, il Sapiens è stato così bravo nell’ “evolversi” che dalle frecce e le spade è passato a combattere con armi atomiche, armi batteriologiche e di distruzione di massa, infine Virus e Vaccini in grado di annientare la vita su questo pianeta per migliaia di anni, se non addirittura per sempre.
Allora bisognerebbe cercare di fare un piccolo sforzo. Non vi chiediamo di credere alle nostre parole, vi chiediamo solo di ragionare secondo logica e di valutare dati storici e preistorici inoppugnabili.
Di questa nostra storia e preistoria ci sono delle parti che non conosciamo e delle altre che, solo da poco, sono diventate di dominio pubblico.
Ora, sulle parti inconoscibili è inutile fantasticare, lo fanno già in tanti e nel nostro caso sarebbe solo una perdita di tempo… e il tempo che abbiamo è poco!
Le parti note della nostra preistoria ci possono bastare, se siamo propensi a capire e a sopportarne la responsabilità.
L’evoluzione dell’uomo è avvenuta a scatti, spesso anche violenti e, altra cosa unica, l’avanzamento evolutivo non è stato simultaneo.
Come sintetizza il grafico (fig. 1), gli archeologi e i paleontologi hanno appurato proprio questo: insetti, pesci e animali si sono evoluti alla maniera sostenuta dal Darwinismo (nell’esempio vediamo lo scimpanzé, che attraverso milioni di anni è rimasto sempre e comunque uno scimpanzé, vedi linea Gialla), mentre la linea evolutiva dei nostri “progenitori” ha attraversato cambiamenti, scatti e crisi, con specie nuove e diverse, che nascevano dalle precedenti ma non erano più composte dagli stessi individui delle generazioni che li avevano partoriti.
Sono stati ritrovati resti di vari tipi di uomini primitivi o ominidi e, mentre per tutte le altre creature del pianeta, l’essere che definiremo come esempio A, per evolversi e adattarsi all’ambiente, si è pian piano trasformato in A‐1, successivamente in A‐2 e cosi via di seguito, nel caso dei nostri predecessori, relativamente all’improvviso, la specie A‐umana subiva un crash, un incidente di percorso e, più o meno in fretta, si estingueva per venire soppiantata dalla specie B‐umana che però non era consequenziale ma, a volte addirittura per millenni, è stata parallela. Poi arrivava la C‐umana, eccetera. Individui che erano abbastanza simili ma che non erano il lento, tradizionale, prosieguo evolutivo, come affermato dal Darwinismo, relativamente agli altri viventi.
Così, gli irsuti primitivi sulla terra da circa 400.000 anni che chiameremo tutti genericamente Neanderthal, circa 50 mila anni fa vennero soppiantatati dai nuovi arrivati, i Sapiens (quelli che vengono indicati e definiti come la nostra specie).
L’arrivo di questi nuovi uomini con un’intelligenza funzionale* più evoluta, con maggiori capacità sociali e intellettuali, ancora una volta avvenne prima in parallelo alla specie dominante; in realtà, i Sapiens erano figli “strani” di coppie Neanderthal. Non nascevano mica dal nulla, venivano al mondo improvvisamente tra i figli dei Neanderthal… improvvisi, inaspettati e diversi. Prima furono tollerati, poi probabilmente temuti e spesso attaccati. Infine i nuovi, i Sapiens, compresero la loro diversità e la loro superiorità intellettuale.
E quella fu la fine per i Neanderthal… che si estinsero definitivamente, assecondando l’affannoso progetto della Natura. Questa continuava a rincorrere l’umano, cercando di correggere la rotta divergente e di riportarlo in linea con le leggi del Cosmo.
Sì perché, come sembra ovvio, mentre con gli altri esseri il processo evolutivo è lineare, perché è la sola ingegneria naturale a condurre il “progetto”, nel caso dell’uomo, per metà terrestre e per metà figlio di un mistero, madre Natura non ha vita facile… deve combattere contro l’intelligenza funzionale, la nuova e “innaturale” caratteristica della specie Homo che lo rende alieno rispetto a tutti gli altri viventi.
Ma, adesso?
Siamo sicuri che oggi non stia succedendo qualcosa di simile?
Perché mai, nelle ultime migliaia di anni, ci siamo trovati di fronte a un fenomeno antico e, al tempo stesso, attualissimo: la diversità incomprensibile della mente umana!
