Sessualità Orientali
Alessio barone Colucci era il classico figlio di nobili, nullafacente dedito solo ai piaceri della carne, quella femminile. Era adorato dalla nonna paterna, meno dal padre che aveva cercato invano di farlo studiare per avviarlo ad una professione. “Papà ci hanno pensato i nostri predecessori ad arricchirsi, noi siamo dediti a sperperare quello che loro hanno accumulato!” Questa filosofia di vita aveva mandato in bestia il padre Ettore, di professione notaio che aveva pensato anche di tagliare i viveri all’erede ma la nonna Adelaide Ugolini si era opposta, era lei la tesoriera di casa e quindi dettava legge. Una mattina Alessio si risvegliò con un mal di denti fortissimo, in venticinque anni non lo aveva mai provato, uscendo dalla camera da letto i suoi alti lai arrivarono alle orecchie della nonna che: “Povero nipote mio, vai subito da un bravo dentista, conosci Cristina Colonna, è pure principessa…”Alessio se ne stava fregando se la ragazza fosse superiore a lui come grado di nobiltà. Purtroppo la sala di attesa della villa Bosco Antico era pieno di pazienti da visitare, Cristina era famosa fra il popolino indigente in quanto prestava la sua opera gratis, si faceva pagare solo da chi poteva permetterselo, le sue entrate andavano in beneficienza. Alessio approfittò dell’uscita di un cliente per intrufolarsi nel gabinetto dentistico malgrado le proteste dei presenti. Quando Cristina lo vide capì che il dolore di Alessio non era una finta, calmò quelli della sala d’aspetto e: ”Caro è una vita che non ci vediamo, ci voleva un mal di denti per farti vivo!” “Per ora cerca di togliermi il dolore…” “C’è un brutto ascesso, devo toglierti un molare, ma non se ne parla c’è troppa infiammazione, questa è una scatola di un antidolorifico, se vuoi puoi andare sopra a casa mia, aspettami così se se ci sono novità…” Alessio fu accolto da Sofia Cerveteri mamma principessa che: “Alessio, io sono stata molta amica di tuo padre che purtroppo non mi ha sposato, non vorrei che mia figlia avesse la stessa sorte con te, in passato mi ha confidato di essere innamorata di un farfallone che non la guardava proprio, per favore non farla soffrire!” “Contessa per ora Cristina è il mio angelo salvatore, spero che il medicinale che mi ha dato funzioni e che il mal di denti pian piano passi.” Alle tredici Cristina rientrò in casa e: “Come sta il nostro malatino?” “Un po’ meglio ma anche se tua madre mi ha invitato a pranzo non penso che riesca a mangiare, potrò solo farvi compagnia.” Mentre mamma e figlia facevano onore al pasto, Alessio accese il televisore, poco dopo lo spense, di cattive notizie ne aveva sentite troppe, gli bastava il suo mal di denti. Nel salone fu raggiunto da Cristina che si era truccata, di solito non lo faceva, sicuramente c’era un motivo che non sfuggì ad Alessio, la giovane principessa avrebbe volto ‘avvicinarsi’ a lui per avere un rapporto sessuale. Pian piano si avvicinò ad Alessio, lo abbracciò, ‘ciccio’ rimase indifferente al contatto, brutto segno. Alessio pensò che se avesse sposato la ragazza avrebbe accontentato nonna Adelaide che ci teneva ad avere in famiglia una ragazza di ceto nobile superiore al suo e che era anche molto abbiente. Al momento della cena i dolori erano passati, Alessio non aveva mangiato dalla sera precedente, fece onore al pasto della principessa Sofia che furbescamente sparì dalla circolazione lasciando i due soli. Stavolta Cristina si fece coraggio, aprì la cerniera dei pantaloni di Alessio, glielo prese in mano e poi: “Penso che staremmo più comodi nel mio letto. La camera di Cristina era arredata in maniera moderna ma non era quello che interessava Alessio il cui ‘ciccio’ aveva prese a funzionare e ad alzare la cresta in maniera notevole. Cristina rimase sorpresa ed un po’ preoccupata ma tanta era la voglia che accettò di buon grado l’immisio penis da parte di Alessio il quale non si fece scrupolo di eiaculare nella vagina facendo provare all’interessata anche il piacere di uno spruzzo notevole nel collo dell’utero. Cristina non era ancora soddisfatta, seguitò a muoversi fino al secondo orgasmo da parte sua e di Alessio che poi si girò di spalle, ne aveva avuto abbastanza. Il barone era abituato alzarsi alle undici fu svegliato alle nove da un bacio in bocca da parte di Cristina. Lì per lì non si rese conto di dove stesse, pian piano tornò alla realtà, si