Sì vita, no suicidio- L'artista del figlio del re
A letto, tra lacrime e dolore, mia figlia ha tentato di morire. I giovani, se soli e maltrattati, possono tentare il suicidio. Seppur dotata di una testa eccezionale, la mia piccola Lucia, è discriminata da sempre. Questo perché una grande testa non può stare in un corpo malato. La voglia di scoprire il mondo, l'empatia, la semplicità e l'allegria non sono più virtù in questo mondo.
Mia figlia, quando vedeva un bambino sconosciuto piangere, si fermava e lo consolava. Era quella che, ricevuti più regali dell'amica a Natale, era disposta a donarle la metà del suo desiderato bottino natalizio.
Mia figlia ha sventato due tentati suicidi di amiche, ma ora che sta male lei, nessuno le sta accanto. Sola e dolorante, resta a piangere sul letto. Più che il dolore fisico, però, duole quello psichico. Viene bullizzata da persone sia della vita virtuale che della reale. L'invidia che coglie le persone normali può essere spaventosa. Se si rivolge a chi, nonostante i suoi problemi, fa più degli altri, è peggiore.
In questo mondo, se non ti trovi bene con i coetanei, puoi cercare una fuga nel mondo virtuale. Non devi spendere soldi per comprarti libri, basta solo internet. Un profilo finto e via. Giochi di ruolo, videogiochi, App... tutto è organizzato per intrappolare i giovani polli in una rete pericolosa. Gli attacchi virtuali non sono facili da controllare.
L'epoca dell'apparenza vuole che davanti si sia tutti amici. Alle spalle, tuttavia, si può fare di tutto e di più. Se si desidera capire il concetto, è consigliabile vedere un episodio di Hudson e Rex. Esso è intitolato Morte di un'influencer. In questo episodio della seconda stagione, viene spiegato come sia il mondo virtuale e, nonostante tutto, come si infiltri, ormai nascondendosi, in quello reale. Chi dà realtà davanti e dietro la telecamera, non può essere accettato.
Mia figlia soffre perché qualcuno, per colpire lei, ha insultato anche la sua famiglia. Mentre il dolore della sua malattia torna a galla, lacrime amare scendono dagli occhi. Ora, è consapevole di aver rischiato di perdere un Dono: la sua vita, a causa di persone stupide. Lei non voleva che gli altri lo facessero. Perché aveva ceduto? La sua esistenza dolorosa e solitaria è faticosa, ma reale. Potrebbe farci un video o scriverci un libro, ma non vuole. Non la userà come bandiera per la fama; è la sua vita. Al massimo potrebbe farlo per fini scientifici e sociali. Vuole divulgare le conseguenze del suo male, sia a livello medico che di relazioni sociali.
Ho salvato mia figlia, ma quanti dovranno morire ancora? Quante persone soffriranno per essere come dovrebbero umanamente, ma malate nel corpo? Ci sono malattie che vengono a qualsiasi età e possono rendere la tua vita difficile. Chi le ha ed è intelligente ha una vita difficile.
Il peggio è che bisogna far capire ai figli che non è colpa loro. I problemi non li identificano e non vengono allontanati per questi. Il mondo tecnologico e delle apparenze ha reso più difficile tutto. I passi avanti si sono fatti. Si erano chiuse le scuole speciali, le leggi ci sono, adesso. Il nuovo mondo che si infila in quello vero cambia le cose e trasforma i commenti in viral, visibili nel mondo. Ci saranno sempre i bulli e le differenze, nel mondo, ma è meglio di quello virtuale. Il meccanismo che si sta creando è l'opposto. Quelli soli finiscono nella pattumiera del virtuale. Più facile nascondersi dove lo schermo regala voci false, foto false, suoni modificati, corpi non veri.... dove non si sa davvero con chi parli il problema è più grande. Nonostante le regole, non si può arrivare a tutto.
Ricordo che mia figlia era rimasta impressionata da una storia trovata in internet. La storia di Megan Meyer, una giovane portata al suicidio tramite internet.
Devo salvare mia figlia. Come se fosse una bambina, agisco io. Faccio ciò che avrei sempre fatto. So che starà bene. Cercherò di darle un messaggio.
Ecco che la porto in un comodo terreno, quello che l'ha sempre calmata, iniziando con una citazione della sua
scrittrice turca preferita: Elif Shafak. Il segreto è immaginare. Sognare ed inviare messaggi tramite quello che si inventa. Così è più facile recuperare quello che serve. Come se, trovando la “grotta delle risorse”, si vivesse di nuovo.
Immagino un mondo speciale, in un tempo segreto, che pochi sanno ricordare. Un luogo felice, in cui la pace regnava sovrana, nonostante piccole recriminazioni comuni tra ricchi, ma anche tra poveri. Certe cose c'erano sempre state. Un tempo dove certi errori erano ancora disonori, ma c'era sempre un buon amico ad aiutarti. Un mondo dove nomi elfici scandivano discendenze e carte geografiche. Un pezzo di emisfero terrestre dove non tutti gli stati avevano già i loro nomi attuali. Un luogo tra il reale e il fantastico, dove le virtù e la semplice verità contavano più delle apparenze e, in esso, il tentato suicidio non era ammesso come risposta. Per questo, c'era sempre qualcuno che ti vedeva e ti salvava. No bullismo e no suicidio‐