Sopravvivere
Sono qui, in un giorno come un altro... mi sento ispirata e voglio scrivere, a ruota libera... quello che sento.
I giorni... ognuno è una vita in miniatura.
Si nasce, al momento del risveglio, e si muore... quando si va a dormire.
In mezzo a questi due naturalissimi gesti sta tutto il nostro mondo...
Ci guardiamo allo specchio, ed iniziamo in modo meccanico a girare la ruota delle nostre sensazioni... dove si fermerà questa mattina?
Quale sarà la prima che proveremo?
Oggi la mia prima sensazione è stata la pesantezza allo stomaco... in questi giorni sto mangiando troppo e quella è stata la mia prima sensazione della giornata... che spreco ragazzi!
La sensazione... un processo mentale tanto complesso e magico buttato via così...
In garage, mentre accendevo la mia Audi mi sono sentita in pace per un attimo, pronta ad affrontare il lavoro... purtroppo è durato soltanto un istante... ero in ritardo... ero in ritardo e non ho potuto soffermarmi a vivere intensamente le mie emozioni...
Tutto era sotterrato dai numeri che segnava il display rosso della mia macchina... quattro numerini che ti condizionano l'esistenza... la possibilità di vivere appieno il tuo essere... in ufficio solo facce imbronciate, il traffico, il freddo, la poca voglia di fare il proprio dovere... quella stramaledetta competizione fra le mie colleghe... e niente... nessuna possibilità di vivere l'emozione.
Sopravvivenza.
Nuda e cruda.
Se riesci a trovare un attimo di tempo, in questa miriade di stimoli inutili, ti puoi chiedere quale sia il senso di vivere in questo modo...
Dove sto andando?
Perché faccio queste cose?
Qual è il motivo che mi spinge ad alzarmi ogni mattina alle sei?
Che senso ha il tutto se non ho il tempo e il modo di vivere le mie sensazioni?
L'istinto di sopravvivenza... la più grande fregatura del mondo animale.
E' lui, subdolo, che ci fa perdere tutto quel tesoro di emozioni di cui potremmo godere in ogni attimo... se solo avessimo più tempo... se solo le lancette dell'orologio girassero più lentamente... se solo la notte per una volta non arrivasse...
Ho lavorato, oggi.
Il mio dovere l'ho fatto. Adesso ho finito e posso fermarmi a riflettere... dico di aver fatto il mio dovere... ma verso di chi? la società? la mia famiglia? la mia coscienza?
E il dovere verso la mia anima l'ho compiuto?
Ho lasciato respirare liberamente la mia anima?
Forse lo sto facendo in questo momento... ma è già buio...
Mi domando come ho vissuto quasi tutta la mia giornata...
Mi rispondo che non ho vissuto...
Sono sopravvissuta... ma oggi è talmente difficile sopravvivere che probabilmente è già il massimo che possiamo chiedere a noi stessi...
Sono riuscita a sopravvivere ai clienti pretenziosi, alla collega ansiosa e a quella invidiosa, all'inquinamento, al tipo che non si è fermato allo stop, a quello che non mi ha lasciato passare sulle strisce, alla paura di sbagliare, alla stanchezza tipica del sabato, al mio pranzo ancora troppo pesante e nutrizionalmente sbilanciato, alle sigarette, ai troppi caffè, alla fila del supermercato...
Ho vissuto? Me lo chiedo nuovamente...
No...
Ho partecipato a questo gioco che tutti i giorni scegliamo di riproporci senza sapere il perché...
E come possiamo aspettarci di saperlo?
Non lo sapremo fino a quando non smetteremo di sopravvivere ed inizieremo finalmente a vivere... a far scorrere vero sangue nelle nostre vene...
Intanto si fanno le 18.00... guardo il cielo e penso a tutti quelli che in questo momento corrono per le città...
Io sono fortunata... io ora sto vivendo.