recò in bagno, solo doccia, niente barba, in casa non c’erano maschietti, Cristina nel vederlo nudo uscire dalla stanza da bagno glielo prese in bocca con ovvio finale. In sala da pranzo prima colazione all’inglese presente la principessa madre che: “Vedo cha hai una buona cera, vuol dire che hai riposato bene (con accento sul riposato)!” “Sua figlia è una maga nel suo campo, non ho più il mal di denti.” Alessio non si era sbilanciato, dopo un finto baciamano alla principessa madre un casto bacio sulla guancia di Cristina poi fuga a casa sua con la Mini Cooper. Era domenica, suo padre gli chiese dove avesse passato la notte, fu informato di tutto e: “Allora stò matrimonio…” “Papà non scherzare, una botta e via questo è il mio motto, ho deciso di sparire per un po’ dalla circolazione, andrò in oriente.” La notizia della sua prossima partenza fu comunicata a nonna Adelaide che quasi si mise a piangere: “Nipote mio, quelli sono posti pericolosi, c’è dappertutto la guerra…” “Nonnina cara ormai ho deciso, devo cambiare aria…” “Ho capito, accetta questa mia carta di credito e…divertiti!” Il giorno dopo Alessio si recò nell’agenzia di viaggio di Lorenzo Di Marco suo amico ed acquistò un biglietto aereo Roma – Bangkok. Papà Ettore il giorno dopo l’accompagnò a Ciampino: volo di quindici ore con la compagnia tedesca Lufthansa sino alla capitale della Thailandia con scalo a Dola. Dalla partenza alle cinque da Roma arrivo alle venti corrispondenti all’una del giorno successivo ora locale. Intorno all’aereo atterrato c’era una moltitudine di tassisti che volevano dare un passaggio ai viaggiatori. Alessio aveva solo una valigia, la diede ad un tassista più grande, grosso e più prepotente degli altri e: “Where do you have to go?” Il tassista gli aveva domandato dove voleva essere accompagnato. Alessio si ricordò che nella fretta non aveva prenotato tramite l’amico Lorenzo nessun albergo. Rispose in inglese: “Lead me to the best hotel.” Portami al migliore albergo. Dopo circa un quarto d’ora giunsero dinanzi all’hotel Royal un vecchio palazzo imperiale restaurato. Il tassametro segnava settecento bath, circa venti Euro, al cambio un Euro equivale e circa trentacinque bath, gliene lasciò mille, il bestione si inchinò quasi sino a terra per la mancia sostanziosa. All’ingresso un portiere che sembrava un generale che prese la valigia di Alessio e lo accompagnò dal concierge cui consegnò anche il passaporto. “Sono Tony Nichkhun, sono stato alcuni anni a prestar servizio in alberghi italiani, sono a sua disposizione per qualsiasi suo desiderio, accettiamo carte di credito.” Nel frattempo era passata vicino a loro una ragazza non molto alta ma molto bella in viso, pure il corpo… Il concierge con lo sguardo gli fece capire che la baby poteva essere a sua disposizione. “Caro Tony, sono troppo stanco…” In albergo un silenzio assoluto dovuto anche alle spesse mura, Alessio si mise a letto, si svegliò alle sedici, ora della Thailandia. Si recò nel bagno di gran lusso costruito con materiali italiani, aveva ‘ripreso le penne’, si recò al bar, a quell’ora solo un cappuccino con brioches altrimenti avrebbe saltato la cena. Con sua meraviglia trovò nel menu cibi italiani, i compaesani dovevano essere spesso ospiti di quell’albergo. Alle venti trovò di nuovo Tony in servizio alla conciergerie. “Caro Tony diamoci del tu, ho visto passare dei ragazze molto belle.” “Non hai che da chiedere, se sei d’accordo vorrei proporti qualcosa di più sfizioso, domattina salperà dal porto una giunca che ospita uno spettacolo particolare in passato molto apprezzato dagli italiani, sono diecimila bah per una settimana. Alessio da ‘vecchio’ appassionato aveva portato con sé una Canon 506 ultima generazione con zoom 24/105, ogni scheda poteva contenere cinquecento foto, oltre ai bellissimi panorami a Roma avrebbe rivisto con gli amici anche le bellezze femminili locali. Salì a bordo della giunca, incontrò quello che doveva essere il comandante, un uomo sorridente, parlava italiano: “Sono il capitano Phatoon, il suo passaporto, prego. Il nome di Alessio era sulla lista consegnatagli da Tony, tutto regolare. Un fatto particolare diede ragione a quanto affermato dal concierge. L’equipaggio, escluso il capitano era composto da sole donne peraltro di notevole bellezza ma anche di forza per dover maneggiare le cime e tutto quello che serviva per governare la