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I bambini, quando nascono, non vedono per diversi giorni.

Nondimeno, scrutano il vuoto attorno a loro e paiono riflettere intanto che le pupille roteano.

<Che cosa vedrà?>, domandano i genitori nel carezzarli e sognando un futuro migliore e più felice del loro.

I giorni si alternano rapidi. Le mamme li cullano e gli parlano piano. Poi i papà appendono alla culla, oppure al soffitto, una selva d’uccelletti tenuti assieme da un filo:

<Per attirarne l’attenzione!>, affermano entusiasti immaginando quello che accadrà.

Il bimbo osserva i volatili. Allunga la mano.  Sorride. Fa uno strepito, e la madre afferma: <Ti sei accorto amore come li guarda? Vuole prenderli con la mano!>

 

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Il potente Suv scuro, nuovo di pacca, procedeva lungo la Third Avenue di New York.

La luce delle insegne si rifletteva sui vetri dell’autovettura senza lasciare scorgere gli occupanti.

All’interno del veicolo due uomini colloquiavano con passione su un argomento apparentemente sconclusionato: forse era per via dell’alcol bevuto nei numerosi locali ai quali avevano fatto visita durante la notte.

Erano all’incirca le quattro del mattino...

 
<Allora John? La fessura dov’è?>.

<Ė là dove il cane abbaia nel vuoto. Oppure dove osserva indeciso!>.

<Dimmi John, dove altro potrebbe essere?>.

<Là, dove trovi il gatto dopo che l’hai cercato per ore senza scovarlo!>.

<Solo in questi posti?>

<No, Mark! Certo che no! Negli angoli. Tra il muro e il pavimento per esempio. ‐Può essere in quel piccolo spazio Mark! >.

<E basta John? È veramente solo in questi posti?>.

<No Mark! Trovarla è più facile di quanto non si creda. Può esistere in un mercato! In un garage! Pure dietro un albero. Sopratutto la troverai, dove sono accaduti fatti strani e inspiegabili!>.

<Ė stabile? Rimane sul luogo?>.

<Dipende! Se è forte, sì. Se viene e va, è ciclica. In questo caso può essere molto energica, quanto debole. Per certo è attiva per pochi istanti, sai: fluttua qua e là e poi va. Sparisce!>

<Ho capito John! Grazie!>

<Sicuro?>

<Sì, sì. Ho capito. Sono certo!>

<Allora ripeti: che cos’è esattamente?>

<Ė un posto magico. Lo so! L’ho capito!>

La vettura svoltò cambiando strada. Imboccò la 59esima in direzione del ponte sull’isola Roosevelt. I grossi pneumatici stridettero un poco sull’asfalto.

<No, Mark. La fessura non è questo!>.

<Allora John? Spiegami meglio!>.

<La fessura è lo spazio tra quello che c’è, e quello che non c’è. Non è un posto magico! Ė il suo confine!>.

<Adesso posso vederla?>.

<No Mark. Non puoi!>.

<Insomma come faccio? Ė una cosa da pazzi... >.

L’auto svoltò prendendo la seconda Ave. Di nuovo le gomme stridettero, ma questa volta più distintamente per via dell'andatura fattasi veloce.

<Pensaci Mark. Ricordi il gatto?>.

<Sì John! Si!>.

<Lo vedi uscire all’improvviso... >.

<Sì John. Sì!>.

< Non vedi mai da dove... >.

<Ė vero John! Non so mai, dove si è rifugiato! All’improvviso lo trovo davanti e basta!>.

<Ė quello il trucco.>.

<Davvero non capisco!>.

<Sforzati. Puoi farcela.>.

<Sì John. Finalmente ho compreso!>.

<Bravo!>.

L’auto e i suoi occupanti erano dalle parti della Manhattan Art & Antique Center. Tra pochi istanti, avrebbero raggiunto la 55esima strada.

<Ė là! Ė là John! Ė dietro a quel lampione: ne sono sicuro!>, asserì Mark.

<Si! La vedo anch’io!>.

<Ė forte, John? Ė forte?>.

<Sì Mark. Ė forte! È forte!>.

L’istante successivo, John fu dall’altra parte.

Venti minuti più tardi la polizia intervenne sul luogo, chiamata da un autista del servizio di nettezza urbana che aveva notato uno strano ammasso di ferraglia all’angolo con la seconda Ave.

Nei pressi di un negozio d’ottica e della pizzeria “Angelo’s” una potente automobile era andata a sbattere contro un lampione.

Il corpo di Mark giaceva immobile con le ossa fratturate dal lato passeggero.

Sembrava stupito, almeno a detta dell’agente che con un gesto di pietà si preoccupò di chiudergli le palpebre.

Nei giorni che seguirono gli investigatori indagarono senza capirci un bel nulla.

L’indagine fu presto chiusa e classificata irrisolta.

All’ultimo istante, quando John aveva ormai lanciato la vettura contro il lampione, a Mark era venuto il dubbio che in realtà quel punto non esistesse.

Ora John si trovava dall’altra parte della porta ma che cosa poteva fare con quella mezza autovettura?

Pensò al padre e alla madre che cechi dalla nascita, l’avevano lasciato crescere al buio fino all’età della scuola.

Agli assistenti sociali che vennero a liberarlo, i genitori riferirono con dispiacere di non aver compreso il momento giusto per alzare le tapparelle in casa, così il ragazzo era cresciuto nell’oscurità.

Ad ogni modo quella brutta storia era passata e John li aveva perdonati.

Adesso era un uomo e si spostava per mondi tra loro invisibili. Presto sarebbe tornato a trovarli e a prenderne una vettura nuova e magari, questa volta, l’avrebbe scelta rossa.

© Veniero Rossi.