Si va, Signore!
Giorni fa, in una libreria di Porta Maiella, a Napoli, ho ritrovato un libro della mia infanzia: “Il negro del Narciso” di Joseph Conrad. Quelle poche righe : “ Barra al vento! “ ‐ “ Fiocchi in centro. Pronti ai bracci di prora al vento “ –
" SI VA, SIGNORE !"
Il Narciso scivolava fuori dalla tempesta e tu mi sorridevi, padre, nella tua lettura di vita, a me ragazzo, che altre tempeste avrei dovuto affrontare. Ricordo ancora quel pomeriggio di settant’anni fa. Ne vedo la luce cristallina di una Genova di primavera, quando da via Acquarone, la Lanterna era un quadruccio da portar via da una bancarella di Prè. Forse la merenda di mia madre, parca, fatta di pane e di un velo di panna. La tua vestaglia che odorava di tabacco e di Lavanda Col di Nava. Ne eri entusiasta di quelle pagine di Conrad. Ma era l’avventura di mare che ti chiamava, quell’avventura di vivere che mi hai comunicato.
"SI VA, SIGNORE !" Quante volte quell’urlo dall’alto dell’alberatura, mi è ritornato nella vita, quando questa sembrava arrestarsi per un contrattempo, un affanno, un disamore. Quante volte nei dei giorni di dolore ho atteso quell’urlo: “ SI VA, SIGNORE !"