Nonostante il fisico sia pressoché analogo, la capacità di pensare e l’intelligenza sono spesso distanti anni luce dall’homo Novis. La stessa massaia‐mamma, lo stesso operaio o tecnico, lo stesso scriba o ragioniere, dai documenti storici risultano allo stesso livello di beata e crassa ignoranza, sia che obbediscano ai Faraoni, ai Papi, agli Imperatori o alle attualissime false democrazie.
Intanto, mentre i Sapiens pecorili si tengono stretto il loro microcosmo, si cibano del pastone preconfezionato apposta per loro sia realmente alimentare che culturale, il Novis giganteggia attraverso i secoli con la sua inquietudine, la sua curiosità, il suo desiderio di obbedire al richiamo dell’ecosistema naturale.
Si industria per una reale ricerca scientifica, l’unica che abbia permesso all’uomo di iniziare a conoscere sistematicamente le leggi che regolano la realtà del nostro pianeta e del Cosmo.
Il suo dubitare, la sua sete di verità, lo hanno reso filosofo, pensatore, alchimista e chimico, medico, astronomo, divulgatore e persino politico evoluto che si batte a favore del popolo e, non per salvaguardare i privilegi di una casta becera, avida e oppressiva.
Quella stessa casta del dividi et impera, che difende con violenza lo status quo che ha imposto ai propri simili Sapiens.
Cosa distingue un homo Novis dai Sapiens?
I Sapiens, che siano straricchi imprenditori, capi di stato oppure umili lavoratori, persone della strada,
hanno tutte una caratteristica: pur avendo un cervello della stessa dimensione del Novis, non hanno una Mente disponibile alla ricezione delle “vibrazioni” Naturali, delle energie e dei segnali telepatici. Questa parte della Mente è una specie di ricetrasmettitore, che nel Sapiens non è ancora attivo.
Per fare un esempio: 50 anni fa le persone erano identiche a quelle che incontriamo oggi, ma sicuramente non erano in possesso di un cellulare, quindi la potenzialità di comunicare e ricevere informazioni era, ovviamente, del tutto diversa.
Ora immaginiamo che esista una dotazione specifica della Mente dei Novis che permette loro la lettura della realtà a più ampio spettro, di ricevere e interagire comunicando direttamente con la Natura stessa, di avere una sensibilità oltre il comune nel sentire le sensazioni e le emozioni del prossimo e degli altri componenti del Creato in maniera quasi fisica. Gioia, dolore, soprusi, follie prodotti dal Sapiens sulle specie viventi, sull’ecologia e sugli stessi suoi simili, azioni a volte allucinanti come le guerre, i genocidi, gli stermini, azioni che lasciano i Sapiens praticamente indifferenti, se non per l’ipocrisia delle inutili celebrazioni di comodo, sui Novis esercitano una pressione insostenibile, che spesso li spinge a lottare fino alle conseguenze estreme, al sacrificio a costo della loro stessa vita.
Questa sensibilità, questo “sesto senso” del Nuovo non è certo un potere paranormale (sebbene si sia fatto di tutto per renderlo una favola e per ridicolizzarlo), relativamente alla propria specie, è perfettamente fruibile per tutti i viventi.
Ovviamente non sarà possibile fruirne di punto in bianco finché ci poniamo, maliziosamente, al di sopra del resto del Creato. L’essere scelto da un dio(?) a rappresentarlo e, pertanto, a fare il suo comodo con il resto delle risorse e dei viventi del pianeta.
Per il Sapiens, dal filosofo, al predicatore, al lustrascarpe, l’unico sistema di valutazione umana e naturale è rappresentato dal denaro, dal possesso di beni e ricchezze; il Novis, subisce quasi questo sistema sociale ma lo tollera male, se lo adotta non lo apprezza, spesso lo perde di vista… questo perché la vita sociale in cui viene proiettato lo obbliga ma non lo convince. C’è una eco, un sogno, un’emozione che pervade la sua esistenza, una vibrazione spesso impercettibile che lo attrae verso il mondo spirituale, animico: quel mondo più completo e in equilibrio col Cosmo che lo attende, nell’etere, a portata di mano se saprà adoperare il misterioso trascendentale che, se conosciuto, mistero non è più.
*intelligenza funzionale = applicazione della Mente che si basa e riconosce solo la sezione materiale del mondo che la circonda.
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