giunca. Il bar aveva le stesse caratteristiche di quello dell’albergo, i pasti tutti a base di pesce freschissimo che veniva pescato durante il tragitto. Pomeriggio riposo ognuno nella propria cabina, dopo la cena il vero spettacolo e che spettacolo! Musica thailandese in sottofondo, un insieme di suoni e tonalità diverse eroticamente affascinanti. Le ballerine vestite con sgargianti costumi locali si muovevano in uno spazio scenico, gli spettatori intorno a semicerchio. Pian piano spogliarello da parte delle danzatrici sino a rimanere nude e qui le prime sorprese. Alcune femminucce avevano qualcosa in più, un uccello che pian piano diventava uccellone, fra di loro c’erano dei trans. Uno spettatore evidentemente omosessuale salì sul palco, prese in bocca il ‘volatile’ di una ballerina e, dopo l’ingoio si girò piegandosi in avanti ed offrendo il popò al trans, tutti batterono la mani ad esclusione di Alessio cui gli omo facevano solo pena, chi non amava la ‘deliziosa’ erano da lui considerati solo sfortunati. Un altro trans si esibì con un suo simile su un lettino in un sessantanove ma la vera sorpresa fu l’entrata in scena di due giovanissime di circa tredici anni, avevano un accenno di tette, poco pelo sul pube, capelli bellissimi che coprivano le spalle,un bel popò, un viso da bambola. Le due dopo essersi baciate furono raggiunte da una ragazza nuda più alta di loro. Le due presero a baciale ognuna una tetta sinché la donna cominciò a dare segni di un orgasmo. Poi lei stessa prese in mano la situazione, cominciò a leccare il clitoride ad una ragazza per volta, le bimbe risposero con un orgasmo leggero ma lungo baciandosi fra di loro. Con variazioni varie lo spettacolo durò a lungo, vicino ad Alessio comparve il capitano che lo interpellò: “Le piacerebbe…” Alessio era ormai fuori di testa, comprese la situazione, domandò al capitano, quanto? Risposta secca “Diecimila bath ognuna per tutta la notte.” “D’accordo, domani quando scenderemo a terra andremo insieme in banca e salderò il debito.” Poco dopo Alessio fu seguito in cabina dalle tre thailandesi sorridenti, per loro un guadano inaspettato. Alessio fu preso ‘prigioniero’ dalle due giovanissime piacevolmente infantili, dal sorriso malizioso, esprimevano gioia di vivere. Si trovò tutto il corpo sollazzato dalle loro bocche calienti, avrebbero accontentato tutte le esigenze in fatto sessuale compresi i feticisti ma quello che più colpì Alessio fu la thailandese più grande di età: aveva classe, personalità, sguardo aristocratico e soprattutto un corpo splendido come aveva potuto accertare con la sua vicinanza. La ragazza prese a baciarlo in bocca in maniera molto sensuale, amoreggiarono a lungo guardandosi negli occhi, ‘un coup de foudre’, le giovanissime compresero la situazione e ridendo sparirono dalla circolazione. Per Alessio una notte da ricordare per sempre. Fu svegliato la mattina dal capitano, ancora mezzo addormentato scese a terra con lui, si recarono in banca, Alessio saldò il debito col capitano Phatoon che si era accorto della sua predilezione per la Thailandese. Senza nessuna richiesta da parte di Alessio: “Si chiama Anong ha vent’anni, qui tutto ha un prezzo, quella ragazza vale un milione di Bath.” Alessio ci aveva fatto un ‘pensierino’, che successo avrebbe avuto fra gli amici a Roma se avesse portato con sé quella bellezza orientale. Forse la nonna Adelaide avrebbe avuto qualcosa da ridire su quel ‘buco’ sul suo conto in banca. Al rientro in albergo alla conciergerie non c’era Toni. Lo incontrò solo dopo pranzato, il thailandese con lo sguardo gli fece capire che avrebbe gradito sapere notizie sulla sua permanenza sulla giunca, Alessio non tralasciò alcun particolare e: “Mi piacerebbe conoscere il nome di quella favolosa tua paesana.” Si fa chiamare Shirivanna, dicono che sia una principessa, di più non ti so dire.” Alessio era ritornato con ‘i piedi per terra’, trecentocinqantamila Euro avrebbero potuto procurare un infarto alla pur affettuosa nonna, desistette dal suo progetto di portarla a casa sua. Si fece prenotare il viaggio di ritorno col solito aereo della Lufthanza, una stretta di mano: “Se vieni a Roma fatti vivo, questo è il mio biglietto da visita.” Chi ti incontra per prima Alessio al suo arrivo a casa? “Nipotino mio ti vedo sciupato, sicuramente non hai mangiato quelle schifezze thailandesi, con nonna tua ritornerai come prima!”